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Cosa non ha funzionato nella sicurezza di Trump. Il Congresso apre le indagini

Diverse commissioni hanno aperto il dossier. Secret Service nel mirino: la direttrice Cheatle testimonierà lunedì prossimo. In un Paese polarizzato, la diffusione delle armi da fuoco e l’esperienza in guerra di molti cittadini rendono ancor più complessa la gestione dell’ordine pubblico

Com’è possibile che l’attentatore Thomas Matthew Crooks, 20 anni, armato di fucile, sia riuscito a salire indisturbato su un tetto a poco più di 100 metri dal palco su cui Donald Trump, ex presidente statunitense e candidato presidenziale per i repubblicani, teneva il comizio e ad aprire ripetutamente il fuoco causando la morte di una delle persone presenti all’evento? Si cercano risposte.

Diverse commissioni della Camera dei rappresentanti e del Senato degli Stati Uniti hanno annunciato l’avvio di indagini in merito al tentato assassinio subito sabato sera da Trump durante un comizio in Pennsylvania, per far luce sulle presunte falle nella sicurezza dell’evento. “La gravità di questo fallimento della sicurezza e l’agghiacciante momento nella storia della nostra nazione non possono essere sottovalutati”, ha scritto il repubblicano Mark Green, presidente della commissione Sicurezza interna della Camera, in una lettera inviata a Alejandro Mayorkas, segretario per la Sicurezza interna. Altri due repubblicani, James Comer e Mike Turner, presidenti rispettivamente delle commissioni di vigilanza e intelligence della Camera, hanno avviato entrambi filoni d’indagine parlamentare sulla vicenda.

Riflettori puntati sul Secret Service, ovvero dell’agenzia incaricata della protezione del presidente degli Stati Uniti, degli ex presidenti e dei candidati alla presidenza, nonché dei loro familiari. Già fissata l’audizione di Kimberly Cheatle, la direttrice: sarà chiamata a testimoniare alla Camera lunedì prossimo, il 22 luglio. È nota l’avversione del presidente Joe Biden ai licenziamenti dei suoi funzionari. Anche in casi simili, nonostante la gravità della situazione e il fatto che per la Casa Bianca ciò potrebbe rappresentare un ramoscello d’ulivo verso il mondo trumpiano. Ma non è escluso che Cheatle possa fare un passo indietro.

Il Secret Service è finito nel mirino dei trumpiani: secondo indiscrezioni circolate sulla stampa americana, la campagna di Trump aveva chiesto al Secret Service un rafforzamento delle misure di sicurezza per l’ex presidente, ricevendo pero’ un diniego. Ma questa circostanza è smentita dall’agenzia stessa, che ha alle spalle non pochi fallimenti, come racconta il libro “Zero Fail: The Rise and Fall of the Secret Service” di Carol Leonnig.

Accuse e indiscrezioni smentite che raccontano il ritorno della narrazione trumpiana che descrive tanto il leader quanto il suo popolo come vittime dello “Stato profondo” e del sistema economico-politico. Sono stati i democratici ad alimentare questo clima d’odio, dicono i trumpiani dimenticando probabilmente l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 che ha causato cinque morti.

Alla polarizzazione della società americana alimentata da entrambe le parti politiche per le quali l’avversario politico è il nemico si aggiungono altri fattori, però: il fatto che milioni di americani oggi giustifichino l’uso della violenza per motivi politici; la diffusione delle armi da fuoco anche agli eventi pubblici (ai comizi di Barack Obama c’era chi si presentava armato per difendere il Secondo emendamento contro chi, come Obama, voleva cambiarlo); l’esperienza in guerra di molti cittadini; le scarse risorse del Secret Service (un rapporto del 2021 ha evidenziato che l’agenzia è sottodimensionata e sottofinanziata, con un morale basso tra il personale) e in generale delle altre agenzie di sicurezza.

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