Vestager non resterà sicuramente nell’esecutivo. Dubbi, invece, su Breton. Non sulla direzione dell’Ue in materia di telecomunicazioni, anche per quanto riguarda la linea dura con le cinesi Huawei e Zte
Tante le incognite dopo le elezioni europee. Si sta iniziando a ragionare sulla composizione della Commissione europea, su chi sarà il presidente del Consiglio europeo e chi il presidente del Parlamento europeo. Ma resta da vedere se e come l’esito delle elezioni legislative francesi, convocate dal presidente Emmanuel Macron dopo il successo del Rassemblement National di Marine Le Pen alle europee, influenzerà le dinamiche a Bruxelles e Strasburgo.
La danese Margrethe Vestager, che recentemente ha ribadito il suo no alla possibilità di semplificare le norme sulle fusioni nel settore delle telecomunicazioni, non continuerà sicuramente a ricoprire la carica di vicepresidente della Commissione europea per la concorrenza. Non è certo, invece, il destinato di Thierry Breton, commissionario per il Mercato interno. Sono i due membri dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen che hanno gestito negli ultimi cinque anni il dossier telecomunicazioni. Tuttavia, la nuova composizione del Parlamento europeo non cambierà la velocità e la direzione in cui l’Unione europea si sta muovendo in questo settore, secondo un recente rapporto pubblicato da Strand Consult.
La Commissione europea uscente è stata chiara sulla sicurezza delle reti e la società non prevede cambiamenti. “Hanno detto e diranno che le misure degli Stati membri per limitare o escludere” i fornitori cinesi “Huawei e Zte” sono giustificate e conformi al 5G Toolbox” e che le stesse aziende “rappresentano rischi materialmente più elevati rispetto ad altri fornitori 5G”. Per questo, la Commissione e sempre più aziende adotteranno misure per evitare di esporre le proprie comunicazioni aziendali a tali fornitori, si legge nel documento. Come? Evitando di acquistare servizi di telecomunicazione da società di telecomunicazione che utilizzano questi fornitori nella loro rete. Inoltre, la nuova Commissione europea garantirà che questo approccio si rifletta in tutti i programmi e gli strumenti di finanziamento dell’Unione europea, conclude il rapporto.