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Come saranno le grandi reti di trasporto nell’Europa di domani. L’intervento di Bufalini (Telt)

Di Maurizio Bufalini

Telt ha deciso di organizzare quest’anno insieme al College des Ingènieurs, la Summer School “Building the future”, a cui prendono parte 30 studenti under 31 da tutta Europa appassionati di mobilità e innovazione. Dedicata a Mario Virano, il primo direttore generale di Telt prematuramente scomparso lo scorso anno, che credeva fortemente nella Torino-Lione non solo come grande opera strategica per il futuro dell’Unione, ma anche come terreno di sperimentazione continua nel segno dell’innovazione e dell’eccellenza. L’intervento di Maurizio Bufalini, direttore generale Telt

Le grandi reti di trasporto europeo sono state concepite negli anni ‘90 come il “tessuto connettivo” dell’Europa, disegnando una struttura dei collegamenti in grado di supportare la libera circolazione delle merci e delle persone, uno dei fondamenti dell’Unione Europea.

Le reti TEN-T, quindi, rappresentano uno dei maggiori fattori alla base della crescita economica europea e continueranno ad essere il principio comune dell’Europa che verrà. Un progetto in cui la Ue continua a credere fortemente: è di pochi giorni fa la notizia che il Consiglio europeo ha adottato in via definitiva il nuovo Regolamento TEN-T che ridefinisce la mappa delle grandi reti di trasporto europee, estendendo quattro corridoi fino all’Ucraina e alla Moldavia.

In questo quadro si conferma il ruolo centrale dell’Italia e della Francia ed è grande la responsabilità di chi, come noi, di mestiere ha il compito affascinante, stimolante e a volte gravoso, di realizzare un’opera pubblica tra le più importanti al mondo: il tunnel di base del Moncenisio che unisce le Alpi con le aree metropolitane di Lione e Torino, l’Italia con la Francia e con il resto d’Europa. Si tratta del cuore del Corridoio del Mediterraneo, l’unico dei 9 assi della rete TEN-T a collegare l’ovest e l’est del Continente consentendo ai Paesi del Sud di accedere al cuore dell’Europa.

Questa riflessione riguarda sicuramente i temi delle infrastrutture, ma anche quelli della governance dei grandi progetti, del rapporto con i territori e della ricerca scientifica. È nell’ambito di questo ragionamento sulla vision del nostro ruolo nel cambiamento in atto che quest’anno abbiamo deciso di organizzare insieme al College des Ingènieurs, la Summer School “Building the future”, a cui prendono parte 30 studenti under 31 da tutta Europa appassionati di mobilità e innovazione.

L’abbiamo dedicata a Mario Virano, il primo direttore generale di Telt prematuramente scomparso lo scorso anno, che credeva fortemente nella Torino-Lione non solo come grande opera strategica per il futuro dell’Unione, ma anche come un terreno di sperimentazione continua nel segno dell’innovazione e dell’eccellenza.

La nostra responsabilità nei confronti dell’Europa di domani deriva dal fatto che le grandi opere si sviluppano lungo due dimensioni. Certo, lo spazio: a regime quello che realizzeremo sarà il tunnel ferroviario più lungo d’Europa con i suoi oltre 57 km e mezzo di lunghezza; ma anche la capacità di proiettarsi nel futuro, che dà all’impresa un valore e un significato unici. È proprio intorno a questa visione che si gioca l’intera partita delle infrastrutture europee, che devono essere il più possibile aperte alle sollecitazioni e ai cambiamenti che il tempo inevitabilmente porta con sé.

Si pensi all’intelligenza artificiale: quando sono state disegnate le reti TEN-T non esisteva, ma oggi la utilizziamo quotidianamente nei nostri processi, tanto che nel 2022 Telt ha aderito a Claire, rete che costituisce una Confederazione paneuropea di laboratori per la ricerca sull’intelligenza artificiale in Europa. L’innovazione investe tutti gli aspetti del nostro lavoro, dalle nuove tecniche di scavo all’economia circolare applicata ai materiali di risulta, dai sistemi avanzati di monitoraggio ambientale all’innovativo sistema binazionale di regole che integra le due legislazioni, con protocolli dedicati in materia di sicurezza, trasparenza e sostenibilità. Ma non è tutto. Attraverso il racconto della storia della Torino-Lione vogliamo farci promotori di un dibattito internazionale sull’importanza del coinvolgimento della collettività fin dalle fasi iniziali della progettazione di una grande infrastruttura. Questo nel quadro di una visione a lungo termine che vede il cantiere prima e l’infrastruttura poi come un generatore di valore, aperto al dialogo con le comunità e i territori.

Per questo lavoriamo a stretto contatto non solo con le istituzioni nazionali e locali, ma anche con le università, i centri di ricerca internazionali e abbiamo partnership con imprese e società di tutto il mondo. Siamo convinti che solo lavorando insieme e impostando un patto tra le generazioni, possiamo costruire la grande opera che accompagnerà i nuovi “cittadini viaggiatori” per i prossimi 200 anni.

 



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