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Vi spiego il ruolo delle Zes per lo sviluppo dell’IA e del metaverso. L’analisi di D’Amico

Di Maurizio D’Amico

Le Zone economiche speciali (Zes) emergono come nuovi epicentri dell’innovazione globale, soprattutto nei settori dell’IA e del metaverso, cruciali per la transizione digitale delle aziende. La vera sfida futura sarà creare quadri normativi che bilancino innovazione e tutela dei consumatori. L’analisi  di Maurizio D’Amico, membro del Board of trustees di The world free & special economic zones federation (Femoza)

In base ai più recenti dati della Banca Mondiale, tra i quindici maggiori Paesi esportatori di prodotti ad alta tecnologia figurano ben nove Paesi dotati di Zone economiche speciali high tech – oriented. Nei territori in cui ci sono Zes di questo tipo, ciò si è rivelato determinante per lo sviluppo economico e sociale, agendo come forte catalizzatore di investimenti con riflessi immediati per la crescita delle economie locali, come fattore generatore di nuovi posti di lavoro, richiedenti una qualificazione professionale specializzata dal punto di vista scientifico e tecnologico per soddisfare l’elevata produttività del settore, e infine come strumento di connubio collaborativo tra imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo, finalizzata alla produzione di innovazione, e università o istituti di istruzione superiore locali.

Tale assunto è confermato dal fatto che in Cina, al vertice della classifica della Banca Mondiale, il maggiore tasso di accelerazione dello sviluppo economico e sociale si è verificato nelle città in cui il Governo ha realizzato le c.d. high-tech zones di sviluppo industriale (Hidzs). Tra i settori high tech in maggiore espansione nelle Zes di tutto il mondo vi è senz’altro quello dell’IA e del metaverso, incluse nelle c.d. tecnologie di frontiera, che rappresentano strumenti essenziali per consentire alle aziende di adeguarsi alla fase di transizione digitale e che stanno incidendo sulle loro modalità operative e di fare affari, nonché sulla loro competitività.

Per quanto concerne l’AI, che secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad) è la capacità di una macchina di impegnarsi in attività cognitive tipicamente eseguite dal cervello umano, ciò sta avvenendo attraverso i sempre maggiori investimenti localizzativi di imprese operanti nella produzione di tecnologie ad essa correlate, quali robotica AI, machine learning e deep learning, tecnologia autonoma e con sensori, elaborazione del linguaggio naturale (Nlp), AI generativa, computer vision.

In Cina, nella free trade zone di Shanghai vi è la zona specializzata nell’AI che è l’area speciale di Lingang, che attrae numerose imprese di intelligenza artificiale supportando lo sviluppo di piattaforme per la ricerca e lo sviluppo, nonché i servizi, e che ha varato il programma “Lin-gang special area AI+”, avente l’obiettivo di rendere l’area un precursore nell’applicazione delle ultime scoperte nell’AI provenienti da tutto il mondo e di creare applicazioni innovative utilizzabili a livello globale. Ad esempio, SenseTime, l’azienda leader nel Paese, ha insediato nell’area speciale il proprio centro di calcolo intelligente e il segmento di business relativo ai veicoli intelligenti. Sempre nel far east, nella nuova Zes c.d. “cross country” istituita nel gennaio 2024 da Singapore e Malesia con l’obiettivo di creare la nuova Shenzen del sud asiatico, è interessante il progetto di IA tra le società Ytl power e Nvidia che sarà realizzato nel data center park di Ytl a Kulai, nello stato di Johor in Malesia.

