Sono stati identificati e sanzionati alcuni canali digitali usati dalla macchina di disinformazione del Cremlino per intervenire sul voto del 5 novembre prossimo. Tutti i dettagli
La propaganda russa sta cambiando. Dopo avere usato i grandi media, ora la strategia di disinformazione di Mosca si concentra sui social network e il potere degli influencer. Con pagamenti sottobanco e oscure donazioni, il Cremlino evade le sanzioni internazionali pagando direttamente piccole imprese che operano in rete.
Il Dipartimento di Stato americano ha già comunicato la lista di individui e imprese che sono sanzionati. E secondo loro esiste “un documento di pianificazione interna creato dal Cremlino nel quale si evidenza l’obiettivo della campagna di assicurare il risultato preferito dalla Russia nelle elezioni”.
Ma come è stato individuato, questa volta, il piano di disinformazione? Merrick Garland, procuratore generale degli Stati Uniti, aveva denunciato l’uso di “influencer” americani da parte di mezzi di comunicazione legati al governo russo per diffondere messaggi favorevoli al Cremlino.
Un comunicato dell’Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro sostiene che il direttore dell’emittente statale RT (prima Russia Today) si era impegnato “in uno sforzo ancora più nefasto di arruolare sotto copertura influencer americani per sostenere la loro campagna di influenza maligna”.
Per Antony Blinken, segretario di Stato, RT ha contrattato un’impresa privata per pagare milioni di dollari ad americani che distribuiscono, senza sapere, il messaggio del governo russo con cui si cerca di influenzare nelle elezioni statunitensi, erodendo la democrazia: “La cupola direttiva di RT ha conoscenza diretta e volontaria di questo fatto. Adesso sappiamo che RT ha smesso di essere un semplice mezzo di comunicazione”.
L’emittente avrebbe finanziato un’impresa, con sede nel territorio americano, per la creazione di contenuto favorevole alla Russia. Si tratta di circa 2000 video della propaganda russa che sarebbero costati circa 10 milioni di dollari. La missione era “bombardare propaganda e disinformazione attraverso i social network per il pubblico americano”, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Usa.
Ad ora la Procura di New York ha sanzionato Kostiantyn Kalashnikov e Elena Afanasyeva, dipendenti di RT a Mosca, che hanno di fatto eseguito l’operazione. Non sono stati ancora identificati i lavoratori del sito Tenet, con sede a Tennessee, che avrebbero collaborato con loro. I video prodotti, con idee e opinioni favorevoli alla Russia, sono stati diffusi su X, TikTok, Instagram e YouTube.
Tenet ha cominciato a operare nel 2023 e avrebbe, secondo le autorità americane, circa 16 milioni di visualizzazioni su YouTube con più di 2000 video. Quasi tutti, probabilmente, commissionati dalla Russia.
Kalashnikov e Afanasyeva, avrebbero riciclato denaro aggirando le sanzioni per finanziare le operazioni di propaganda e non si sono registrati come rappresentanti o impiegati di un governo straniero per lavorare negli Stati Uniti, requisito indispensabile per non essere identificati come spie nel territorio americano.
I due accusati avrebbero anche creato la figura di un falso investitore chiamato Eduard Grigoriann, economista di origine belga, con molta esperienza nel settore delle finanze, che ha pagato circa 8000 dollari al mese ai creatori di contenuti.
Un giro, dunque, di imprese fantasma, falsi contratti e attività premeditate per evitare le sanzioni internazionali. Le promesse di pagamento per gli influencer erano di circa due milioni di dollari all’anno, da quanto si legge su Abc. A noti commentatori, come i trumpiani Benny Johnson o David Rubin, si pensava di pagare fino a 400.000 dollari per un unico video.