L’evoluzione del panorama di minacce alla sicurezza nazionale rende necessario lo sviluppo di un sistema di difesa integrato che comprenda all’interno del suo perimetro non solo la componente militare, ma anche quella istituzionale e quella della società civile, in chiave economica ma non soltanto. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (Sioi)
Nel contesto geopolitico attuale, caratterizzato da minacce ibride e sfide multidimensionali, il concetto tradizionale di difesa nazionale basato esclusivamente sulle forze armate risulta ormai obsoleto. L’evoluzione tecnologica, l’emergere di nuovi domini come quello cibernetico e spaziale, e le lezioni apprese da conflitti recenti come quello in Ucraina, evidenziano la necessità di un approccio più ampio e integrato alla sicurezza nazionale. Al fine di aumentare la resilienza complessiva di una nazione di fronte a minacce sempre più complesse e diversificate è sempre più necessario sviluppare un “sistema integrato di difesa” che coinvolga non solo le forze armate, ma anche la società civile, il settore privato e vari servizi essenziali.
Le minacce alla sicurezza nazionale si sono evolute significativamente negli ultimi decenni. Le minacce ibride e asimmetriche, che combinano tattiche convenzionali e non convenzionali, rappresentano una sfida crescente. Queste possono includere azioni di disinformazione, sabotaggi economici e attacchi cibernetici, rendendo difficile per le nazioni rispondere efficacemente utilizzando solo mezzi militari tradizionali.
L’importanza dei domini cibernetico e spaziale è in rapida crescita. Gli attacchi cibernetici possono paralizzare infrastrutture critiche, manipolare l’opinione pubblica e compromettere segreti nazionali. Il dominio spaziale, con la sua crescente importanza per le comunicazioni, la navigazione e la sorveglianza, è diventato un’arena cruciale per la sicurezza nazionale.
Le tecnologie emergenti dirompenti, come l’intelligenza artificiale, la robotica avanzata e le biotecnologie, stanno ridefinendo il panorama della sicurezza. Queste tecnologie offrono nuove capacità difensive, ma creano anche nuove vulnerabilità e sfide etiche.
La dimensione cognitiva della sicurezza nazionale è diventata fondamentale. La guerra dell’informazione, che mira a influenzare le percezioni e le decisioni del nemico e della popolazione, richiede strategie di difesa che vadano oltre le capacità militari tradizionali, coinvolgendo media, istituzioni educative e la società civile nel suo complesso.
Il conflitto in Ucraina ha fornito e continua a fornire importanti lezioni sulla natura moderna della difesa nazionale. La resistenza civile si è dimostrata un elemento cruciale, con cittadini comuni che hanno contribuito significativamente allo sforzo di difesa attraverso attività di volontariato, supporto logistico e persino partecipazione diretta alle operazioni di difesa.
La capacità industriale e logistica dell’Ucraina è continuamente messa a dura prova, evidenziando l’importanza di un settore produttivo flessibile e resiliente. La rapida conversione di industrie civili per supportare lo sforzo bellico e la capacità di mantenere le catene di approvvigionamento in condizioni di estrema pressione si sono rivelate fondamentali.
Anche il valore delle forze di riserva e della mobilitazione nazionale è emerso chiaramente. La capacità dell’Ucraina di mobilitare rapidamente riservisti e volontari ha permesso di aumentare significativamente le forze di difesa del paese in tempi brevi.
La resilienza sociale e psicologica della popolazione ucraina continua a giocare un ruolo chiave nel sostenere lo sforzo di difesa a lungo termine. La coesione sociale, il senso di identità nazionale e la determinazione collettiva hanno contribuito a mantenere alto il morale nonostante le avversità, dimostrando che la forza di una nazione va ben oltre le sue capacità militari convenzionali.
Queste lezioni ci dicono che un sistema integrato di difesa deve includere una vasta gamma di componenti che lavorano in sinergia. Le forze armate e le strutture militari tradizionali rimangono il nucleo della difesa nazionale, ma devono essere integrate con altri elementi.
La difesa civile e la protezione civile giocano un ruolo cruciale nella preparazione e nella risposta a crisi e conflitti. Questi includono sistemi di allarme, piani di evacuazione e strutture rifugio per la popolazione civile.
Anche i servizi di emergenza e la sanità pubblica sono fondamentali per gestire le conseguenze di attacchi o disastri, garantendo la continuità dei servizi essenziali e la cura della popolazione.
Il settore industriale e produttivo deve essere considerato parte integrante della difesa nazionale, con la capacità di convertire rapidamente la produzione per soddisfare le esigenze di sicurezza.
