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Ecco come la Cina prolifera in Italia oltre la Via della Seta

È di oggi la notizia delle trattative in “fase avanzata” con Dongfeng. Ieri, invece, il terzo memorandum firmato al Mimit in meno di una settimana dopo l’intesa con il ministero dell’Industria di Pechino: al centro green e mobilità elettrica

Giorgia Meloni è rientrata da meno di una settimana dalla sua prima missione in Cina da presidente del Consiglio, occasione di incontro con il leader Xi Jinping dopo il mancato rinnovo del memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative (la cosiddetta Via della Seta).

A Pechino, Meloni ha sottoscritto l’accordo di cooperazione tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy e il ministero cinese dell’Industria e delle tecnologie dell’informazione. In pochi giorni, quell’intesa, predisposta dal ministro Adolfo Urso durante la sua precedente missione nella capitale cinse, ha già portato a tre annunci. L’ultimo, firmato ieri a Palazzo Piacentini alla presenza del ministro Urso, riguarda il memorandum d’intesa tra il ministero e FuturaSun, gruppo padovano specializzato nella produzione e vendita di celle e moduli fotovoltaici ad alta efficienza. Si tratta dell’unica azienda italiana che ha controllo su una fabbrica di semiconduttori per la produzione di celle fotovoltaiche in Cina, a Huaian, nella provincia del Jiangsu.

Si legge in una nota del ministero che l’accordo ha come obiettivo “quello di vagliare le opportunità di investimento in un sito industriale in Italia per produrre celle e pannelli solari da distribuire nei mercati di tutto il mondo” e che lo stesso “si inserisce nel più ampio quadro dell’accordo di cooperazione firmato a luglio a Pechino” con il ministero cinese “nei settori della tecnologia green e della mobilità elettrica”. Lo stesso comunicato evidenzia che l’azienda veneta sta anche avanzando piani per la realizzazione di una gigafactory di moduli ad alta efficienza in Italia, “con l’obiettivo di utilizzare l’esperienza sviluppata in Cina per sostenere la ripresa dell’industria fotovoltaica europea”.

Nei giorni scorsi, Alessandro Barin, amministratore delegato di FuturaSun che ha vissuto per più di vent’anni in Cina, aveva auspicato “una sorta di Via della Seta nel fotovoltaico che porti da noi i rappresentanti cinesi. “È quanto stiamo già facendo come FuturaSun”, società fondata 14 anni fa da lui e Xu Ning, oggi direttore operativo, “agendo in concreto come ponte industriale tra Europa e Cina”, aveva aggiunto.

Giovedì scorso era stato firmato un memorandum d’intesa preliminare di partnership strategica tra l’impresa italiana EuroGroup Laminations S.p.A., leader nella progettazione, produzione e distribuzione di statori e rotori per motori e generatori elettrici, e l’azienda cinese Hixih Rubber Industry Group, attiva nella componentistica per il mercato automotive. Il giorno dopo era stato siglato un memorandum d’intesa tra l’azienda italiana Bee Solar e la cinese Huasun per avviare una cooperazione strategica nell’industria fotovoltaica con l’obiettivo di realizzare un centro di produzione in Italia.

È di oggi, invece, la notizia, riportata per prima dall’agenzia Reuters, delle trattative in “fase avanzata” tra il governo italiano e l’azienda automobilistica cinese Dongfeng Motors. Al lavoro l’unità di attrazione degli investimenti esteri del ministero delle Imprese e del Made in Italy per la realizzazione di uno stabilimento produttivo in Italia che funga da hub per tutta l’Europa. Il progetto potrebbe coinvolgere anche imprese italiane del settore della componentistica e/o una partecipazione pubblica di minoranza.



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