Completato con successo il primo test di volo del missile ipersonico degli Stati Uniti, avvicinando il suo dispiegamento operativo e rappresentando un avanzamento significativo nella corsa agli armamenti ipersonici contro Cina e Russia. Tuttavia, la piena affidabilità del sistema di questa tecnologia solleva implicazioni geopolitiche e strategiche di grande rilevanza che potrebbero alterare gli equilibri di potere globali
L’esercito degli Stati Uniti ha annunciato il successo del completamento del primo test di volo completo del suo missile ipersonico, un passo fondamentale che avvicina la possibilità di un prossimo dispiegamento operativo. Questo risultato segna una svolta significativa nella corsa internazionale agli armamenti ipersonici, che vede coinvolte anche le potenze cinesi e russe.
Il tenente generale Robert Rasch, direttore dell’Ufficio delle capacità rapide e tecnologie critiche, ha condiviso con Defense News, l’entusiasmo per il progresso raggiunto, sottolineando l’importanza strategica di questa nuova capacità. “Siamo molto vicini”, ha dichiarato Rasch, avvertendo, tuttavia, che ulteriori test saranno necessari prima di poter prendere una decisione definitiva sul futuro di questo missile ipersonico lanciato da terra.
Il test di volo, avvenuto presso il Pacific missile range facility alle Hawaii nel maggio 2024, rappresenta un successo tanto atteso dopo una serie di tentativi falliti o interrotti nei mesi precedenti. Questo missile è parte di un programma di sviluppo congiunto tra l’esercito e la marina degli Stati Uniti, e la versione testata è stata prodotta dall’industria privata, un risultato senza precedenti per il settore industriale americano, che non aveva mai costruito un’arma ipersonica prima d’ora.
Le armi ipersoniche, capaci di viaggiare a velocità superiori ai 6.000 km/h, rappresentano una sfida tecnologica notevole. La loro capacità di manovrare a diverse altitudini rende estremamente difficile il loro rilevamento e intercettazione. Il corpo ipersonico comune (common hypersonic glide body), che include la testata del missile, il sistema di guida, i cavi e lo scudo di protezione termica, è al centro di questo sviluppo tecnologico avanzato.
Nonostante i progressi, i programmi di sviluppo missilistico solitamente richiedono circa dieci anni per essere completati. Sebbene il programma dell’arma ipersonica a lungo raggio sia attualmente solo a metà del percorso, il ritardo di oltre un anno rispetto alla tabella di marcia iniziale ha creato preoccupazioni tra gli osservatori. Tuttavia, l’esercito ha già completato la consegna della prima capacità missilistica ipersonica, anche se priva dei proiettili completi, al 5° Battaglione del 3° Reggimento di artiglieria da campo, 17ª Brigata di artiglieria di campo, presso la Joint Base Lewis-McChord nello stato di Washington.
Il piano originale prevedeva l’addestramento sull’equipaggiamento e la ricezione dei proiettili nell’autunno del 2023, ma una serie di test falliti ha spostato ulteriormente questa scadenza. Le sfide non riguardavano tanto i missili in sé, quanto piuttosto il processo di accensione e lancio, che ha portato alla sospensione di test nel marzo, ottobre e novembre dello scorso anno.
Questa evoluzione nell’armamento ipersonico non è solo una questione di superiorità tecnologica, ma solleva anche importanti questioni strategiche e morali. L’impiego di tali armi potrebbe infatti alterare significativamente l’equilibrio di potere a livello globale, aumentando i rischi di escalation in conflitti già esistenti o potenziali. La necessità di garantire il funzionamento impeccabile di questi sistemi, come sottolineato da Rasch, riflette non solo la complessità tecnica del progetto, ma anche la gravità delle implicazioni geopolitiche in gioco.