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La russa Kaspersky chiude negli Usa. Ecco perché

Kaspersky

Già iniziati i licenziamenti nella divisione americana della società di cybersicurezza. Il mese scorso l’amministrazione aveva imposto lo stop alle vendite nel Paese. Quali conseguenze per l’Europa? Italia e Germania sono i Paesi dove gli antivirus dell’azienda, accusata di legami con l’intelligence di Mosca, sono più presenti

Da sabato il software Kaspersky non si potrà più vendere negli Stati Uniti, come annunciato il mese scorso dal dipartimento del Commercio in una nota che sottolineava i rischi per la sicurezza nazionale posti dalla società russa di cybersicurezza per spionaggio e sabotaggio. Che così ha comunicato ai lavoratori della sua divisione statunitense che questa settimana saranno licenziati e che chiuderà le sue attività negli Stati Uniti. A rivelarlo è stata Kim Zetter di Zero Day.

Kaspersky ha confermato la notizia a Zero Day, spiegando che a partire da sabato 20 luglio “ridurrà gradualmente” le sue attività negli Stati Uniti ed eliminerà le posizioni negli Stati Uniti a seguito del nuovo divieto, nonostante avesse inizialmente promesso di battersi in tribunale. “L’azienda ha esaminato e valutato attentamente l’impatto dei requisiti legali statunitensi e ha preso questa triste e difficile decisione, poiché le possibilità di business nel Paese non sono più valide”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato. Non ha fornito i numeri dei lavoratori della divisione statunitense che sono stati licenziati. Alcuni loro lavoratori hanno dichiarato a Zero Day di aver ricevuto delle indennità, ma hanno rifiutato di discuterne l’entità.

La Russia “ha dimostrato più volte di avere la capacità e l’intenzione di sfruttare aziende russe, come Kaspersky Lab, per raccogliere e utilizzare come arma informazioni sensibili degli Stati Uniti, e continueremo a utilizzare ogni strumento a nostra disposizione per salvaguardare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e il popolo americano”, aveva spiegato Gina Raimondo, segretaria al Commercio, annunciando il divieto. Già nel 2017, il governo statunitense aveva vietato l’antivirus di Kaspersky nelle reti federali, sottolineando i legami della società con l’intelligence russa (respinti della società) e osservando che la legge russa consente alle agenzie di intelligence di obbligare Kaspersky a intercettare le comunicazioni tramite reti russe. Per Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, la decisione americana è una forma di “concorrenza sleale”.

Italia e Germania sono i Paesi in cui, secondo le rilevazioni di BitSight, gli antivirus di Kaspersky sono più presenti in Europa. Che cosa la chiusura della divisione americana significhi per il Vecchio continente, è ancora presto per dirlo. Inevitabilmente, la perdita di posti di lavoro è un fattore che potrebbe influenzare le decisioni politiche dei governi europei che, dopo aver deciso di rimuovere i prodotti Kaspersky dalla pubblica amministrazione, potrebbero valutare di vietarli su base nazionale. Non sembra questo lo scenario italiano, a meno che il recentissimo accordo tra Kaspersky e Brevi per la distribuzione dei prodotti B2B e della linea Kaspersky Next non si riveli una mossa avventata e poco informata da parte dell’azienda.



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