Come in ogni evento che aggrega migliaia di persone l’allerta dell’antiterrorismo è sempre alta. Quest’anno l’attenzione è a un livello ancora superiore, a causa conflitto in Medio Oriente. L’analisi di Stefano Dambruoso, magistrato, e Francesco Conti, cultore della materia
La scorsa settimana sono iniziati i campionati europei di calcio Germania 2024. Come in ogni evento che aggrega migliaia di persone l’allerta dell’antiterrorismo è sempre alta. Quest’anno l’attenzione è a un livello ancora superiore, a causa conflitto in Medio Oriente con il riapparire della minaccia jihadista, con lo Stato Islamico del Khorasan in prima fila.
L’apparato di sicurezza antiterrorismo è stato rafforzato anche ai mondiali del cricket, attualmente in corso negli Stati Uniti, dove si è affermata per la prima volta la nazionale americana con una storica vittoria sul Pakistan, strafavorita in partenza. La partita si è svolta all’ombra della minaccia dello Stato Islamico del Khorasan. Il gruppo jihadista ha esortato i lupi solitari presenti negli Stati Uniti ad agire durante il match, minaccia classificata dall’ Fbi come “credibile”. Il cricket è lo sport più seguito nei Paesi dove opera, sia con jihadisti sul terreno sia con cellule di supporto, lo stato Islamico del Khorasan: Afghanistan, Pakistan, India e Bangladesh, sono tutte nazioni presenti alla coppa del mondo di cricket. La realizzazione di un attentato durante i giochi è temuta perché si tradurrebbe in un’enorme vittoria propagandistica per l’Isis. L’ India è stata recentemente minacciata in un articolo apparso sulla rivista di propaganda dello Stato Islamico nel Khorasan. La nazione governata dal partito nazionalista indù del premier Narendra Modi è stata accusata di sopprimere le istanze dei cittadini musulmani ed è stata quindi messa nel mirino della propaganda del gruppo terroristico.
Per il campionato europeo di calcio, la minaccia risulta più articolata, con l’intelligence tedesca che sta monitorando sia la minaccia jihadista che quella proveniente dall’estrema destra. La polizia tedesca è stata rafforzata per l’occasione, temendo l’infiltrazione di estremisti neonazisti fra le tifoserie delle varie nazioni in gara. Gli ultras serbi, noti per diversi episodi violenti e per il supporto alla Russia di Vladimir Putin, sono fra quelli considerati altamente pericolosi. Nelle scorse settimane un’operazione online della Guardia Civil, coadiuvata da Fbi ed Europol, ha smantellato un’organizzazione jihadista, che aveva direttamente esortato a condurre attacchi contro i giocatori del Real Madrid. Attraverso canali di messaggistica privati, ora eliminati, erano state date precise indicazioni su dove e come colpire il pullman che trasporta abitualmente la squadra allenata da Carlo Ancelotti. Oltre all’operazione online, la Guardia Civil ha svolto anche un’indagine tradizionale, che ha portato all’arresto di nove persone in Spagna, tutte accusate di reati connessi al terrorismo internazionale e alla preparazione di attentati durante i Giochi.
L’allerta massima durante questi europei di calcio si estenderà anche ai Giochi olimpici di Parigi, che prenderanno il via fra circa un mese. Priorità massima viene data al monitoraggio online dei canali legati allo Stato Islamico e alla sua branca del Khorasan, che hanno già chiamato alle armi i propri fedeli in Occidente per colpire nella capitale francese. Un diciottenne, di origine cecena, seguace dello Stato Islamico è stato arrestato dalla Dgsi (l’agenzia di intelligence interna, che si occupa principalmente di controspionaggio e contrasto al terrorismo) a inizio giugno. Secondo gli investigatori transalpini, il teenager aveva intenzione di colpire, con un attacco suicida, durante una partita di calcio allo stadio di Saint-Étienne. Per motivi logistici, infatti, il torneo olimpico verrà disputato in diverse città oltre che a Parigi, e tutte dovranno attrezzarsi per la migliore sicurezza il più possibile. Il giovane arrestato aveva già effettuato attività di ricognizione presso lo stadio che voleva colpire. Inoltre, nei suoi dispositivi elettronici sono stati trovati diversi materiali propagandistici dello Stato Islamico, sia video che immagini. In queste ultime, l’organizzazione jihadista ha mostrato un piccolo drone quadrirotore (di tipo commerciale) sorvolante uno stadio gremito.
È indubbio, quindi, che proprio i droni saranno sorvegliati speciali da parte della sicurezza, soprattutto in eventi all’aperto tenuti su perimetri molto estesi, come le gare di nuoto di fondo o la maratona; ma anche la stessa cerimonia di apertura lungo la Senna, che il presidente Emmanuel Macron ha già detto potrebbe venir modificata per ragione di sicurezza. Il diciottenne di origine cecena non è il più giovane aspirante terrorista arrestato in questo periodo. In aprile è stato infatti arrestato un sedicenne che aveva dichiarato sui social la propria volontà di diventare martire durante i Giochi Olimpici. La propaganda jihadista online, ancora più attiva in questo periodo di manifestazioni sportive, continua quindi a fare breccia fra i più giovani.
Le manifestazioni sportive sono uno dei bersagli prediletti delle organizzazioni terroristiche, soprattutto per l’enorme numero di civili che attraggono, rendendo eventuali attacchi esplosivi potenzialmente devastanti. Non deve quindi sorprendere che sia al-Qaeda sia lo Stato Islamico abbiano sempre messo nel mirino tali eventi. Nel 2012 alla vigilia delle Olimpiadi di Londra, Abu Musab al-Suri, considerato uno dei più importanti propagandisti di al-Qaeda aveva redatto un articolo online dove esortava a colpire le manifestazioni sportive più seguite dal pubblico (oltre alle già citate Olimpiadi di Londra, anche il torneo di tennis di Wimbledon). Secondo il veterano jihadista, il vantaggio non è solo dato dall’alto potenziale di vittime, ma anche dal fatto che tali eventi sono spesso seguite in diretta da milioni di persone, garantendo quindi una mediaticità eccezionale.
Già in occasione dei mondiali di calcio di Francia 1998 a Parigi la minaccia del terrorismo jihadista fu disinnescata da un’operazione di varie polizie europee, fra cui l’Italia. In quel periodo, il Paese era minacciato dal Gruppo islamico armato, organizzazione algerina che poteva contare, fra le sue fila, su alcuni reduci dall’Afghanistan. Aveva già colpito, negli anni precedenti nella capitale francese e mirava a realizzare attentati anche durante i mondiali del 1998. Con un’esemplare operazione antiterrorismo coordinata dal giudice istruttore antiterrorismo francese vennero arrestati tra Francia, Germania, Belgio, Italia e Svizzera, circa 200 membri del gruppo pochi giorni prima dell’inizio del torneo di calcio. La Digos di Milano, coordinata dalla Procura, smantellò una rete del gruppo arrestando otto persone che aveva il compito di fornire fondi, alloggi sicuri e documenti falsi ai membri dell’organizzazione. Sotto osservazione era stato il centro culturale islamico di viale Jenner a Milano, frequentato anche da alcuni militanti algerini che avevano conosciuto personalmente Osama bin Laden in Afghanistan. In una sola operazione di coordinamento fra Procure europee furono arrestati 200 sospetti jihadisti. Tre anni prima dell’11 settembre in Italia e in Europa la minaccia dell’estremismo islamista già impegnava l’intelligence e la magistratura in assenza di un ufficio di coordinamento, che sarà istituito l’anno successivo all’Aia, denominato Eurojust.