Il direttore della Missile defense agency Usa ha delineato tre importanti novità tecnologiche. Per il 2029, verrà aggiunto un nuovo sensore spaziale in grado di distinguere tra missili balistici e tra vettori difensivi e offensivi. Prosegue inoltre lo sviluppo del radar Ldrd, così a lungo raggio che sarà impiegato dalle Forze spaziali
Se lo “scudo stellare” è ancora fantascienza, l’utilizzo del dominio spaziale è sempre più cruciale in chiave difensiva. Mentre il presidente Usa Joe Biden annuncia per la prima volta una strategia nucleare che comprenda minacce coordinate tra Russia, Cina e Corea del Nord (con un occhio eventualmente a Teheran), il direttore della Missile defense agency (Mda), generale (Usaf) Heath Collins, ha illustrato importanti novità nel corso di un webinar organizzato da DefenseNews.
Collins ha fornito nuove informazioni circa un sensore sviluppato dalla Mda (ma che sarà poi schierato dalla Space force), il discriminating space sensor (Dss). “Discriminante” perché parliamo di un sensore in grado di distinguere i vari tipi di missili balistici, inclusi i più avanzati e complessi, e, soprattutto, di capire quali missili siano offensivi e quali siano destinati a scopi difensivi (i.e., intercettare missili avversari, magari pure statunitensi). Il Dss è una delle chiavi di volta della strategia dell’Mda per utilizzare lo spazio, e dovrebbe essere in orbita per il 2029. Quando la costellazione sarà operativa (con un numero di satelliti ridondante, schierati in orbite diverse), fornirà agli Usa un’immagine più granulare e, al contempo, più olistica, delle attività e minacce di Cina e Russia. Importante precisare che non si tratterà del primo sensore di questo tipo: lo scorso gennaio gli Usa hanno lanciavano i primi due satelliti dell’hypersonic and ballistic tracking space sensor, ottimizzato per guidare i missili verso obiettivi (i.e., missili nemici in avvicinamento) meno visibili.
Già il prossimo anno, invece, Mda procederà con un importante test per il Long-range discrimination radar (Ldrd) di Lockheed Martin. Si tratta di un sistema basato sulla terra che integrerà lo scudo statunitense contro i missili balistici. Il test del 2025 sarà condotto su un reale missile balistico, avendo il radar già superato a pieni voti i precedenti test. Importante osservare che anche questo sistema sarà schierato dalla US Space force, a riprova della necessità di integrare la difesa missilistica con una visione spaziale.
In ultimo, in dicembre 2024, l’agenzia guidata dal generale Collins pianifica di condurre il primo test del radar An/Tpy-6, disegnato specificatamente per supportare la complessa architettura difensiva di Guam con tecnologia in parte presa dall’Ldrd. Per quanto le prime installazioni siano previste per fine 2025, il test avverrà già a Guam, quasi a sottolineare quanto si stiano scaldando le acque del Pacifico.