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Ingerenze russe sul referendum in Moldavia. Le mosse di Usa, Ue e Nato

Vince il sì, ma di poco. L’Ue parla di “interferenze senza precedenti”. Il Cremlino, nervoso, denuncia “anomalie”. L’agenzia cyber Usa al lavoro per contrastare gli attacchi informatici. Ma Mosca ci riproverà l’anno prossimo per le elezioni parlamentari

In Moldavia ci sono state “interferenze senza precedenti” dalla Russia in vista del voto ieri, chiusosi con la vittoria del “sì” all’adesione all’Unione europea di poche migliaia di voti sul “no” (50,4% contro 49,6%). Lo ha dichiarato Peter Stano, portavoce dell’Unione europea per la politica estera. Il Paese “è stato oggetto di interferenze malevole e manipolazione delle informazioni”, “non nelle ultime settimane o giorni” e l’Unione europea lo ha verificato “sul campo”.

Tutte le strade portano a Mosca. La presidente filoeuropea moldava Maia Sandu, che al ballottaggio se la vedrà con il filorusso Alexandr Stoianoglo, ha parlato dell’azione nel processo elettorale di “gruppi criminali, che agiscono di concerto con forze straniere ostili agli interessi della Moldavia”.

All’inizio di ottobre, le forze dell’ordine moldave hanno dichiarato di aver scoperto uno schema di voto di scambio orchestrato da Ilan Shor, un oligarca filo-russo in esilio che attualmente risiede in Russia: l’uomo, condannato in contumacia lo scorso anno a 15 anni di carcere per frode e riciclaggio di denaro, ha pagato 15 milioni di euro a 130.000 persone per compromettere due elezioni. Giovedì, le autorità moldave hanno sventato un altro piano di più di 100 giovani moldavi che, addestrati da milizie private a Mosca ma anche in Serbia e Bosnia, stavano per creare disordini civili.

Cristina Gherasimov, vice premier della Moldavia, ha dichiarato a Politico che “stiamo assistendo al classico armamentario ibrido che la Russia utilizza per influenzare le elezioni, ma la portata è davvero senza precedenti”. “Vediamo attacchi ibridi a istituzioni pubbliche responsabili di servizi critici come l’ufficio postale e l’aeroporto. Vediamo acquisti di voti”, ha detto. “Vediamo l’uso di proxy corrotti locali e di partiti politici, che ricevono denaro contante per destabilizzare la situazione sul campo”.

In questo contesto, Stati Uniti, Unione europea e Nato sono intervenuti a difesa delle istituzioni moldave. L’agenzia cyber americana (Cisa), assieme al dipartimento di Stato, ha lavorato con il governo e il settore privato su condivisione di informazioni e contrasto agli attacchi informatici contro le infrastrutture critiche. Il segretariato generale del Consiglio europeo ha diffuso giovedì un documento condannando “la persistente manipolazione e interferenza dell’informazione estera da parte della Russia per tentare di minare le elezioni democratiche”. La Nato è impegnata attraverso la Defence and Related Security Capacity Building Initiative, concentrandosi in particolare sul contrasto alla disinformazione rivolta ai civili del Paese.

Davanti al risultato odierno, Mosca rilancia parlando di “anomalie” nel conteggio dei voti. Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha chiesto anche “prove” sulle “gravi accuse” della presidente Sandu. Il timore russo è che la Moldavia, un’ex repubblica sovietica con una popolazione di circa 2,5 milioni di abitanti, si avvicini all’orbita occidentale delle democrazie liberali dopo aver chiesto di aderire all’Unione europea sulla scia dell’invasione russa nella vicina Ucraina all’inizio del 2022. Sui social circola anche un’altra lettura: chi spera di portare la Moldavia nell’Unione europea dopo una vittoria di così stretto margine, non deve sottovalutare i rischi di una guerra civile. Lettura che però non andava tanto di moda ai tempi della Brexit, anch’essa vittoriosa di corto muso nelle urne britanniche del 2016.

Mosca, però, avrà presto un’altra occasione, anche facendo tesoro delle lezioni delle campagne dispiegate in questi mesi: l’anno prossimo, quando la Moldavia terrà le elezioni parlamentari.


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