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Noseda, costruttore di ponti a cavallo di due mondi in crisi

Di Andrea Vento

A distanza di trent’anni esatti, l’allora diplomato del Conservatorio di Milano giunge a questo appuntamento nel pieno della sua maturità artistica, avendo raggiunto successi in tutto il mondo, da Londra a San Pietroburgo, da Zurigo a Washington

Gianandrea Noseda, 60 anni compiuti ad aprile, torna dopo un lungo cammino nella sua Milano a dirigere alla Sala Verdi domenica 15 settembre alle ore 20, dove la sua carriera ebbe inizio nel 1994 con l’allora Grande Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi. A distanza di trent’anni esatti, l’allora diplomato del Conservatorio di Milano giunge a questo appuntamento nel pieno della sua maturità artistica, avendo raggiunto successi in tutto il mondo, da Londra a San Pietroburgo, da Zurigo a Washington.

In occasione di questa edizione del Festival MiTo, il Maestro dirige l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma eseguendo Con brio di Jörg Widmann, il Concerto per due pianoforti K. 365 di Wolfgang Amadeus Mozart con Jan Lisiecki e Francesco Piemontesi, e la Sinfonia n. 5 di Ludwig van Beethoven. La serata è anche il primo concerto di una tournée di cinque date tra Italia e Svizzera con l’Orchestra di Santa Cecilia (Milano, Locarno, Rimini, Verona e Merano).

Ad accompagnarlo quindi due giovani e già affermati pianisti: lo svizzero Francesco Piemontesi, che con l’Orchestra ha debuttato nel 2018, e il giovane canadese Jan Lisiecki, legato all’orchestra romana fin dal 2012, presenteranno accanto ai due capolavori del classicismo viennese di Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven una recente composizione del tedesco Jörg Widmann, che prende ispirazione dalle caratteristiche musicali dei movimenti veloci della Settima e dell’Ottava Sinfonia di Ludwig van Beethoven ricreate con analoghe caratteristiche strumentali.

Ma Noseda, accademico effettivo di Santa Cecilia e ospite abituale dei concerti della Fondazione romana fin dal 1999, è anche uno dei direttori d’orchestra più richiesti al mondo, sull’onda degli importanti riconoscimenti ottenuti in questo ultimo anno e mezzo da Generalmusikdirektor del Teatro dell’Opera di Zurigo, dove si è fatto valere con l’esecuzione completa del Ring wagneriano, e per il quale è stato indicato nel 2023 come miglior direttore d’orchestra dell’anno dalla critica tedesca, fino ai successi statunitensi dove è Direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington.

Con il suo organico americano, la National Symphony di Washington, sperimenta frequenti incursioni fuori sala. “Concerti nelle stazioni, in carceri, ospedali, scuole, periferie, là dove la musica non arriva mai, come ama sottolineare il Maestro”. Noseda ha a cuore la qualità della musica che proviene dall’orchestra: dai 2011 ha raccolto una notevole collezione di strumenti di liuteria classica italiana, valutata 5 milioni di dollari, che presta gratuitamente ai musicisti delle sue orchestre: la sola National Symphony Orchestra di Washington DC ben sette violini e una viola sono suoi. Dopo il successo della versione di Otello da concerto, prosegue quest’anno con un progetto molto ambizioso dedicato a Vanessa, l’opera di Samuel Barber, che Noseda considera il più importante prodotto della scuola americana di composizione. L’Opera sarà presentata al Kennedy Center in due serate (30 gennaio e 1° febbraio 2025) con un cast stellare.

Ha concluso inoltre a fine agosto a Berlino il tour con la European Union Youth Orchestra, che porta avanti l’eredità di musica e valori promossi dal grande Claudio Abbado, il quale per primo 50 anni fa sostenne la nascita di una formazione di giovani talenti europei. “Abbado”, spiega Noseda, “per primo sostenne la nascita di una formazione che raccogliesse la miglior gioventù della musica di un’Europa, 50 anni fa, ancora ristretta. Adesso i Paesi sono 27, da ciascuno arrivano i migliori talenti. Per loro l’Europa non è più un sogno, è realtà messa in pratica tutti i giorni” Non manca una curiosità della serata, grazie a un pubblico d’eccezione del concerto, con altri quattro direttori d’orchestra in sala: Donato Renzetti, Daniele Rustioni, Alessandro Bonato e Davide Massiglia. Ovvero, con il maestro Noseda, quattro generazioni di direttori d’orchestra italiani. Un segnale forte, anche alle istituzioni, della qualità musicale dei nostri direttori d’orchestra.

Noseda crede alla pace ed al valore della musica, avendo anche lavorato 10 anni al fianco di Valeri Gergiev in Russia, apprezzando cultura e arte del Paese: «Credo in una musica senza frontiere. L’orchestra è di per sé un messaggio d’inclusione, per suonare insieme devi accogliere l’altro. Vale anche per il pubblico, ogni concerto mette insieme le persone più disparate».

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