L’audizione del ministro della Difesa è l’ultimo passaggio prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Rimane il segreto. Ma nei giorni scorsi il governo aveva confermato l’invio di una nuova batteria per la difesa aerea
L’audizione odierna di Guido Crosetto, ministro della Difesa, al Copasir è l’ultimo passaggio prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che contiene il nono pacchetto di aiuti, anche militari, all’Ucraina da parte dell’Italia.
Il contenuto del pacchetto, il quarto approvato dal governo di Giorgia Meloni, rimane secretato come accaduto in tutti i casi precedenti, compresi i cinque firmati dall’esecutivo di Mario Draghi (durante il quale il deputato dem Lorenzo Guerini, oggi presidente del Copasir, è stato ministro della Difesa). “L’unica cosa nota è che verrà inviata una batteria Samp-T difensiva per i cieli dell’Ucraina”, aveva dichiarato la scorsa settimana Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, in audizione alle commissioni Esteri di Camera e Senato. “Siamo convinti che sia essenziale rafforzare le capacità difensive di Kyiv fornendo gli aiuti militari di cui necessita”, aveva aggiunto.
Con quella risposta, il ministro Tajani aveva glissato su una domanda sulla possibilità di inviare anche missili a lunga gittata come gli Storm Shadow, che potrebbero essere usati dall’Ucraina per colpire in territorio russo. Il governo italiano si è sempre dichiarato contrario sia all’invio di truppe in Ucraina, sia all’uso delle armi occidentali per attaccare il territorio russo e sia, come dichiarato nei giorni scorsi dal ministro Crosetto, con il piano di sostegno annuale per l’Ucraina da 40 miliardi, proposto da Jens Stoltenberg, segretario generale uscente della Nato, in vista del summit dell’alleanza che si terrà tra due settimane a Washington.
Ma, come dimostra l’invio della seconda batteria Samp-T, non si tira indietro davanti agli impegni assunti per la difesa dell’Ucraina dall’invasione della Russia, in particolare per quanto riguarda la difesa aerea su cui è arrivato proprio oggi un nuovo appello del presidente ucraino Volodymy Zelensky arrivando a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo. La batteria in oggetto è rientrata in Italia a inizio mese, lasciando la base militare italiana di Ali al Salem, in Kuwait.
L’Italia ha assicurato il sostegno all’Ucraina “per tutto il tempo necessario”, come ha dichiarato due settimane fa la presidente Meloni intervenendo al summit per la pace organizzato in Svizzera. Pochi giorni prima Zelensky aveva spiegato a Sky TG24 che “i rapporti con l’Italia sono diventati più forti” e aveva speso parole positive per il G7 presieduto dall’Italia. A febbraio i due leader avevano firmato un accordo decennale di cooperazione sulla sicurezza tra Italia e Ucraina.
Il nono pacchetto di aiuti italiani all’Ucraina non è stato immune da tentativi di interferenze russe. “Se si vuol davvero parlare sul serio di fermare ‘questa situazione difficile’, basterebbe non brandire il nono pacchetto di aiuti militari”, rinunciare a “ulteriori forniture di armi per tornare, invece, al linguaggio della pace, abbandonando quello della guerra”, aveva scritto alcuni giorni fa l’ambasciata russa in Italia in un post su Facebook chiamando in causa il ministro Tajani.
Sul fronte interno, invece, Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, aveva cavalcato il “pacifismo” in campagna elettorale in vista delle europee criticando la decisione francese di inviare caccia e addestratori ma anche tentando di spaccare la maggioranza di governo. Nel suo mirino era finito Matteo Salvini, leader della Lega e anche lui criticato verso la postura di Parigi e sostenitore della “pace”. “Ha sostenuto tutti gli invii di armi in Italia e in Europa, fa finta di battersi per la pace”, aveva attaccato l’ex presidente del Consiglio.