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Così la propaganda di Mosca si abbatte sulle relazioni Roma-Riad

La macchina della disinformazione russa rilancia, come se fosse di oggi, un video del 2018 in cui Meloni criticava l’Islam e l’Arabia Saudita. Il post fa il giro dei profili arabi, spagnoli e indiani. Tempismo perfetto, considerato che oggi Tajani avrebbe dovuto incontrare l’omologo Faisal Bin Farhan Al-Saud

“Io penso che ci sia un problema di compatibilità tra la cultura islamica, o certa interpretazione della cultura islamica, e i diritti e i valori della nostra civiltà. A me non sfugge che la gran parte dei centri culturali islamici in Italia sono finanziati dall’Arabia Saudita, e l’Arabia Saudita e una nazione che a casa sua applica la sharia. E sharia significa lapidazione per l’adulterio, pena di morte per apostasia, pena di morte per omosessualità. Credo che queste questioni vada opposte, che non vuole dire generalizzare sull’Islam. Vuol dire porre il problema che c’è in atto un processo di islamizzazione dell’Europa, che è molto distante dai valori della nostra civiltà”.

A parlare è Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni di Matteo Salvini, contrario alla costruzione del centro culturale islamico a Umbertide, in Umbria. A guardare il video pubblicato sabato da @mog_Russ, canale russo in lingua araba, su X con tanto di emoji di sirena e flash, come a indicare l’urgenza della notizia, sembra che queste parole recentissimo. In realtà, si tratta un video del febbraio 2018, prima delle elezioni che portarono alla nascita di tre governi in quella legislatura (i due guidati da Giuseppe Conte, prima gialloverde poi giallorosso, e quello di Mario Draghi, che aveva ottenuto una fiducia fra le più larghe della storia repubblicana). Non si tratta, dunque, di parole dell’attuale presidente del Consiglio che seguono quelle dell’attuale vicepresidente del Consiglio.

Solo su X il post con il video di Meloni ha avuto quasi due milioni di visualizzazioni. Dai profili in arabo, la campagna si è allargata poi a quelli spagnoli e indiani. Anche a giudicare dalle reazioni, sembra un tentativo di un canale della propaganda russa di incrinare le relazioni tra Italia e Arabia Saudita, che da allora si sono rafforzate. Per esempio, a maggio dell’anno scorso il governo Meloni ha deciso di revocare il divieto di esportazione di armi all’Arabia Saudita che era stato introdotto dal Movimento 5 Stelle, con il sostegno della Lega, durante il primo governo Conte. E ancora: si è ipotizzato, in particolare da Londra, l’ingresso dell’Arabia Saudita nel Global Combat Air Programme, il progetto di Italia, Regno Unito e Giappone per lo sviluppo congiunto di un caccia stealth di sesta generazione (ipotesi che, però, almeno per il momento, sembra essere stata accantonata).

In campagne di disinformazione come ci sono due aspetti fondamentali. Il primo è approfittarsi di elementi, divisioni e polarizzazioni già presenti. Il secondo è il tempismo. Infatti, era fissato per oggi (è stato annullato) l’incontro a Villa Madama tra Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, e Faisal Bin Farhan Al-Saud, ministro degli Esteri saudita. In cima all’agenda, oltre ai rapporti bilaterali, la situazione internazionale segnata dall’invasione russa dell’Ucraina e dalla guerra a Gaza scoppiata il 7 ottobre scorso dopo l’attacco di Hamas nel Sud di Israele.


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