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Cavi sottomarini, anche l’Italia firma i principi di New York

Il sottosegretario Butti ha ribadito l’impegno del governo a garantire la protezione di queste infrastrutture critiche, essenziali per la continuità dei flussi di dati globali. L’annuncio è stato fatto a margine della ministeriale G7 Cernobbio. Il documento sottolinea la necessità di progetti per cavi più sicuri e resilienti, e di una maggiore cooperazione tra governi e privati

C’è anche l’Italia tra i Paesi che hanno aderito al Comunicato congiunto di New York sulla sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini in un mondo globalmente digitalizzato, lanciato un mese fa dagli Stati Uniti. L’Italia ribadisce l’impegno “a tutelare la sicurezza e l’integrità di queste infrastrutture critiche”, ha commentato Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica. “Promuoviamo politiche volte a favorire lo sviluppo di reti efficienti, robuste e sicure, fondamentali per garantire la continuità dei flussi di dati e informazioni su cui si basa l’economia globale”, ha aggiunto.

Butti ha annunciato l’adesione dopo la ministeriale Tecnologia e Digitale svoltasi nei giorni scorsi a Cernobbio. Nathaniel Fick, inviato americano per il cyberspazio, ha sottolineato che “la protezione e l’ampliamento delle reti di cavi sottomarini sono alla base dell’economia globale e del nostro futuro digitale condiviso. Con i New York Principles, dimostriamo il nostro impegno comune per guidare efficacemente le trasformazioni digitali in tutto il mondo, sostenendo progetti in grado di creare cavi sottomarini efficienti, resilienti e sicuri”.

In effetti, come evidenziato su queste pagine, stonava l’assenza dell’Italia considerata la posizione geografica, che il governo Meloni spesso ricorda per evidenziare il potenziale del Paese come ponte tra l’Europa e l’Africa ma anche tra l’Europa e l’Indo-Pacifico attraverso il Medio Oriente. Anche perché i cavi sottomarini sono stati al centro proprio della ministeriale di Cernobbio. Senza dimenticare che c’è un’azienda strategica come Sparkle, una controllata che Tim potrebbe vendere a un consorzio guidato dal Tesoro con anche il fondo Asterion.

Gli altri firmatari sono Australia, Canada, Unione europea, Stati Federati di Micronesia, Finlandia, Francia, Giappone, Isole Marshall, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Portogallo, Repubblica di Corea, Singapore, Tonga, Tuvalu e Regno Unito. Tra i punti: progettare infrastrutture e servizi di cavi sottomarini considerandone resilienza, ridondanza e sicurezza; far avanzare la cooperazione tra i sostenitori per selezionare fornitori di cavi sottomarini sicuri e verificabili per nuovi progetti di cavi; promuovere un più stretto coordinamento tra governi e settore privato; sottolineare l’importanza della pianificazione spaziale e dei percorsi per promuovere l’uso coordinato dei fondali marini; rispettare il diritto internazionale applicabile e il diritto nazionale.


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