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Armi chimiche in Ucraina, l’urgenza di una risposta internazionale. Scrive l’amb. Melnyk

Di Yaroslav Melnyk

Nel conflitto contro l’Ucraina, la Russia utilizza tattiche non convenzionali, comprese sostanze chimiche contro obiettivi strategici. Mentre aumentano le segnalazioni e le sanzioni, cresce l’impegno della comunità internazionale nel richiedere responsabilità e nel sostenere il rispetto delle norme umanitarie. L’intervento di Yaroslav Melnyk, ambasciatore d’Ucraina in Italia

La Federazione Russa, conducendo la sua cinica guerra contro l’Ucraina, utilizza una vasta gamma di metodi aggressivi e illegali, non fermandosi davanti a nessuna forma di brutalità.

Tra le violazioni evidenziate dai media internazionali e dalle organizzazioni, si segnalano ripetuti attacchi alle infrastrutture civili, bombardamenti deliberati di quartieri residenziali e l’uso di tattiche d’assedio che causano una catastrofe umanitaria.

Ai crimini di guerra della Russia si aggiungono anche sospetti di violazioni gravi della Convenzione di Ginevra e del diritto internazionale umanitario attraverso l’uso di armi chimiche contro le forze di difesa ucraine.

Nel mese di aprile 2022, i militari ucraini hanno segnalato un presunto utilizzo da parte della Russia di sostanze tossiche sconosciute durante gli attacchi sulla città di Mariupol. Secondo i combattenti del reggimento “Azov”, una sostanza chimica è stata sganciata da droni russi.

Le persone esposte a queste sostanze hanno riportato sintomi caratteristici di avvelenamento da agenti chimici: forte nausea, difficoltà respiratorie e perdita di orientamento.

Anche se l’agente chimico esatto non è stato identificato, questi casi hanno suscitato gravi preoccupazioni nella comunità internazionale.
Nello stesso periodo, il sindaco di Trostianets (regione di Sumy), Yurii Bova, ha dichiarato di aver scoperto sarin e altri elementi chimici nel villaggio di Bilka, nel distretto di Okhtyrka, dopo il ritiro delle forze russe occupanti.

Secondo il ministero degli Affari Esteri ucraino, da febbraio 2023 a ottobre 2024, sono stati registrati e documentati oltre 4.300 casi di utilizzo da parte della Russia di munizioni contenenti sostanze chimiche pericolose, tra cui cloroformio e altri agenti tossici da combattimento.

Questi fatti sono documentati non solo dalle forze armate ucraine, ma anche da organizzazioni internazionali che si occupano del monitoraggio del rispetto delle norme chimiche.

Nel maggio di quest’anno, le autorità degli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver utilizzato la cloropicrina, imponendo sanzioni appropriate contro le organizzazioni e le persone coinvolte nei programmi russi nel campo delle armi chimiche e biologiche.

Si osserva che l’uso di sostanze come la cloropicrina indica tentativi della Russia di ottenere vantaggi tattici nel conflitto, specialmente in condizioni di feroce opposizione e necessità di sconfiggere le posizioni fortificate delle forze ucraine al fronte.

Nell’ottobre 2024 anche il Regno Unito ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia per il presunto utilizzo di armi chimiche contro l’Ucraina.
Vale la pena notare che la Russia ha una lunga storia di utilizzo di sostanze chimiche come arma, inclusi gli avvelenamenti di politici di opposizione e giornalisti.

L’uso di sostanze chimiche da parte della Russia nella sua guerra contro l’Ucraina non è sporadico, ma sistematico e avviene secondo lo stesso copione delle operazioni russe di avvelenamento dell’oppositore Alexey Navalny nel 2020 e di Sergey e Yulia Skripal nel 2017 con l’agente nervino “Novichok”.

Nonostante le numerose dichiarazioni da parte delle organizzazioni internazionali, inclusa l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, la Russia respinge tutte le accuse di utilizzo di armi chimiche.

Pertanto, una delle principali responsabilità della comunità internazionale deve essere quella di garantire che la Federazione Russa sia chiamata a rispondere per l’uso di armi chimiche e agenti chimici per il controllo delle sommosse come metodo di conduzione della guerra contro le forze di sicurezza e difesa dell’Ucraina.

Ciò include non solo garantire un’indagine adeguata su tutti i casi di utilizzo di tali mezzi, ma anche escludere la Russia da tutti i forum internazionali pertinenti, in particolare dal Consiglio esecutivo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, al fine di prevenire simili crimini in futuro.

La comunità internazionale deve dimostrare unità nella condanna di tali atti di aggressione e adottare misure sanzionatorie contro i colpevoli e gli Stati che li sostengono, e fornire all’Ucraina il supporto necessario per indagare su questi crimini di guerra.

Solo con sforzi congiunti si può raggiungere la giustizia e garantire il rispetto del diritto internazionale, che è la base della stabilità e della sicurezza nel mondo.



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