Gli “sizheng” nelle scuole e nelle università in Cina cercano di rafforzare la lealtà degli studenti nei confronti del Partito comunista cinese. Esistono dall’inizio degli ’90, ma nel governo di Xi Jinping hanno cambiato contenuto… Ecco perché sono impopolari e cosa vogliono dire davvero sullo stato dei giovani in Cina
L’istruzione patriottica in Cina non è un’alternativa. Il governo di Xi Jinping impone la “sizheng” o corsi di educazione politica. Ma a differenza dell’entusiasmo che secondo la propaganda cinese esiste, la realtà è che tra gli studenti regna la noia e l’indifferenza.
Un articolo del quotidiano inglese Financial Times sostiene che nelle classi il morale è basso. Quattro ore di istruzione obbligatoria sulla politica e la linea patriottica sono forse troppe: “Un quarto degli studenti dorme e circa la metà è impegnata con altri corsi”. Le quattro ore hanno un programma bisettimanale, che è un solo modulo. Le lezioni di questi corsi di educazione politica includono approcci socialisti cinesi a politica, cultura ed economia.
I laureati devono seguire almeno un modulo obbligatorio più uno elettivo. Alcuni possono seguirne anche di più. Chi ha la laurea triennale può richiedere fino a otto moduli, mentre le scuole primarie e superiori insegnano contenuti attraverso lezioni come “moralità e diritto”. Tutte vengono valutate tramite una rigorosa presenza, compiti ed esami finali.
In questi corsi delle scuole e delle università in Cina, si cerca di rafforzare la lealtà degli studenti nei confronti del Partito Comunista Cinese. Esistono dall’inizio degli ’90, ma nel governo di Xi Jinping hanno cambiato contenuto per enfatizzare sulla sicurezza nazionale e la filosofia del presidente. Tra le scelte ci sono lezioni come “Marxismo e metodologia delle scienze sociali” e “Pensieri di Xi Jinping sullo stato di diritto”.
Per il leader cinese i corsi stanno funzionando come previsto. A primavera, ha dichiarato che l’autostima degli studenti è migliorata grazie a questi corsi e che “la loro prospettiva mentale è vivace”. Ma è davvero così? Uno studente ha detto al Financial Times che pensa che gli sizheng siano una perdita di tempo. L’accusa è che richiedono troppi corsi da frequentare e sono molto noiosi.
Un altro studente ha spiegato che le sue lezioni richiedevano otto compiti di riflessione: “Ne ho persi due e mi sono stressato molto. Se non superi un corso di sizheng, sei fregato. Dovrai ripeterlo il semestre successivo o potresti addirittura non superare l’intera laurea”.
L’impopolarità dei corsi riflette lo stato d’animo dei giovani nei confronti della classe dirigente cinese. “La disoccupazione giovanile è alta e un sondaggio sulla salute mentale del governo cinese del 2022 ha mostrato che quasi un quarto dei 18-24enni ha affrontato un rischio di depressione”, precisa il Financial Times.
Ning Leng, professore di Politiche pubbliche alla Georgetown University, crede che “sarebbe difficile oggigiorno convincere i giovani che lo Stato sta migliorando la loro vita”. I corsi obbligatori sembrano essere un tentativo per distrarre i ragazzi dai problemi della Cina, che però non sembra funzionare.