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Entropia digitale, la sfida dell’era smartphone. Il commento di Argante

Di Enzo Argante

L’entropia di informazione gode di diverse proprietà simili a quella della termodinamica, tra cui non diminuire mai nel corso del tempo, perché con il suo scorrere, un messaggio può diventare meno chiaro a causa dei disturbi di trasmissione. Il commento di Enzo Argante

Sono confuso. Non elaboro, non creo. Gestisco, ma forse meglio scrivere penso di gestire, le informazioni che ricevo ogni istante della mia vita attraverso lo smartphone. Il dominus. Il maestro di cerimonia del pensiero passivo. C’è una parola-chiave per tentare di parametrare tutto questo: entropia. Eccone alcune definizioni facilmente riscontrabili nei luoghi digitali del pensiero passivo.

Entropia è la misura del grado di equilibro raggiunto da un sistema in un dato momento. Le trasformazioni avvengono spontaneamente in una precisa direzione: quella verso il maggior disordine. L’entropia è quindi interpretata come una misura del disordine di un sistema che ha la tendenza naturale (e in aumento) al disordine, al cambiamento, alla trasformazione.

L’entropia di informazione gode di diverse proprietà simili a quella della termodinamica, tra cui non diminuire mai nel corso del tempo, perché con il suo scorrere, un messaggio può diventare meno chiaro a causa dei disturbi di trasmissione. I disturbi di trasmissione introducono caratteri che non possono essere previsti da quelli precedenti, per cui hanno una distribuzione di probabilità piatta. L’effetto è quello di aumentare l’entropia di informazione.

Qualsiasi sistema – più o meno definito – soggetto a una trasformazione irreversibile, manifesta un inevitabile incremento di entropia. Ci sono molti elementi riconoscibili del nostro stato di transizione digitale: entropia è dunque la dinamica che alimenta il pensiero passivo. La peggiore premessa nell’era della ricerca e definizione di una relazione congrua umani-macchine. Siamo in una situazione di pericolo.

Dunque? Gli elementi fondamentali per contrastare la naturale tendenza di un sistema indefinibile all’entropia sembrano essere (solita fonte): avere visione di un sistema per dare ordine al disordine; volgere la propria attenzione in un’unica direzione; ricordarsi che il sistema deve essere alimentato continuamente.

Criptici ma stimolanti come punti, sempre meglio di un bel dibattito sull’etica dell’intelligenza artificiale. Stiamo cincischiando mentre qualcosa/qualcuno sta scrivendo il nostro futuro prossimo. E non sappiamo in nome e per conto di chi e per raggiungere quali obiettivi. Dobbiamo (la società civile?) formare i nostri eserciti – a cominciare dalla nuova generazione di prompt manager – per indagare e poi controbilanciare lo strapotere del lato oscuro del digitale. Prima che sia troppo tardi per i nostri figli.

P.s. – Riflessioni frutto di inquietudini umane ma processate in regime di pensiero passivo


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