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Mbda punta sulla difesa aerea a corto raggio. Ecco il nuovo Manpads

Di Filippo Del Monte

Il consorzio della difesa ha presentato il nuovo sistema di difesa aerea a corto raggio, sviluppato per rispondere alle esigenze delle forze armate di Roma ma anche per l’esportazione ai Paesi partner

Mbda ha presentato al Farnborough International Airshow da poco concluso il nuovo Manpads Vshorad, un sistema di difesa aerea a cortissimo raggio spalleggiabile, sviluppato per le esigenze dell’Esercito Italiano e che sarà anche esportato in futuro.

Il missile Shorad si caratterizza come un intercettore supersonico, fire and forget, all-day, dotato di un seeker con capacità di elaborazione delle immagini e in grado di contrastare caccia, elicotteri e droni di piccole dimensioni.

Per rispondere a quanto richiesto dall’Esercito, lo Shorad è stato sviluppato per essere sia spalleggiabile che installato sui veicoli in dotazione alla Forza Armata, come il Vtlm2 4×4 (la versione aggiornata e migliorata del Lince) ed il Vbm 8×8 Freccia. Inoltre, lo Shorad potrebbe equipaggiare anche i veicoli dotati di torrette automatizzate, che entreranno in futuro nelle dotazioni dell’Esercito.

Inoltre, lo Shorad farà parte del sistema SkyWarden di Mbda, ideato per il contrasto dei droni. Fin dalle prime fasi di studio, lo Shorad è stato pensato come arma scalabile e modulabile, che sono due caratteristiche ormai sempre più richieste dall’Esercito Italiano e, più in generale, dai vari programmi Nato per l’antiaerea e le piattaforme terrestri.

Sviluppato per sostituire l’americano Fim-92 Stinger (prodotto dalla Raytheon Missile Systems ed entrato in servizio nell’ormai lontano 1981), il Manpads Shorad potrà equipaggiare anche le truppe paracadutiste ed anfibie grazie alla sua facilità di trasporto.

In particolare, in considerazione delle modalità d’impiego delle forze paracadutiste ed anfibie – le quali si troverebbero ad operare in caso di conflitto convenzionale in condizioni difficili, spesso in inferiorità numerica ed in territorio controllato dal nemico – dotarle di un missile spalleggiabile che possa contrastare anche i velivoli unmanned costituisce un evidente passo avanti verso la modernizzazione dell’Esercito.

L’estensione della “capacità antiaerea” (e antidrone) ad unità di soldati sempre più piccole, dunque l’ alleggerimento e l’ampliamento delle disponibilità dei missili spalleggiabili, è una delle chiavi del successo tattico e dell’aumento delle possibilità di sopravvivenza. Ucraina docet.

Così come dotare anche piccole unità di fanteria leggera – come sono quelle paracadutiste e anfibie – di capacità antiaerea e anti-Uas è una delle strade per il contrasto delle tattiche A2/AD, sempre più utilizzate in conflitti in corso (in Ucraina) o teorizzate in quelli futuri/possibili (Taiwan, isole del Mar Cinese Meridionale).

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