Nel Vicino Oriente, confermano il ruolo pioneristico gli Emirati Arabi Uniti (Eau) che, nell’ambito della strategia per il sostegno all’IA 2031, varata per diventare leader globale nel settore, hanno creato vari programmi di incentivi nelle Zes/free zones del Paese per attrarre le imprese del comparto. Similmente, la Sharjah publishing city free zone, specializzata nel settore editoriale, mediatico e della tecnologia dell’informazione, prevede programmi di incentivi per attrarre imprese AI potenzialmente interessate a collaborare con società editoriali della Regione, nello sviluppo di applicazioni pratiche di machine learning per semplificare la produzione di contenuti. Infine, l’Ajman free zone nel 2021 ha presentato al Gitex Global il nuovo polo di IA e di Robotica, funzionale sia come sportello unico per imprese e startup, sia come luogo deputato per programmi di collaborazione con istituzioni accademiche ed enti governativi. Al contempo la free zone ha firmato alcuni protocolli d’intesa, tra cui quello con la divisione di cloud computing della Huawei, e quello con la multinazionale giapponese Nippon relativamente al miglioramento del comparto tecnologico e per indirizzare gli investimenti riguardanti l’IA e la robotica.

In Europa, tra le Zes più attive per lo sviluppo dell’AI vi è soprattutto quella di Łódź in Polonia, che nel 2023 è risultata la seconda migliore Zes europea. Alcuni esempi di imprese insediate sono la start-up indiana KlimaShift, che utilizza una piattaforma di decarbonizzazione basata sull’IA e l’apprendimento automatico per aiutare le piccole imprese a ridurre le bollette energetiche e contemporaneamente a decarbonizzare il proprio portafoglio energetico; il progetto Re_connect, che è uno spazio per uffici, conferenze e coworking di circa 2000 mq di estensione, comprendente, fra gli altri, una funzionalità metaversa chiamata Digital Alley, costituente l’estensione digitale dell’offerta dello spazio edilizio Re_connect, che consente sostanzialmente la combinazione tra lo spazio reale ed il suo gemello digitale; il Rethink Digital Hub, inaugurato all’inizio del 2024, che è un polo di digitalizzazione in cui agiscono istituzioni, mondo accademico, centri di ricerca e sviluppo, imprese e startup, finalizzato a essere un centro di formazione, consulenza e implementazione di servizi per micro imprese e Pmi nei settori delle nuove tecnologie, fra le quali il metaverso e l’IA. Inoltre, la Zes di Łódź, insieme con altre imprese, ha fondato la Scuola tecnica di automazione e robotica che forma professionisti specializzati nel settore.

Il metaverso, la cui definizione precisa è ancora in corso, sta progressivamente diventando un’altra componente di rilievo degli investimenti imprenditoriali effettuati nelle Zes a livello mondiale. Secondo il Comitato economico e sociale europeo, in relazione a un parere esplorativo richiesto dalla Commissione Europea nel 2023 circa un’iniziativa avviata sull’argomento, è “un universo digitale altamente connesso (spazio virtuale) che utilizza Internet, gli avatar e gli agenti software e li collega tra loro per creare un nuovo mondo fisico e virtuale, con ricadute sul contesto imprenditoriale, sulle condizioni di lavoro e sull’evoluzione della società civile”. Le sperimentazioni vincenti, soprattutto nei settori gaming, intrattenimento, turismo, educazione, sanità, moda, commercio al dettaglio, produzione industriale, immobiliare e finanziario, configurano uno scenario di mercato in continua crescita, che in base ad un’analisi di Bloomberg intelligence potrebbe raggiungere 800 miliardi di euro entro il 2024, mentre secondo un rapporto di Dmcc potrebbe superare i 3,4 trilioni di dollari entro il 2027.

Nel 2023 l’emirato di Ras al Khaimah ha creato la Rak digital assets oasis, una zona franca per le imprese operanti nella fornitura di risorse digitali e di altre tecnologie emergenti, fra le quali il metaverso, in cui è possibile creare un capitale azionario in criptovaluta. In Corea del Sud, l’Incheon free economic zone collabora con la piattaforma metaversa Zepeto, la più diffusa in Asia ed utilizzata da oltre 200 milioni di persone in tutto il mondo, che nel 2023 è stata premiata con il Storyworld award al Mews, uno dei più importanti eventi internazionali dedicati al metaverso.

