La comunicazione politica 2.0 si può dire che ha ancora bisogno di andare a scuola e visto che si avvicina la campanella del ritorno sui banchi, ecco un mini prontuario ad hoc per avere gli strumenti per esporsi sui social senza incorrere in pericoli e strafalcioni
Nonostante i social ormai ci accompagnino già da qualche tempo, le logiche delle piattaforme sono spesso quasi sconosciute ai più. Impreparati a volte anche i politici e i loro staff, con gaffe che li attendono dietro l’angolo: dalle semplici battute infelici fino al rischio di mettere a repentaglio rapporti, coalizioni e reputazioni personali.
La comunicazione politica 2.0 si può dire che ha ancora bisogno di andare a scuola e visto che si avvicina la campanella del ritorno sui banchi, ecco un mini prontuario ad hoc per avere gli strumenti per esporsi sui social senza incorrere in pericoli e strafalcioni.
Il “Mini prontuario per politici e staff verso un uso tendenzialmente accorto dei social”, messo a punto dalla società di comunicazione Arcadia di Domenico Giordano, punta a spiegare in 10 pillole come usare i social network e come costruire l’identità digitale del politico, come mantenerla e soprattutto come gestirla. Perché come sostengono le regole 6 e 10, quello che siamo sui social viene prima della nostra identità fisica e racconta non solo chi siamo ma anche ciò che non siamo.
1 – La nostra faccia è presente sui social anche quando non siamo noi a postare selfie e foto sui nostri account;
2 – L’identità digitale che ci precede online può deragliare in un adolescentismo persistente fatto di selfie tutti spensierati, sorridenti e disinibiti;
3 – I selfie e i video condivisi sono permanenti, non scompaiano mai;
4 – I selfie e i video condivisi sono accessibili a chiunque;
5 – Non siamo proprietari di ciò che condividiamo, a cominciare dall’autoritratto digitale che abbiamo alimentato nel tempo senza volerlo;
6 – L’identità digitale si impone sempre su quella fisica, la precede e la manipola;
7 – Un selfie in meno al giorno toglie ogni fastidio di torno;
8 – Il popolo web e dei social è privo di storia comune, al massimo, si ritrova nelle stories;
9 – Le polarizzazioni social non si mettono a tacere, se non accettandole;
10 – L’identità digitale racconta anche quello che non siamo o che non vorremmo mai essere.