Tarquinio e Strada astenuti sulla risoluzione finale che conferma pieno sostegno a Kyiv. Divisioni anche nella maggioranza. Tajani ribadisce il no agli attacchi su suolo russo con armi occidentali
La prima risoluzione della legislatura del nuovo Parlamento europeo, che ha confermato pieno sostegno all’Ucraina davanti all’aggressione russa, ha visto il Partito democratico spaccarsi. Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti sulla risoluzione finale. Sul paragrafo che ribadisce il sostegno alla “eliminazione delle restrizioni all’uso dei sistemi di armi occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo” Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini si sono astenute; contrario il resto del gruppo, che ha dunque votato come Jordan Bardella, il suo Rassemblement National e il resto dei populisti di destra. I Verdi italiani, invece, hanno votato contro la posizione del loro gruppo.
Divisioni emerse anche tra i partiti della maggioranza che sostiene il governo Meloni. Ha votato contro la risoluzione anche la delegazione della Lega. A favore, invece, le delegazioni di Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Nel voto dettagliato sulla condanna alle iniziative diplomatiche del premier ungherese, Viktor Orbán, si sono espressi contro la condanna gli eurodeputati di Fratelli d’Italia che hanno comunque votato il testo complessivo. Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, ha spiegato che, quanto alle iniziative del primo ministro ungherese, “pur avendole già giudicate in maniera critica nei giorni scorsi, abbiamo votato contro la prima parte che conteneva un attacco strumentale al governo ungherese che nulla ha a che fare con le sorti dell’Ucraina. Coerentemente con questa impostazione abbiamo sostenuto le parti riguardanti il piano di pace di Kyiv e l’auspicio che la stessa Ungheria sblocchi i finanziamenti in favore dell’Ucraina”, ha aggiunto.
Commentando il voto, Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, ha ribadito che “l’Italia è contraria alla possibilità di concedere all’Ucraina di colpire con gli armamenti forniti a Kyiv il territorio russo”. Alla conferenza stampa conclusiva del G7 Commercio che si è tenuta a Villa San Giovanni, in Calabria, Tajani ha poi aggiunto che una risoluzione, come quella adottata oggi dal Parlamento europeo, “non è vincolante” e la posizione italiana “non cambia”.