Infine, la nuova frontiera è la creazione di Zes nel metaverso, nella forma di città Zes digitali o semplicemente di Zes digitali, ossia trasponendo il concetto e le funzionalità della Zes in un ambiente virtuale ma interconnesso a quello reale. Ciò permette alle imprese di poter accedere ai migliori contesti amministrativi, legislativi, fiscali, doganali presenti in una Zes virtuale, e di connettersi con un bacino di clienti e di eccellenze umane in ogni parte del mondo, prescindendo dai limiti della sede fisica e quindi eliminando i costi fissi, evidentemente con vantaggi maggiori di quelli ottenibili in una Zes reale. I potenziali utenti di queste Zes, di cui esistono esempi nei Caraibi e nella Repubblica Centrafricana, sono soprattutto organizzazioni autonome decentralizzate, nomadi digitali, piattaforme di e-commerce, aziende operanti soprattutto nelle tecnologie blockchain, dell’informazione e della comunicazione, dell’IA, ma anche semplicemente imprese che svolgono attività tradizionali.

Il connubio delle Zes con lo sviluppo dell’AI e del metaverso è una dimensione che racchiude in sé una logica ontologica coerente, se, fra le varie funzionalità riconosciute alle Zes, si esalta quella di essere eccezionali incubatori di idee, di imprese, di politiche innovative. Infatti, in nessun altro luogo lo sviluppo delle tecnologie avanzate può avere un migliore contesto ambientale, adeguato a favorire ricerca, sperimentazione e confronto, produzione e commercio. Anzi, alla fase evolutiva caratterizzata dalla diffusione di zone franche «di terza generazione», in cui prevale l’applicazione delle teorie economiche (come quelle di P. Romer e di M. Klugmann), sta seguendo quella delle zone franche «di quarta generazione» o Zes 4.0, in cui emerge l’importanza dell’applicazione pratica delle teorie informatiche come strumento di creazione di benessere, di ricchezza e quindi di attrazione di investimenti. Infatti, le Zes sono il luogo ideale per la transizione digitale e tecnologica, perché attraverso il legame con università o istituti di istruzione superiore locali garantiscono non l’incubazione accademica, ma l’incubazione speculativa dell’innovazione orientata al profitto.

Al contempo la creazione del miglioramento della qualità della vita attraverso l’uso delle tecnologie avanzate, consentendo l’attuazione della quinta rivoluzione industriale con la sua impostazione umanocentrica, rende possibile la configurazione anche delle c.d. Zes 5.0, laddove la loro specializzazione sia quella di favorire investimenti orientati ad accelerare lo sviluppo di una sistemica fluidità dell’interazione uomo-macchina. In tale scenario emerge, quindi, l’utilità delle Zes quali laboratori sperimentali di politiche innovative. Pertanto, il rapporto tra Zes, AI e funzionalità metaversa da un lato offre prospettive di mutua soddisfazione in termini di crescita, dall’altro rappresenta per l’intero cluster della tecnologia avanzata il migliore ambiente business-oriented possibile per le imprese, in cui testare e produrre prodotti innovativi, che, ontologicamente, possono soffrire maggiormente le frizioni con contesti ambientali imperniati su quadri regolamentari e burocratici tradizionali.

Nel caso della creazione di Zes nel metaverso risulta anche l’ulteriore vantaggio di testare indirettamente nuove forme di concertazione tra istituzioni e imprese, tra politica e mercato mediante la sperimentazione in un ambiente virtuale di modelli di governance innovativi, tarandone gli effetti per future applicazioni nel mondo reale. Tuttavia, per quanto concerne le prospettive di affermazione del modello Zes nel metaverso, tutto dipenderà dalla creazione di quadri normativi in grado di eliminare rischi di illiceità e di contemperare le esigenze dell’innovazione con quelle della tutela dei consumatori. Per la reputazione dell’intero universo degli strumenti di accelerazione dello sviluppo economico, questa è la priorità.



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