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Vi racconto novità e consuetudini della riunione della Comunità politica europea. Scrive Lucas

Di Edward Lucas

Secondo Edward Lucas, non-resident senior fellow e senior adviser del Center for European Policy Analysis, ormai gli europei si stanno abituando a un ordine di sicurezza post-atlantico. Ma un motore alternativo a quello franco-tedesco

Blenheim è il nome tedesco storpiato di un luogo tipicamente britannico. Il sontuoso palazzo e i suoi parchi furono costruiti per ricompensare il Duca di Marlborough della vittoria ottenuta nel 1704 nella città bavarese di Blindheim, che salvò Vienna nella guerra di successione spagnola.

Ora Blenheim – che tra l’altro ha dato i natali a Winston Churchill, condottiero britannico in tempo di guerra – si sta preparando per il quarto vertice della Comunità politica europea (CPE). Si tratta di un’iniziativa francese che punta a riunire l’Unione europea con i Paesi terzi, tra cui Islanda, Georgia, Kosovo e Albania, e con gli alleati chiave della Nato, come Regno Unito, Norvegia e (in teoria, ma finora senza successo) Turchia.

La battaglia di Blenheim cementò il ruolo della Gran Bretagna come forza di sicurezza europea dopo gli sconvolgimenti del secolo precedente. Questi includevano guerre civili e numerose umiliazioni, tra cui la necessità di importare una nuova famiglia reale dal continente. La riunione di Blenheim del 18 luglio, a cui parteciperanno quasi 50 governanti, potrebbe fare lo stesso per il Regno Unito dopo quasi un decennio di sconvolgimenti dovuti alla Brexit.

Il nuovo e stabile governo di centrosinistra, caratterizzato da una competenza atipica, è in netto contrasto con quelli in Germania e Francia, rimasti senza timoniere. Il Regno Unito è anche uno dei pesi massimi militari del continente, con armi nucleari, intelligence e forze speciali di livello mondiale ed elementi di eccellenza in altre componenti delle sue forze armate.

Uno sviluppo da tenere d’occhio sarebbe l’ingresso del Regno Unito nel disfunzionale Triangolo di Weimar franco-tedesco-polacco, che si spera possa essere corretto. Un gruppo di difesa della Comunità politica europea potrebbe aumentare il contributo dell’Europa alla Nato e l’aiuto all’Ucraina. Il nuovo governo britannico si sta già dando da fare. Il ministro degli Esteri, David Lammy, vorrebbe un ampio accordo di sicurezza e difesa con l’Unione europea. Si è recato a Berlino, Varsavia e Stoccolma per il suo primo viaggio da ministro. A ottobre parteciperà alla riunione del Consiglio affari esteri dell’Unione europea.

Non accadrà nulla di sostanziale nell’immediato: per gli ultimi sei mesi di quest’anno la presidenza di turno dell’Unione europea è nelle mani dell’Ungheria, il cui governo è (per usare un eufemismo) geopoliticamente ostile. Da gennaio, invece, sarà la Polonia ad assumere la presidenza, seguita dalla Danimarca, Paese ugualmente falco. Questo offrirà un’ottima cornice per le trattative. Il ruolo del Regno Unito in materia di sicurezza potrebbe smussare l’approccio tipicamente rigido della Commissione su questioni come le quote di pesca.

Il Duca di Marlborough avrebbe potuto riconoscere le loro uniformi, i loro stendardi e i loro distintivi, ma avrebbe avuto qualcosa di caustico da dire sulle attuali capacità delle forze armate britanniche. Navi da guerra inadeguate, veicoli da combattimento fatiscenti, scorte esigue e una grave carenza di personale hanno intaccato la loro credibilità e impongono scelte difficili e dolorose per la ristrutturazione della difesa promessa dal nuovo governo. I vertici della Difesa ammettono pubblicamente che il Regno Unito non potrebbe combattere una guerra per più di due mesi. Dopo di che, presumibilmente, dovremo scegliere tra l’Armageddon nucleare, la resa o (molto probabilmente, vista la storia del secolo scorso) implorare gli americani di aiutarci.

Ma lo faranno? Sulla riunione di Blenheim incombe l’elezione presidenziale degli Stati Uniti. I tentennamenti dell’amministrazione Biden sull’Ucraina hanno già intaccato la fiducia nella garanzia di sicurezza transatlantica. La prospettiva della rielezione di Donald Trump evidenzia la debolezza dell’Europa. I suoi collaboratori e alleati affermano senza mezzi termini (e con sincerità) che la Cina è la minaccia principale e che i ricchi europei dovrebbero fare di più per difendersi.

L’Europa può certamente farlo, se ha tempo. Ma questo cambierà radicalmente il panorama geopolitico, soprattutto se il Regno Unito e i Paesi falchi dell’Europa orientale e settentrionale formeranno un’alleanza duratura. Il grande sconfitto a Blenheim è stata l’alleanza franco-bavarese. I grandi vincitori sono stati gli inglesi e gli Asburgo. Un fatto che Emmanuel Macron e Olaf Scholz potranno ricordare ammirando il palazzo.

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