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Perché gli Usa hanno aperto un’indagine sul cloud cinese

L’amministrazione Biden ha aperto fascicoli su China Mobile, China Telecom e China Unicom, temendo che queste società possano compromettere la sicurezza nazionale. È un’ulteriore dimostrazione della crescente tensione nella guerra tecnologica tra le due superpotenze

L’amministrazione Biden ha avviato un’indagine su China Mobile, China Telecom e China Unicom per timori che queste società cinesi possano sfruttare l’accesso ai dati americani attraverso le loro attività cloud e internet negli Stati Uniti, potenzialmente fornendo tali informazioni alle autorità di Pechino. Lo hanno riferito tre fonti ben informate all’agenzia Reuters.

China Telecom, China Mobile e China Unicom sono da tempo nel mirino del governo americano. La Commissione federale per le comunicazioni ha negato la richiesta di China Mobile di fornire servizi telefonici nel 2019 e ha revocato le licenze di China Telecom e China Unicom per fare lo stesso rispettivamente nel 2021 e 2022. Ad aprile, la Commissione è andata oltre, vietando alle aziende di fornire servizi a banda larga. Un elemento centrale della decisione è stato un rapporto del 2020 da parte di altre agenzie governative statunitensi che raccomandava questo passo alla luce di almeno nove casi in cui China Telecom aveva instradato erroneamente il traffico internet verso la Cina ponendo rischio di intercettazione, manipolazione o loco.

Poco importa a Washington che i casi citati non siano stati volontari e che le aziende interessate abbiano una presenza limitata negli Stati Uniti: la volontà americana è quella di limitare i rischi.

L’indagine rappresenta l’ultimo sforzo di Washington per impedire a Pechino di sfruttare l’accesso delle aziende cinesi ai dati americani per danneggiare aziende, cittadini o la sicurezza nazionale, nell’ambito di una guerra tecnologica sempre più intensa tra le due superpotenze. L’apertura dell’indagine è il primo passo. Ora sta alla politica decidere come affrontare la minaccia.

L’ambasciata cinese a Washington ha auspicato che gli Stati Uniti smettano di “restringere le aziende cinesi con pretesti falsi”, aggiungendo che la Cina continuerà a difendere i diritti e gli interessi delle proprie aziende.

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