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Spie russe dietro l’incendio a Birmingham? Cosa sappiamo sul deposito pacchi in fiamme

A luglio sono divampate le fiamme in un deposito di pacchi della Dhl nella periferia della città britannica. Nessun ferito, solo danni materiali. Tutte le strade portano a Mosca e raccontano una tendenza in crescita

Che cosa spinge la Russia a cercare di alimentare il caos per le strade dell’Europa, come ha dichiarato nei giorni scorsi Ken McCallum, direttore generale dell’MI5, il servizio d’intelligence interno del Regno Unito? Cercare motivi non coglie il punto. Il caos è il motivo, come emerge dal “Project Kylo”, un’operazione dell’intelligence russa (Fsb e Svr) di cui a luglio The Insider ha pubblicato alcuni documenti.

Ieri il Guardian ha raccontato che dietro l’incendio scoppiato sprigionatosi il 22 luglio scorso in un deposito di pacchi della Dhl alla periferia di Birmingham ci sarebbe l’intelligence russa. L’episodio – simile a un recente incendio avvenuto a Lipsia, in Germania, sempre in un deposito Dhl – provocò danni materiali e nessun ferito. Il sospetto degli investigatori, scrive il giornale, è che sia nel caso britannico sia in quello tedesco, a prendere fuoco siano stati pacchi incendiari caricati a bordo di aerei diretti rispettivamente in Germania e nel Regno Unito, per poi esplodere all’interno dei depositi e che a stivarli sui velivoli – non si sa se cargo o passeggeri – possano essere state “spie” al soldo di Mosca.

Scrivere “non è chiaro quale fosse l’obiettivo dei responsabili”, come fatto dal Guardian, può essere prudenza. Ma, inevitabilmente, finisce per sottovalutare una tendenza in forte crescita sullo sfondo delle tensioni tra Mosca e l’Occidente per l’invasione dell’Ucraina: quella di sabotaggi, attacchi incendiari e assassinii pianificati dall’intelligence russa in Europa. Spesso facendo affidamento sulla criminalità organizzativa per ragioni di deniability e costi oltreché per le tante espulsioni di diplomatici russi che hanno fortemente ridotto le capacità operative delle spie di Mosca. Matt Jukes, responsabile dell’antiterrorismo del Regno Unito, ha spiegato al Telegraph che le indagini sulle minacce provenienti da Stati ostili rappresentano ora il 20 per cento del lavoro della sua squadra, rispetto al 5 per cento di cinque anni fa.

Nei mesi scorsi le autorità britanniche hanno arrestato e accusato sette persone accusandole d’essere state assoldate dal gruppo Wagner per dare alle fiamme depositi privati “di proprietà ucraina” alle porte di Londra.



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