Usa, Giappone e Corea del Sud rafforzano la loro cooperazione trilaterale, in risposta all’aggressività di Russia, Cina e Corea del Nord e segnando una distensione tra Tokyo e Seul. Giappone prima tappa del tour indo-pacifico di Austin e Blinken, e gli Usa eleveranno il proprio comando in terra giapponese
Mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è in Cina, Usa, Giappone e Corea del Sud sempre più vicini. I tre Paesi – tramite i rispettivi ministri della Difesa, Lloyd J. Austin III, Kihara Minoru, Shin Won-sik, riunitisi a Tokyo in occasione della visita del segretario della Difesa statunitense – hanno firmato un memorandum di cooperazione in merito allo schema di cooperazione securitaria trilaterale (Tscf), annunciandone l’entrata in vigore. L’incontro segue un trilaterale simile a Camp David (Usa) nel 2023, ed anticipa quello del prossimo anno nella Repubblica di Corea.
Il Tsfc istituzionalizza la cooperazione securitaria trilaterale tra le rispettive autorità della Difesa al fine di contribuire alla pace e alla stabilità della penisola coreana, la regione indo-pacifica e oltre. Questo avrà luogo grazie a consultazioni ai livelli più alti, condivisione di informazioni, esercitazioni trilaterali e cooperazione in scambi della Difesa.
Si è trattato del primo trilaterale di questo tipo fuori dal suolo statunitense, segno tangibile del cambio dei tempi: tra le due capitali asiatiche persistono scorie dovute all’occupazione giapponese della penisola coreana, evidentemente messe da parte dal triangolo Cina-Russia-Corea del Nord. Non a caso, infatti, nel comunicato congiunto si parla di una “grave preoccupazione” circa la crescente cooperazione Mosca-Pyongyang e si parli di “opposizione ai tentativi unilaterali di cambiare lo status quo nelle acque dell’Indo-Pacifico, e condividono la preoccupazione relativa alle azioni non consistenti col diritto internazionale” – un vago richiamo alla Cina, in particolare in merito a Taiwan.
Usa e Giappone
In un contesto bilaterale, rafforzato dai due ministri degli Esteri, Anthony Blinken e Yōko Kamikawa, Washington e Tokyo hanno anche parlato della cooperazione in termini di missili. Si parla di sviluppo congiunto di batterie anti-missilistiche Pac-3 o Mse (di Lockheed Martin) e degli Amraam (di Raytheon). Non ci sono stati sostanziali sviluppi, ma le due parti hanno entrambe espresso soddisfazione per lo status della cooperazione.
Nel frattempo, e in conseguenza del bilaterale di cui sopra, il Pentagono ha annunciato la sua intenzione di elevare ed espandere il comando statunitense in Giappone, al fine di affidargli, tramite un generale a tre stelle, tutto il controllo operativo delle forze stanziate nel Paese. Il comando, che è ora amministrativo, acquisirà più responsabilità, pur restando parte del commando indo-pacifico (US IndoPacCom). Senz’altro, il nuovo Usfj avrà la responsabilità di organizzare esercitazioni integrate con le Forze di auto-difesa giapponesi, mentre rimane da capire se sarà integrato direttamente nelle forze di Tokyo; così avviene per le truppe statunitensi nel territorio sud-coreano e, nel caso di guerra, il generale Usa a quattro stelle prenderebbe il comando. Questo notevole miglioramento ne accompagna uno simile da parte del Giappone, che ha recentemente istituito un nuovo comando interforze.
Sono stati inoltre annunciati accordi bilaterali per costruire e riparare sistemi d’arma congiuntamente, condividere informazioni di intelligence e aumentare la presenza nelle isole Senkaku (giapponesi, reclamate dalla Cina), che si trovano vicino a Taiwan.
Il tour indo-pacifico di Blinken e Austin
I dieci giorni di visite istituzionali nell’Indo-Pacifico dei segretari di Stato della Difesa e Usa saranno estremamente rilevanti. Negli ultimi mesi dell’amministrazione di Joe Biden, si cercherà di portare il più avanti possibile la cooperazione tra Washington e i Paesi della regione, tra alleati e chi, invece, è soprattutto spaventato da Pechino. Ecco che, dopo il Giappone, verranno toccate Filippine, India e Australia. Le prime, come la Corea del Sud, sono cruciali nel controllo delle acque internazionali antistanti al territorio cinese, mentre India e Australia, con Giappone e Usa, formano il Quad. Durante gli incontri, ci si aspetta l’annuncio di nuove forme di cooperazione securitaria (i.e., Manila dovrebbe ricevere 500 milioni di dollari, nel lungo termine, per arginare la Cina nel mar Cinese Meridionale).