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Pitch Black 2024. Il ruolo crescente dell’Italia nell’Indo Pacifico spiegato da Caffio e Nones

Di Alessandro Bassetti e Francesca Lenzi

L’ammiraglio Caffio e il vicepresidente dell’Istituto affari internazionali Nones commentano l’esercitazione Pitch Black, appena terminata in Australia, che ha visto per la prima volta la partecipazione italiana. L’evento segna un passo significativo nell’espansione delle operazioni dell’Italia nell’Indo-Pacifico, evidenziando la cooperazione interforze e l’importanza strategica della regione. Ora rotta verso il Giappone per l’Esercitazione Rising Sun

È terminata venerdì 2 agosto in Australia la Pitch Black 2024, esercitazione multinazionale e interforze a cadenza biennale a cui, per la prima volta, l’Italia ha partecipato con l’invio della propria ammiraglia, la portaerei Cavour, ed il suo gruppo di battaglia, impegnati in un dispiegamento di respiro globale in Indo-Pacifico.

“La partecipazione della Marina italiana all’esercitazione internazionale Rimpac con il pattugliatore polivalente d’altura Montecuccoli, che è la più moderna nave italiana, nelle acque hawaiane, conferma la crescente attenzione con cui l’Italia guarda allo scenario internazionale, con particolare riferimento all’Indo-Pacifico. È infatti la prima volta che una nave italiana è presente in quella che è la più importante esercitazione internazionale marittima”, ha detto ad Airpress Michele Nones, vice presidente dell’Istituto affari internazionali. “Lo stesso messaggio viene dalla partecipazione di nave Cavour, la nostra portaerei, accompagnata dalla fregata Alpino, all’esercitazione Pitch Black 24, insieme a velivoli dell’aeronautica militare, nelle acque australiane”, ha continuato.

L’esercitazione, iniziata il 12 luglio appoggiandosi alla base australiana di Darwin, ha visto coinvolte 20 nazioni: Italia, Australia, Brunei, Canada, Figi, Francia, Germania, India, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Papua Nuova Guinea, Nuova Zelanda, Regno Unito, Repubblica di Corea, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Thailandia. Dispiegati 140 velivoli e 4.400 uomini, impegnati in più di 1700 missioni su di un’area della Grandezza della Gran Bretagna, come riportato dal commodoro aereo australiano Pete Robinson, l’ufficiale a capo dell’intera esercitazione.

Il dispiegamento dell’ammiraglia conferma le ambizioni dell’Italia di rendersi attore sempre più proattivo nell’Indo-Pacifico. Le visite del capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, del capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare, generale Luca Goretti, nonché del comandante del comando marittimo Sud, ammiraglio Vincenzo Montanaro, sono ulteriore testimonianza dell’importanza che l’Italia ha dato a questa prima partecipazione a Pitch Black. Da questa esperienza si sono volute trarre ulteriori indicazioni riguardo alle capacità logistiche e di proiezione a lunga (anzi lunghissima) distanza, così come riguardo alle capacità di interazione con i Paesi alleati.

Anche l’ammiraglio Fabio Caffio ha commentato con Airpress l’esercitazione, sostenendo che “l’intesa interforze Marina Militare ed Aeronautica Militare non è mai stata così stretta come ora, grazie anche alla soluzione di consentire all’Aeronautica Militare l’imbarco con F35B e, quindi, realizzare una reale interoperabilità in mare. Segnali di questa inedita ma a lungo auspicata e cercata collaborazione si traggono anche dal fatto che il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica ha più volte partecipato, negli ultimi tempi, ad eventi riguardanti la marittimità assieme al Capo di Stato Maggiore della Marina”.

Il contingente italiano, il più sostanziale fra quelli dei Paesi europei, ha visto da un lato in azione il Cavour, in grado di imbarcare i caccia di quinta generazione F-35B e i caccia  AV8B+, dall’altro l’Aeronautica anch’essa con gli F-35, Eurofighter, KC 767 (aviorifornitore)  e velivolo Caew (Conformal airborne early warning) con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni. L’operazione è divenuta occasione per conseguire l’initial operational capability sea-based dei velivoli F-35B, confermando di fatto l’Italia come unica nazione dell’Unione europea in grado di garantire le capacità interforze nazionale di proiezione dal mare di velivoli di quinta generazione.

