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Gli Stati Uniti stanziano quattro miliardi per accelerare la produzione di sottomarini

Di Riccardo Leoni

Dinanzi al confronto con le crescenti capacità sottomarine cinesi, gli Stati Uniti si appoggiano sempre più su terze parti per rinvigorire un settore, quello della cantieristica navale sottomarina, che più di ogni altra soffre di ritardi nelle consegne e di mancanza di forza lavoro. La nuova commessa senza gara a Blueforge alliance

La Marina degli Stati Uniti ha concordato uno stanziamento per un miliardo di dollari all’organizzazione non-profit Blueforge alliance per rinvigorire il proprio comparto cantieristico. Lo stanziamento, pari a 980,7 milioni di dollari, servirà a pianificare, rifornire, coordinare e potenziare la base industriale statunitense nel campo dei sottomarini. Già in giugno la stessa organizzazione si era vista assegnare un finanziamento di 500 milioni di dollari. Con questi fondi aggiuntivi, i finanziamenti complessivi del Pentagono a terze parti, tra cui anche la major di consulting Deloitte, raggiungono un totale di quasi 4 miliardi di dollari per quest’anno. Stando a quanto dichiarato dal Pentagono, l’assegnazione sarebbe avvenuta senza gara d’appalto, dal momento che Blueforge era l’unica firma in grado di rispettare i requisiti richiesti. Il contratto prevede che l’organizzazione offra il suo supporto nella costruzione di nuovi arsenali. “Il successo della missione dipende dal ruolo critico che svolgiamo come intermediario non profit e imparziale”, ha dichiarato Rob Gorham, co-fondatore e co-amministratore delegato di Blueforge. “Stiamo attivamente coinvolgendo un insieme di partenariati pubblico-privati necessari per catalizzare la base industriale per il prossimo orizzonte di missioni critiche della Marina e stiamo implementando un approccio a livello nazionale per massimizzare l’impatto attraverso la velocità e la scala”, ha poi aggiunto Gorham.

Evidentemente l’accelerazione richiesta al comparto è tale che il Pentagono non si ritiene in grado di poter fare da sé abbastanza velocemente. Riguardo all’accordo il deputato repubblicano al Congresso, Joe Courtney, ha dichiarato: “l’assegnazione di questo contratto è un altro chiaro esempio della straordinaria collaborazione tra la Marina, i costruttori navali e Blueforge per aumentare la capacità della base industriale sottomarina. Con l’approvazione della Marina, Blueforge sta realizzando progetti in tutto il Paese per creare linee di formazione della forza lavoro, investire in aziende della catena di approvvigionamento e sviluppare tecnologie innovative per promuovere l’espansione del settore navale”.

I timori di Washington nell’underwater

La produzione statunitense di sottomarini soffre già da diverso tempo, apparentemente non in grado di stare dietro a quella cinese. I sottomarini sono infatti uno dei campi in cui Washington teme sempre di più l’accelerazione di Pechino sulle Forze armate. Lo scenario geostrategico dell’Indo-Pacifico, imperniato sullo stretto di Taiwan e sul controllo di una vasta area marittima, potrebbe rivelarsi cruciale in caso di un confronto diretto tra le due potenze. La Marina cinese (Plan) ha recentemente superato quella statunitense per numero di assetti disponibili (per quanto, sul piano del tonnellaggio, gli Usa rimangono avanti) e il timore di Washington è che, in caso di ingaggio diretto tra le due flotte di superficie, i suoi vascelli possano essere messi a rischio dai sottomarini stealth cinesi. L’indeterminatezza e la vastità dell’ambiente underwater sono infatti già da tempo fonte di preoccupazione per la Marina Usa, la quale intende basare la sua prossima linea di fregate classe Constellation sul modello delle Fremm nostrane, note per le loro spiccate capacità anti-sottomarino.

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