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Mirage per l’Ucraina. Cosa significa l’annuncio di Macron sui jet francesi

Parigi potrebbe dotare l’Ucraina di caccia Mirage 2000-5 entro la fine dell’anno, addestrando piloti ucraini e guidando una coalizione internazionale, che sembrerebbe essere un partenariato bilaterale con la Grecia. Ma il sostegno militare francese non si ferma qui

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato, in un’intervista televisiva il 6 giugno, dopo le commemorazioni per l’80esimo anniversario del D-Day, cui ha assistito anche il presidente ucraino Volodomir Zelensky, che la Francia donerà a Kyiv dei caccia Mirage 2000-5, ponendosi alla testa di una coalizione internazionale. Macron ha anche sottolineato che i piloti ucraini verranno addestrati su suolo francese, e che Kyiv potrà contare su questa nuova capacità per la fine dell’anno. Così come per le altre armi fornite da Parigi, l’Ucraina potrà usare i Mirage per attaccare obiettivi militari sul suolo russo, purché utilizzati nell’aggressione di Putin.

La coalizione 

Per adesso, non si conoscono i numeri dei caccia. Intanto, sembra molto difficile che Parigi possa privarsi di tutti i suoi Mirage 2000-5: l’ambizione di sviluppare una forza composta interamente di Rafale è relativa a un futuro non esattamente definito, e difficilmente anticipabile alla fine del 2024. Anche se fosse, sarebbe ragionevole supporre che un paio dei 29 aerei transalpini potrebbero essere cannibalizzati a vantaggio degli altri. 

Atene è il principale indiziato a partecipare alla coalizione annunciata da Macron, anche perché è impossibile che Taiwan si privi di capacità militari, e gli altri Paesi non hanno inviato aiuti militari all’Ucraina. L’Aeronautica militare ellenica possiede 18 Mirage 2000-5, all’interno di una flotta di caccia persino troppo variegata (F-4, F-16 in quattro versioni e Rafale), tant’è che il ministro della Difesa greco aveva espresso a fine marzo la volontà di vendere i Mirage ed gli F-16 blocco 30. La Grecia, inoltre, è stata già al centro di schemi di rifornimento di materiale bellico a Kyiv, inviando carri armati Leopard I e carri armati di era sovietica rimasti negli arsenali, e acquistando Leopard II, secondo uno schema che Berlino ha utilizzato anche con altri Paesi dell’Europa orientale (schema recentemente criticato da un rapporto della commissione Difesa dell’Assemblea Nazionale francese). Facendo un passo indietro al 23 maggio, il premier ellenico, Kyriakos Mitsotakis, ha inviato, insieme al collega polacco Donald Tusk, una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, invitando l’Unione europea a dotarsi di un programma integrato di difesa aerea, mettendo al centro le industrie del Vecchio continente. Anche qui la sinergia con Parigi è forte, poiché quest’ultima aveva criticato la proposta tedesca European sky sheild initiative in quanto sviluppata in un contesto Nato e, soprattutto, in quanto basata su apparecchi statunitensi e israeliani (invece dell’italo-francese Samp-T). In ultimo, occorre ricordare che la Francia è un partner molto importante della Grecia nel fronteggiare la Marina turca nel Mediterraneo orientale. Pertanto, si potrebbe supporre che non solo la Grecia parteciperà alla donazione dei Mirage con una percentuale importante dei suoi esemplari, ma che li sostituirà con dei nuovi Rafale francesi, stringendo ancor di più il legame securitario con Macron.

I Mirage…

I Mirage sono dei caccia multiruolo entrati in servizio per la prima volta nel 1984, poi aggiornati numerose volte fino, appunto, alla versione 2000-5, entrata in servizio nel 2004. Dassault ha prodotto 600 di questi velivoli, metà dei quali sono stati venduti all’estero (Brasile, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Grecia, India, Perù, Qatar, Taiwan). La Francia conserva 29 Mirage 2000-5 in servizio attivo, e li schiera nelle operazioni di Nato air policing nel teatro nordorientale ed in recenti esercitazioni nucleari (cioè esercitazioni tra le più strategiche che Parigi può tenere). Si tratta, quindi, di un aereo moderno e performante, superiore alle piattaforme sovietiche in dotazione alle forze di Kyiv (MiG-29 e Su-27) e comparabile ai quasi 100 F-16 che Danimarca, Norvegia, Belgio e Paesi Bassi doneranno all’Ucraina (nonché ai Tornado italo-britannico-tedeschi e forse addirittura ai Gripen svedesi, aerei che in questo momento non dovrebbero essere forniti a Kyiv). Così come gli F-16, i Mirage possono decollare da piste corte e da autostrade, fattore fondamentale, ma non si tratta di aerei identici: quello statunitense è più adatto di quello francese per le operazioni aria-terra. Questo potrebbe indurre a pensare che i Mirage avranno soprattutto un ruolo aria-aria contro l’aviazione russa, anche in virtù dei missili francesi forniti a Kyiv e degli aerei da Advanced electronic warfare and command recentemente donati dalla Svezia

… e non solo

L’invio dei Mirage è l’ennesimo passo in avanti nel sostegno all’Ucraina di una Francia e di un Macron che stanno sempre più emergendo come propulsore del sostegno militare a Kyiv. Sempre nel corso dell’intervista del 6 giugno, Macron ha annunciato che Zelensky e il suo ministro della Difesa hanno richiesto ufficialmente, in una lettera inviata in settimana, l’addestramento di soldati ucraini sul proprio suolo. Precisando che per adesso si limita a “non escludere la possibilità”, Macron ha lasciato intendere che l’uccisione di ipotetici istruttori francesi da parte russa non sarebbe un casus belli con la Russia, in quanto non lo sarebbe neanche l’uccisione di civili francesi in Ucraina da parte di Mosca. Il presidente transalpino è inoltre tornato sulla formazione di un’intera brigata ucraina (4500 uomini) con addestramento ed equipaggiamento francese. A margine della visita di Zelensky a Parigi, inoltre, Knds, produttore franco-tedesco di carri armati e artiglieria, ha annunciato l’apertura di una sussidiaria in Ucraina.


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