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Così la Cina monopolizza l’acqua in Messico

Molte denunce contro l’impresa cinese Time Ceramic con sede a Hidalgo per sfruttamento delle risorse idriche con finalità di produzione industriale. Ma non solo… diversi fabbricanti del Paese asiatico si sono insediati nel Paese latinoamericano con l’obiettivo di rispettare la regole del 30% del Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord e, in questo modo, eludere le sanzioni alle importazioni cinesi

Già da quest’estate molte organizzazioni agricole del Valle de Apan, nello stato messicano di Hidalgo, avevano denunciato l’uso illegale delle risorse idriche da parte di un’impresa cinese insediata sul posto. Il monopolio dell’acqua da parte della cinese Time Ceramic, compagnia che si dedica alla fabbricazione di piastrelle, aveva come obiettivo fini industriali. Il caso era stato presentato al presidente di allora, Andrés Manuel López Obrador, senza alcun successo.

Gumaro Zamorano, agricoltore del municipio Emiliano Zapata, aveva dichiarato al quotidiano Los Angeles Times, che l’installazione della compagnia cinese era un duro colpo alla stabilità e la vita degli abitanti, che dipendono dalla coltivazione di orzo e dagli allevamenti. Il problema del monopolio dell’acqua da parte dei cinesi si aggiungeva alla forte siccità degli ultimi tre anni. Secondo il monitoraggio della Commissione Nazionale dell’Acqua (Conagua) del Messico, a settembre del 2023 si era registrata una eccezionale siccità in 12 municipi, mentre a maggio del 2024 in 46 municipi, di cui 29 sono casi di siccità estrema.

Sono a rischio “da quando Time Ceramics iniziò operazioni nel 2023 nella zona, nonostante non abbia permesso di estrarre acqua, ha fatto uso di questa risorsa idrica, e l’ha anche acquistato dicendo che è per consumo umano”, si legge su Los Angeles Times.

Un’inchiesta di Abc svela che l’impresa di capitale cinese che si dedica alla fabbricazione di piastrelle ha deciso di aprire la sede in Messico per potere operare in America del Nord (grazie al Trattato di Libero Commercio) e in questo modo eludere le sanzioni americane imposte a Pechino.

Zamorano ha dichiarato ad Abc che nei contatti con “Time Ceramics abbiamo detto che dovrebbero aprire nel sudest del Paese, dove c’è molta più acqua, e non in Hidalgo, dove abbiamo poca. Il problema è che per loro questo posto è strategico per la vicinanza con Città del Messico.

Gli agricoltori della zona hanno anche denunciato la presunta introduzione di lavoratori cinesi in modo illegale. “Hanno più di 150 dipendenti arrivati dalla Cina – prosegue Zamorano -, con stipendi molto bassi, che consumano poco. Inoltre, portano tutto dall’Asia, per cui non c’è un ritorno economico nella catena di forniture”.

Jingyi Wang, rappresentante legale di Time Ceramics, sostiene che non c’è alcun delitto perché l’impresa non ha fatto estrazione nemmeno di un metro cubo di acqua. La Procura Generale della Repubblica messicana è intervenuta il 22 gennaio contro Time Ceramics per violazione della Legge Generale di Acque Nazionali del Messico, tuttavia l’impresa continua ad essere operativa, la sospensione è durata poco più di 20 giorni.

Il problema è che i legami di Time Ceramics con la politica messicana sono forti, come si legge su Abc. L’impresa è sbarcata in Messico durante il governo locale di Omar Fayad, leader del Partito Rivoluzionario Istituzionale (Pri) e dopo ha stretto rapporti con il governatore Julio Menchaca, del Movimento Rigenerazione Nazionale (Morena), che guida il governo nazionale. Menchaca ha un progetto di costruzione di un acquedotto per circa 6 milioni di euro. la struttura fornirà acqua a Time Ceramics e alla birreria Grupo Modelo. Anche l’imprenditore Juan Manuel Batres Campos, dirigente della camera imprenditoriale di Hidalgo, sarebbe legato a Time Ceramics come fornitore.

Ma la Time Ceramics è solo una delle tante attività cinesi che hanno scelto il Messico dopo lo stop delle importazioni negli Usa. I dati della Segreteria dell’Economia messicana indicano che dal 2019 a giugno del 2024 sono arrivati circa 1,44 miliardi di dollari di investimenti cinesi, circa il 127% in più rispetto al periodo dal 2013 al 2018, prima del Trattato. Uno dei settori che ha ricevuto più investimenti è quello delle auto, con l’arrivo di circa 20 imprese cinesi.

“Le imprese del Paese asiatico spingono una nuova strategia Made in Messico per recuperare il mercato americano – si legge su Abc -.  Diversi fabbricanti cinesi si sono insediati in Messico con l’obiettivo di rispettare la regole del 30% di contenuto dell’America del Nord e la sua fabbricazione per potere inviare senza imposte al mercato vicino conforme alle regole del Trattato di Libero Commercio firmato dagli Stati Uniti, Messico e Canada”.



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