Dopo gli Usa, anche il Canada valuta un giro di vite sulle tecnologie per veicoli da Cina e Russia. Adducendo come motivazione questioni di sicurezza
La vicepremier canadese, nonché ministra delle Finanze, Chrystia Freeland ha dichiarato martedì che sta “assolutamente” considerando di seguire l’esempio degli Stati Uniti nel vietare hardware e software per veicoli provenienti dalla Cina o dalla Russia. “Il nostro governo ha chiarito che prendiamo molto seriamente la sovracapacità intenzionale della Cina e la minaccia alla sicurezza proveniente dalla Cina”, ha affermato Freeland a Ottawa. Freeland ha fatto queste osservazioni in risposta a una domanda e non ha fornito dettagli specifici, se non per dire che la decisione è stata presa in consultazione con l’industria e i gruppi sindacali canadesi.
Le dichiarazioni di Freeland arrivano il giorno dopo che l’Ufficio per l’Industria e la Sicurezza degli Stati Uniti, una divisione del Dipartimento del Commercio, ha annunciato l’intenzione di “vietare la vendita o l’importazione di veicoli connessi che integrano specifici pezzi di hardware e software… con un legame sufficiente” con la Cina o la Russia. L’annuncio degli Stati Uniti ha spiegato che le nuove regole proposte vieterebbero hardware e software che permettono la “connettività esterna e le capacità di guida autonoma nei veicoli connessi”.
In una dichiarazione, il Dipartimento del Commercio ha spiegato che la decisione è stata presa perché “alcune tecnologie provenienti da [Cina] o Russia presentano un rischio eccessivo per l’infrastruttura critica degli Stati Uniti e per gli utenti di veicoli connessi”. La decisione è descritta come una misura preventiva per proteggere la sicurezza nazionale e quella dei conducenti americani. Il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, ha inoltre affermato che il provvedimento serve anche a proteggere la “privacy dei cittadini americani”.
Il Dipartimento del Commercio ha chiarito che le nuove regole si applicheranno ad auto, camion e autobus, ma escluderanno i veicoli agricoli o minerari non utilizzati su strade pubbliche. Il divieto per i software impatterà i veicoli a partire dall’anno modello 2027, mentre il divieto per l’hardware entrerà in vigore con i veicoli modello 2030.
Lo scorso mese, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato un dazio del 100% su tutti i veicoli elettrici prodotti in Cina, a partire dal 1° ottobre, in linea con una misura simile presa dagli Stati Uniti. Trudeau ha inoltre comunicato che il governo canadese imporrà una sovrattassa del 25% sulle importazioni di prodotti in acciaio e alluminio dalla Cina, a partire dal 15 ottobre.
All’inizio del mese, la Cina ha presentato un reclamo contro il Canada presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wwo) riguardo ai dazi imposti su veicoli elettrici, acciaio e prodotti in alluminio. “Il Canada ha ignorato le regole del Wwo e violato i suoi impegni nell’ambito del Wto proponendo di imporre ulteriori tariffe del 100% e del 25%”, ha dichiarato il ministero del Commercio cinese in una nota.
La decisione del Canada di valutare un possibile allineamento al divieto statunitense su hardware e software per veicoli provenienti da Cina e Russia arriva il giorno successivo alla richiesta del premier dell’Ontario, Doug Ford, al governo federale di seguire l’esempio degli Stati Uniti. “Per proteggere la nostra sicurezza nazionale condivisa, il Canada deve essere allineato con i nostri alleati americani e fare lo stesso”, ha dichiarato Ford in un post su X.