La Cina impone restrizioni sulla produzione dei precursori della potente droga sintetica. Ad annunciarlo è la Casa Bianca, alle prese con una vera e propria emergenza nazionale. Il tema è al centro delle presidenziali
Per la prima volta in sei anni la Cina ha deciso di imporre restrizioni sulla produzione dei precursori del fentanyl, la potente droga sintetica che negli Stati Uniti ha causato circa 200 morti al giorno l’anno scorso ed è la principale causa di morte per gli americani di età compresa tra i 18 e i 45 anni. Ad annunciarlo è stata l’amministrazione Biden, con la Casa Bianca che ha parlato di un “prezioso passo avanti” che fa seguito a un incontro tra alti funzionari statunitensi e cinesi tenutosi a Washington la scorsa settimana all’interno del gruppo di lavoro sul contrasto al traffico illegale delle droghe sintetiche nato dal bilaterale tra i leader Joe Biden e Xi Jinping a novembre.
Come ricorda il Financial Times, nel 2019, la Cina aveva adottato misure per arginare le esportazioni di fentanyl negli Stati Uniti, spingendo però le organizzazioni cinesi a spostare la loro attenzione sulla produzione di sostanze chimiche necessarie per produrre la droga. È così che i precursori arrivano oggi ai cartelli in Messico che producono fentanyl per la distribuzione sul mercato statunitense.
Il governo cinese ha spiegato che dal 1° settembre sottoporrà a controlli tre ingredienti chimici: 4-AP, 1-boc-4-AP e Norfentanil. Nel 2022 gli Stati membri delle Nazioni Unite avevano concordato di imporre restrizioni internazionali sulle stesse sostanze chimiche, ma finora la Cina non aveva agito in questa direzione.
Il fentanyl è diventato un tema centrale nella politica americana. E lo sarà anche durante la campagna presidenziale che vede sfidare l’ex presidente Donald Trump per i repubblicani e l’attuale vicepresidente Kamala Harris per i democratici. Negli ultimi anni, il Congresso è diventato sempre più critico nei confronti della Cina per la crisi del fentanyl. In un rapporto di aprile, la commissione per la Cina della Camera ha accusato direttamente Pechino di alimentare la crisi e dunque l’instabilità sociale americana tramite programmi per premiare le aziende che esportano fentanyl e altre droghe illegali negli Stati Uniti. Accuse respinte dal governo cinese.