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Un’agenzia di intelligence Ue? La proposta nel rapporto Niinistö

L’Unione europea dovrebbe dotarsi di un’organizzazione di intelligence per proteggere i Paesi membri dalle minacce esterne, scrive l’ex presidente finlandese incaricato dalla presidente von der Leyen di redigere un rapporto sul rafforzamento delle capacità difensive dei 27

L’Unione europea dovrebbe creare un organismo di intelligence in grado di aiutare a proteggere i Paesi membri dalle minacce esterne. È una delle raccomandazioni fornite alla Commissione europea da Sauli Niinistö, ex presidente della Finlandia, a cui Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, aveva chiesto un rapporto sul rafforzamento delle capacità di difesa europea in ambito civile e militare. La scelta, ricaduta su una figura centrale nel processo di adesione della Finlandia alla Nato alla luce della guerra russa d’aggressione dell’Ucraina, dice molto della visione di von der Leyen.

Le bozze del rapporto, che dovrebbe essere pubblicato la prossima settimana, anticipate da alcuni media raccontano come dovrebbe essere l’organismo secondo Niinistö. L’organismo di intelligence proposto avrebbe una missione chiara: raccogliere informazioni specifiche sulle minacce esterne che colpiscono l’Unione europea nel suo complesso, affiancando e non sostituendo le agenzie nazionali. Attualmente l’Unione europea non dispone di un vero e proprio servizio di intelligence e i funzionari si affidano per lo più alle informazioni open source o a quelle ricevute dai singoli Paesi. È proprio per le prerogative nazionali che un organismo simile non è mai nato. L’unico esperimento di successo è legato all’antiterrorismo, ovvero a una minaccia specifica. Niinistö sembra riconoscerlo nella sua proposta facendo riferimento alla Russia, all’assertività cinese e alla situazione in Medio Oriente. Per questo, l’ex presidente proporrà di ampliare i poteri del Centro di intelligence e situazione dell’Unione europea, nato proposta dall’esperienza antiterrorismo, e di coinvolgervi le delegazioni diplomatiche dell’Unione europea.

Tra le altre proposte di Niinistö c’è la possibilità, più volte evocato dai Paesi dell’Europa centrale, di imporre restrizioni ai diplomatici ritenuti una minaccia. Ciò potrebbe contribuire a proteggere gli Stati membri da potenziali attività di sabotaggio o spionaggio, come nel caso delle operazioni e delle campagna russe. Inoltre, l’ex presidente finlandese dovrebbe avanzato l’idea di un aumento degli stanziamenti della Banca europea per gli investimenti verso il settore della difesa. Inoltre, una parte del bilancio dell’Unione europea dovrebbe essere destinata alla sicurezza e alla difesa e gli Stati membri dovrebbero destinare una certa percentuale dei loro fondi alla difesa.


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