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La sicurezza nazionale di Starmer secondo due ex consiglieri di Downing Street

La prossima settimana il nuovo premier britannico sarà impegnato al summit Nato. Secondo Lord Ricketts è l’occasione per confermarsi “alleato affidabile”. Si aspetta un nuovo documento strategico: per Sir Lyall Grant, i fondamentali rimarranno gli stessi. Ma c’è l’incognita Trump

Il summit per i 75 anni della Nato la prossima settimana a Washington e la quarta riunione della Comunità politica europea la settimana successiva al Blenheim Palace nell’Oxfordshire. Sono i primi due appuntamenti internazionali per Keir Starmer, nuovo primo ministro britannico. Il leader laburista ha promesso che cambierà tutto dopo 14 anni di governo tory, ma non il sostegno all’Ucraina. E, sposando l’approccio del precedente governo alla Nato, all’Ucraina e alla Russia, Starmer potrebbe dimostrarsi un alleato affidabile della Nato”, ha spiegato Lord Peter Ricketts, a capo del Joint Intelligence Committee con Tony Blair e consigliere per la sicurezza nazionale con David Cameron.

La sua opinione è stata raccolta dal King’s College London in uno speciale sul nuovo governo di Londra con alcuni dei suoi docenti. Tre le sfide per l’esecutivo Starmer, secondo Lord Ricketts: il riconoscimento di uno Stato palestinese, che potrebbe alimentare tensioni nel partito; la lotta all’immigrazione clandestina, con l’impegno a cancellare la Rwanda Policy; il rapporto con l’Unione europea, con la prospettiva di un accordo di sicurezza.

Verosimilmente il governo pubblicherà a stretto giro il suo documento strategico. Potrebbe essere il terzo in meno di quattro anni, alla luce dell’Integrated Review del 2021 diventata poi, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina, Integrated Review Refresh l’anno scorso. Ci sarà continuità sugli elementi fondamentali, ha spiegato Sir Mark Lyall Grant, consigliere per la sicurezza nazionale con Cameron e Theresa May, già ambasciatore alle Nazioni Unite: “Un forte impegno nei confronti della Nato, l’accordo Australia, Regno Unito e Stati Uniti (AUKUS) e il potenziamento della deterrenza nucleare del Regno Unito; il sostegno a un’industria nazionale della difesa, la relazione speciale con gli Stati Uniti e l’Ucraina”. Tuttavia, l’impegno del Labour a spendere il 2,5% del prodotto interno lordo per la difesa quando la situazione fiscale lo consentirà piuttosto che in un arco di tempo specifico rende “improbabile” che questo obiettivo venga raggiunto nel corso della legislatura, ha aggiunto.

In generale, come per buona parte dei governi precedenti, l’approccio politico del governo Starmer alle questioni di esteri, sicurezza e difesa “sarà probabilmente guidato tanto da eventi esterni quanto dall’ideologia o dagli impegni del manifesto”, ha dichiarato Sir Lyall Grant. “Tra questi eventi, uno dei più importanti è rappresentato dalle elezioni presidenziali statunitensi di novembre. Sir Keir Starmer e Donald Trump non sono anime gemelle, quindi se quest’ultimo diventerà presidente, la gestione delle relazioni bilaterali in modo da migliorare, anziché indebolire, la sicurezza nazionale del Regno Unito sarà una delle principali priorità del nuovo governo”, ha concluso.


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