Corea del Sud e Stati Uniti si addestrano a prevenire eventuali attacchi nordcoreani, anche atomici, attraverso l’esercitazione Ulchi Freedom Shield. Ci riguarda da vicino, perché la sicurezza dell’Indo-Pacifico interessa anche lo spazio euro-atlantico, come sottolineato anche dall’ambasciatore in Italia della Repubblica di Corea, Lee Seong-ho, a Formiche.net
Prepararsi ad attacchi nordcoreani attraverso i vari domini, sia classici (terrestre, marittimo e aereo), sia nuovi, come lo spettro elettromagnetico, lo spazio e il cyber. È l’obiettivo dell’annuale esercitazione Ulchi Freedom Shield condotta dalle Forze armate della Corea del Sud insieme agli Stati Uniti. Quella di quest’anno si preannuncia essere l’edizione più grande in termini di singoli eventi e numero di truppe coinvolte. L’esercitazione si protrarrà fino al 29 di agosto, e vedrà anche un’esercitazione della protezione civile sud-coreana in risposta a un potenziale attacco atomico dal nord, la prima volta che viene condotta un’operazione del genere.
Come già accaduto negli anni passati, dal nord del 38° le reazioni sono state bellicose, ma non forti. Mentre l’esercitazione veniva lanciata, i media di Pyongyang hanno pubblicato una foto del leader Kim Jong Un intento ad osservare dei lanci di missili strategici – capaci, quindi, di portare testate nucleari. Le immagini, però, risalgono a poco dopo l’incontro tra i ministri della Difesa di Stati Uniti, Giappone e Repubblica di Corea avvenuto a fine luglio.
Quest’ultimo trilaterale va letto nel segno del parallelo rafforzamento dei rapporti militari tra la Corea del Nord e la Russia (la Cina si mantiene, per adesso, leggermente più defilata, ma il triangolo è già più reale in campo economico). Il 18 giugno, infatti, il presidente russo Vladimir Putin, si era recato a Pyongyang, accompagnato da una folta schiera di ministri, per ricambiare la visita dell’omologo nordcoreano. Il nuovo “Trattato di partenariato strategico globale” (quello precedente risaliva al 1961) ha infatti risvolti prettamente bellici: assistenza militare e un aumento delle forniture di armi e munizioni atte all’aggressione contro l’Ucraina.
Formiche.net ne ha parlato con l’ambasciatore in Italia della Repubblica di Corea, Lee Seong-ho, che ha sottolineato: “La guerra in corso in Ucraina e il rafforzamento della cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord sono esempi rappresentativi dell’approfondimento dei legami securitari tra l’Europa e la regione indo-pacifica”. Poiché “in questo contesto, la Corea del Sud mira a contribuire alla protezione dei valori universali e dell’ordine internazionale basato sulle regole rafforzando i suoi legami con la Nato”, l’ambasciatore ha spiegato come sia “degno di nota che, nel corso del summit Nato di luglio, il terzo anno di partecipazione di Paesi partner indo-pacifici, siano stati definiti i Nato-Ip4 Key cooperation projects. Sono stati siglati degli accordi per perseguire progetti cooperativi in aree come il supporto per l’Ucraina, la sicurezza cibernetica, la lotta alla disinformazione e le nuove tecnologie.”
L’interconnessione tra la sicurezza dell’area indo-pacifica e quella atlantico-mediterranea è, quindi, sempre più stretta: Roma, Londra e Parigi sembrano aver avviato una rotazione annuale per schierare sempre una portaerei europea nella regione. Al momento il compito è svolto dal gruppo portaerei italiano di Nave Cavour (a cui si è di recente affiancata anche la nave scuola Vespucci nel corso del suo giro intorno al mondo). Con una visione olistica, Lee Seong-ho ha dichiarato: “L’Italia ha partecipato attivamente nella strategia indo-Pacifica dell’Ue. Nel 2023, il pattugliatore Morosini ha navigato la regione indo-pacifica per cinque mesi, visitando 14 Paesi. Quest’anno, il Cavour e il suo carrier strike group incrociano le acque dell’Indo-Pacifico. Queste attività – ha continuato l’ambasciatore – dimostrano l’impegno e la capacità dell’Italia di contribuire alla libertà di navigazione e al rispetto del diritto internazionale nell’Indo-Pacifico. Mentre la Corea del Sud espande il suo ruolo oltre la penisola coreana nella più ampia regione indo-pacifica e mira a contribuire all’ordine basato sulle regole, speriamo che la cooperazione tra Corea e Italia, all’interno della cornice di cooperazione indo-pacifica Corea-Ue, possa anch’essa approfondirsi e svilupparsi.”
Infatti, “in quanto nazioni di punta nelle tecnologie avanzate in Asia e Europa, la Corea del Sud e l’Italia hanno un significativo potenziale per la cooperazione in campi come Difesa e aerospazio. I due Paesi possono contribuire insieme alla sicurezza, e supportare l’ordinamento internazionale basato sulle regole, della regione euro-indo-pacifica cercando la cooperazione in modo continuativo in campi avanzati, a livello bilaterale e all’interno della cornice della cooperazione Nato-Ip4”.