La protezione delle infrastrutture critiche, inclusi energia, trasporti e telecomunicazioni, è fondamentale per mantenere la funzionalità della nazione in tempi di crisi che, associati a sistemi di comunicazione e informazione robusti e resilienti, diventano essenziali per coordinare la risposta alle minacce e mantenere informata la popolazione.
Anche il settore dell’istruzione con le università e gli istituti di ricerca e sviluppo contribuiscono all’innovazione nelle tecnologie di difesa e sicurezza.
Infine, le organizzazioni del terzo settore possono fornire supporto sociale, psicologico e logistico, integrando gli sforzi governativi.
Quindi per affrontare potenziali crisi di sicurezza e difesa, l’implementazione di un sistema integrato di difesa richiede strategie mirate. Il coordinamento interministeriale e interagenzia è fondamentale per garantire una risposta coerente ed efficace alle minacce e deve includere la creazione di task force congiunte e l’armonizzazione delle politiche di sicurezza tra i vari dipartimenti governativi.
Ma anche i partenariati pubblico-privato sono essenziali per sfruttare le risorse e le competenze del settore privato. Questi possono includere collaborazioni per la protezione delle infrastrutture critiche, lo sviluppo di tecnologie di sicurezza e la gestione delle catene di approvvigionamento critiche.
Programmi di formazione e addestramento congiunti che coinvolgono militari, civili e settore privato possono migliorare la preparazione e la cooperazione in caso di crisi.
Gli investimenti in tecnologie dual-use, che hanno applicazioni sia civili che militari, possono massimizzare le risorse e promuovere l’innovazione.
Lo sviluppo di piani di contingenza multisettoriali diventano cruciali per garantire una risposta coordinata a diverse tipologie di minacce con la creazione di centri di comando e controllo integrati che possano facilitare il coordinamento tra diverse agenzie e settori durante le crisi.
Fondamentale la consapevolezza della popolazione civile e la promozione di una cultura della sicurezza a livello sociale, attraverso programmi educativi e campagne di sensibilizzazione, determinanti per aumentare la resilienza complessiva della nazione.
Certamente l’implementazione di un sistema integrato di difesa non è cosa semplice e presenta sia sfide che opportunità. La complessità organizzativa e di coordinamento tra i vari attori coinvolti rappresenta una sfida significativa, richiedendo nuove strutture di governance e protocolli di comunicazione. Molte nazioni si sono cimentate con alterne fortune ad un maggiore coordinamento tra le strutture militari, in prima linea in caso di conflitto armato, con le varie componenti della società civile.
Anche le questioni di privacy e libertà civili devono essere attentamente bilanciate con le esigenze di sicurezza nazionale, garantendo che le misure di difesa non compromettano i valori democratici e si ispirino sempre ai valori dettati dalla Costituzione.
Come ho già avuto modo di dire su queste pagine virtuali, per elaborare e sviluppare queste azioni è necessario un ampio supporto e comprensione da parte della società civile con profonde implicazioni per il tessuto sociale, l’identità nazionale e la percezione della sicurezza.
Ancora una volta, è essenziale un impegno proattivo nell’educare e coinvolgere la popolazione riguardo le necessità di difesa e le responsabilità civili in contesti di sicurezza nazionale. Questo deve includere campagne di informazione pubblica, dibattiti parlamentari trasparenti e iniziative di coinvolgimento comunitario che mirino a costruire un consenso sull’importanza di un sistema integrato di difesa allo scopo di migliorare la capacità di resilienza complessiva della nazione.
Una consapevolezza a livello politico (meglio se bipartisan, la sicurezza è un bene comune) è il primo passo per l’allocazione delle risorse necessarie e la prioritizzazione tra diverse componenti del sistema di difesa.
D’altra parte, da non sottovalutare, questo approccio offre anche opportunità significative e può stimolare l’innovazione e lo sviluppo economico, creando nuovi settori e posti di lavoro legati alla sicurezza e alla resilienza.
Inoltre, un sistema di difesa integrato ha il potenziale di rafforzare la coesione sociale, promuovendo un senso di responsabilità condivisa per la sicurezza nazionale e aumentando la fiducia tra cittadini e istituzioni.
L’adozione di un approccio integrato alla difesa nazionale non è solo una necessità strategica, pressoché obbligatoria per affrontare le potenziali minacce alla sicurezza collettiva, ma rappresenta anche un’opportunità per rafforzare il tessuto sociale, stimolare l’innovazione e aumentare la resilienza complessiva di una nazione per affrontare con relativa serenità le sfide del XXI secolo.