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Consumo illecito di sigarette, in Europa cresce ma l’Italia è un esempio nel contrasto. Rapporto Kpmg

Di Federica Onnis

Le sigarette contraffatte vendute nel 2023, circa 12,7 miliardi (36% del totale), arrecano ai governi dell’Ue una perdita di circa 11,6 miliardi di euro di entrate fiscali, rispetto agli 11,3 miliardi persi del 2022. Chi c’era e cosa si è detto alla presentazione a Bruxelles dell’annuale Rapporto Kpmg sul consumo illecito di sigarette in Europa

Bruxelles – Presentato questa mattina da Philip Morris International (PMI) l’annuale Rapporto KPMG sul consumo illecito di sigarette in Europa, che evidenzia un allarmante incremento dei livelli di contrabbando e di contraffazione di sigarette in Europa, con 35,2 miliardi di sigarette illecite consumate solo nel 2023, pari all’8,3% del consumo totale.

I dati sono chiari: le sigarette contraffatte vendute nella regione nel 2023, circa 12,7 miliardi (36% del totale), arrecano ai governi dell’Ue una perdita di circa 11,6 miliardi di euro di entrate fiscali, rispetto agli 11,3 miliardi persi del 2022. Ma il problema non risiede solo nella perdita economica in sé, quanto nel guadagno di queste cifre da parte della criminalità organizzata internazionale.

Come fa notare Christos Harpantidis, vicepresidente senior degli affari esteri di PMI: “Stiamo assistendo a un’evoluzione dei gruppi criminali organizzati in Europa, poiché stanno collocando sempre più impianti di produzione in prossimità dei paesi dell’Europa occidentale. Consideriamo questo fenomeno una diretta conseguenza di politiche fallimentari che non hanno fatto abbastanza per frenare il commercio illecito, mettendo a rischio consumatori, governi, imprese legittime e la società”.

UNO SGUARDO ALLA MAPPA: 38 PAESI EUROPEI ANALIZZATI

Il Paese dell’Europa occidentale più colpito dal fenomeno è la Francia, che rimane in testa alla classifica con 16,8 miliardi di sigarette illecite consumate e una perdita stimata di 7,3 miliardi di euro. Dati negativi anche per il Regno Unito e per l’Ucraina, che rimane il paese con il secondo volume più alto di sigarette illecite consumate, pari a 8,4 miliardi.

 

Per la prima volta dal 2006, anno di avvio dello studio annuale di Kpmg, il campo di ricerca è stato ampliato ad un totale di 38 Paesi, ossia i 27 Stati membri dell’Ue più Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia, Svizzera, Ucraina e Regno Unito. Questo allargamento dell’analisi ci permette oggi di affermare che il problema interessa maggiormente la regione occidentale (Francia, Regno Unito, Irlanda) e quella scandinava-baltica (soprattutto Norvegia, Finlandia e Lituania), in cui il costo delle sigarette e le tassazioni sono più elevate, rispetto ai paesi della zona meridionale (Spagna, Portogallo e Italia).

“È davvero incoraggiante vedere una diminuzione del consumo illecito in Paesi come Italia, Polonia, Romania e Spagna. Dobbiamo continuare a lavorare insieme alle forze dell’ordine e ai governi per garantire che il commercio illecito non diventi un problema ancora più grande in tutta l’Ue”. Così si è espresso Massimo Andolina, Presidente Regione Europea PMI, in una nota stampa inviata a margine dell’evento. “Il commercio illegale mina gli sforzi per ridurre la diffusione del fumo, è dannoso per la salute pubblica e per i consumatori e crea danni finanziari ai governi e agli operatori legali. È importante fare di questa lotta una priorità assoluta, consentendo al contempo che i prodotti senza fumo siano disponibili e accessibili a tutti i fumatori adulti che non smettono di fumare”, aggiunge.

ITALIA MIGLIOR MODELLO PER IL CONTRASTO DEL FENOMENO

Nel corso della conferenza, l’Italia è stata più volte citata come esempio di “best practice” nel contrasto del fenomeno. Il volume e la quota di consumi illeciti nel nostro paese sono infatti diminuiti di oltre la metà dal 2019, passando rispettivamente da 2,61 nel 2019 a 1,07 miliardi nel 2023, e dal 3,9% all’1,8% del consumo totale dal 2019 al 2023, per quanto la perdita stimata di entrate fiscali ammonti a circa 219 milioni di euro.

Il risultato ottenuto, così come emerge dal rapporto Kpmg, è anche merito del rafforzamento dei controlli da parte delle forze dell’ordine locali e regionali che, solo nel 2023, hanno sequestrato almeno 113 siti clandestini di produzione di sigarette, localizzati in 22 Paesi europei.

“Le forze dell’ordine hanno svolto un ruolo fondamentale nello smantellare i circuiti criminali che si occupano della produzione clandestina di sigarette in tutta Europa e le operazioni di contrabbando transfrontaliere. Tuttavia, se vogliamo arginare del tutto il commercio illecito nella regione, abbiamo bisogno di un approccio olistico che integri pene severe e una decisa applicazione della legge con campagne di sensibilizzazione sull’impatto reale del commercio illecito, un ambiente fiscale e normativo prevedibile in cui i fumatori adulti non siano spinti verso il mercato nero, e una strutturata collaborazione pubblico-privato”, ha detto Harpantidis.

Sull’importanza della collaborazione fra pubblico e privato, ha insistito ripetutamente anche Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia e rappresentante dei produttori italiani.

“Il modello italiano per il contrasto al contrabbando di sigarette illecite ha due ingredienti: il primo, è una piena integrazione fra gli agricoltori, chi produce e trasforma, come Philip Morris, e chi vende, come la Federazione dei tabaccai, assicurando a ciascuno il proprio margine e condividendo insieme valori e regole da rispettare. Il secondo, è la collaborazione fra pubblico e privato, perché tutti gli stakeholders abbiano un dato aggiornato sull’evoluzione del contrasto al consumo illecito di tabacco, che è fondamentale”.



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