“La presenza del nostro comandante in capo della squadra navale l’ammiraglio De Carolis a Honolulu testimonia, in aggiunta, l’importanza che l’Italia segna a questo teatro e la sua volontà di collaborare anche qua con l’Alleato americano”, ha aggiunto Nones. “È un’iniziativa quindi nel complesso di alto valore strategico che però dovrebbe essere accompagnata da una più coerente posizione di governo e Parlamento nell’assegnare alle Forze Armate le maggiori risorse finanziarie che sono indispensabili per sostenere l’aumento delle nostre capacità di difesa e sicurezza”.

Durante l’esercitazione un velivolo Efa 2000 dell’Aeronautica è precipitato al suolo per cause al momento non chiare. Il pilota è riuscito ad eiettarsi e le sue condizioni sono stabili e non gravi.

L’espansione delle ambizioni italiane nell’Indo Pacifico

La significativa presenza italiana nell’esercitazione Pitch Black 2024 si inserisce nel più ampio contesto del nuovo attivismo italiano nell’oceano Indiano, e della volontà di promuovere la filiera industriale nazionale.

“Conferma del classico ruolo della Marina di diplomazia navale e di presenza in spazi marittimi solcati da operatori marittimi nazionali in cui va perciò garantita la libertà di navigazione. Al riguardo, va notato come l’Italia si affaccia per la prima volta in mari lontani con l’intento di mostrare bandiera verso i Paesi della regione quale membro del G7. Quanto alla questione della libertà di navigazione nel Mar Cinese Meridionale deve infine osservarsi che la nostra posizione è di collaborazione con il gruppo di alleati orientato contro le pretese egemoniche marittime cinesi, ma non di condivisione delle azioni di protesta in mare adottate dagli Stati Uniti”, ha spiegato l’ammiraglio Caffio.

Non è certo un caso, infatti, che la nave Amerigo Vespucci sarà presente nella stessa città di Darwin ad inizio ottobre per promuovere il sistema-Paese e l’industria d’eccellenza del settore. Così come le successive soste del Cavour – tra le altre in Giappone, India, Pakistan e Arabia Saudita – si propongono di presentare ai partner il meglio che l’Italia ha da offrire.

“Definizione di una stretta e fattiva cooperazione col Giappone nel campo dell’addestramento militare ed industriale, in attuazione delle premesse poste dal ministro Crosetto durante la sua visita a Tokyo”, ha continuato Caffio. “I rapporti tra Italia e Giappone in effetti sono eccellenti da sempre, in relazione ai tanti interessi comuni, cui ora si è aggiunto anche quello militare. Abbandonata la sua politica di disarmo imposta dal trattato di pace, ora il Giappone ha ritrovato la capacità di proteggere i suoi diritti, in forma di deterrenza, insidiati da una Cina sempre più aggressiva nei mari di casa del Giappone”, ha concluso l’ammiraglio.

Tra le soste del dispiegamento indo-pacifico del carrier strike group del Cavour, fondamentale sarà la prossima in Giappone, e specificamente a Misawa dove i velivoli e personale italiani prenderanno parte all’esercitazione dell’Aviazione giapponese Rising Sun 2024. Già nell’agosto 2023 l’Aeronautica militare e la Forza di autodifesa giapponese (Jasdf) condussero un’esercitazione militare congiunta in cui si era anche celebrato il Centenario della nostra Aeronautica. Gli obiettivi anche quest’anno rimangono il trarre maggiori indicazioni circa le capacità operative delle nostre Forze Armate in teatri a grande distanza dal Paese, così come il cementare i rapporti con l’alleato nipponico, partner strategico dal 2022 con cui l’Italia (ed il Regno Unito) stanno sviluppando i caccia di nuova generazione del Progetto Gcap (Global combat air programme). La presenza italiana all’esercitazione è anche direttamente legata alla visita a inizio febbraio del primo ministro Giorgia Meloni dall’omonimo Fumio Kishida.


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