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Dal Diavolo veste Prada, al forno di comunità. Stanley Tucci in viaggio al centro dell’Italia

Di Federico Vincenzoni

Non si conosce molto del format e delle tappe che verranno toccate dal nuovo lavoro in fase di riprese realizzato dall’attore americano, di origini calabresi, con Bbc e National Geographic, ma pare sia certa una visita prolungata in Abruzzo, dove potrebbe trascorrere anche una giornata a Villa San Sebastiano Nuova… Ecco la storia del Forno di Villa

Se metti insieme National Geographic, la Bbc e Stanley Tucci e li trasporti in Italia alla scoperta dei luoghi meno blasonati, può accadere qualcosa di bello? La risposta è si, dal momento che l’attore, sebbene all’attivo abbia due Golden Globe e una nomination all’Oscar, ritenga essere più famoso come cuoco che come divo di Broadway.

Immaginiamo quindi che si sia divertito più in Julia & Julia (2009) nel ruolo di Paul, marito diplomatico di Julia Child, che a interpretare Nigel in Il Diavolo veste Prada (2006).

Le origini italiane di Stanley sono calabresi. Il nonno originario di Marzi, paesino ormai di 1000 anime, la nonna invece di Serra San Bruno, poco più di 6000, in Provincia di Vibo Valentia. Stanley, Stanislao per noi italiani, protagonista di due serie targate Cnn e intitolate Searching for Italy – qui un’intervista di presentazione della seconda serie -, racconta le sue origini utilizzando come filo conduttore la cucina locale o, ancora meglio, familiare, essenza culturale della provincia e fortuna della cucina italiana internazionale.

Non si conosce invece molto del format e delle tappe che verranno toccate dal nuovo lavoro in fase di riprese realizzato con Bbc e National Geographic, ma pare sia certo che ci sia una visita prolungata in Abruzzo con una particolare attenzione ai territori attigui al Parco Nazionale del Gran Sasso.

Inoltre pare che Stanislao abbia deciso di trascorrere anche una giornata a Villa San Sebastiano Nuova. Già, perché di questo paesino della Marsica ai piedi dei piani palentini ce ne sono due versioni dal 1955, quando un’alluvione fece franare il monte Aurunzo devastando il vecchio borgo.

Lo zelante Genio Civile di allora capitanato in loco dall’Ingegner Orlandi, fu ben coadiuvato dalla tenacia della popolazione e da una società civile che faceva politica attiva, Mario Bonifaci tra tutti. Cosi dal 1956 al 1959 si costruirono e consegnarono le prime case all’inglese, senza ringhiere, rivestite in mattoncini di cortina, dando ricovero e conforto alle tante famiglie che videro nel progetto del nuovo borgo rurale il loro futuro. Qualcuno pensò anche, per non far torto alcuno a personaggi storici e politici, che fosse opportuno nominare le strade all’americana; e lì, in fondo alla prima strada, nel tratto in cui la seconda e la terza la incrociano, nacque il forno.

Passano gli anni; il forno chiude perchè Bianca la fornaia non c’è più. Ma a Villa succede un fatto: una ragazza che ama cucinare e che diventa chef, dopo un intenso peregrinare di successo nelle cucine d’Italia, torna a Villa San Sebastiano, a casa sua, e comincia a guardare il forno abbandonato con gli occhi dell’amore. Sogna. Prende a pulirlo, capisce che può funzionare. Sperimenta anche le farine di Fabrizio, vicino di casa che della riscoperta degli antichi grani ha fatto la sua missione.

Il Forno diventa sexy, nel senso più gastronomico del termine. E cool, nel senso più americano del termine. Ma soprattutto quel diavoletto di Lucia Tellone che studia il passato per leggere il futuro, lo rende fruibile a tutti quelli che hanno voglia di tornare a fare il pane di comunità. E lo insegna anche ai bambini che sono la comunità del futuro, ai quali si sta tramandando un sapere che la generazione precedente aveva perduto.

Ora Stanley visiterà questo forno; incontrerà questa comunità e trascorrerà con loro tante ore che nel video finale saranno pochi minuti. Pietro Germi che forse Stanley ricorda per l’Oscar vinto con “Divorzio all’Italiana” (1963), voleva fare un film ambientato a Villa San Sebastiano. Il titolo era questo: “Perché di essi sarà il regno dei cieli”. Ma allora il forno funzionava ancora.



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