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La decarbonizzazione competitiva nella carta. Una possibile strategia

Presentata presso la sede dal Gse la strategia che dimostra che è possibile fare la decarbonizzazione nel settore cartario. Tuttavia, se decarbonizzare una fonte può essere più o meno rapido, farlo con i consumi è un obiettivo di più lungo termine

Il settore cartario ha una strategia per la decarbonizzazione competitiva del 17 ottobre. Ed è stato presentato il 17 ottobre da Riccardo Siliprandi di Afry presso la sede dal Gse, alla presenza del presidente, Paolo Arrigoni, Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile e del presidente di Assocarta, Lorenzo Oli. L’evento, moderato da Valentina Bisti del Tg 1, ha visto le conclusioni del ministro Gilberto Pichetto Fratin.

Nella presentazione dello studio Siliprandi di Afry ha evidenziato, innanzitutto, che il settore cartario come energy-intensive, ad oggi, consuma 2,5 miliardi di m3 di gas (2023) producendo l’80% del fabbisogno energetico in cogenerazione (calore ed energia elettrica) ad un livello di costo che pesa per oltre il 12% sul fatturato del settore (2023), al quale va aggiunto il costo Ets che, in prospettiva nel prossimo decennio, aumenterà a un ritmo tre volte superiore al costo di produzione della carta.

Lo studio conferma che l’industria cartaria italiana ha già affrontato con successo una transizione energetica basata su gas e cogenerazione ad alta efficienza che ha permesso di sviluppare un tessuto industriale importante e, al contempo, abbattere i consumi energetici (per unità di prodotto) del 25% negli ultimi 25 anni. Investimenti e risultati già messi a segno dal settore sulla base di direttive europee. Secondo Poli di Assocarta l’obiettivo attuale é coniugare decarbonizzazione e competitività e per questo è essenziale che le misure di decarbonizzazione siano strettamente collegate ai consumi industriali.

La strategia presentata dimostra che è possibile fare la decarbonizzazione nel settore cartario. Tuttavia, se decarbonizzare una fonte può essere più o meno rapido, decarbonizzare i consumi è un obiettivo di più lungo termine. A questo punto quale la strategia proposta dal settore? Una energy release che incentivi il più possibile gli investimenti verdi degli energivori e che diventi addirittura strutturale. A ciò va aggiunta una infrastruttura elettrica che possa supportare l’eventuale elettrificazione delle imprese senza discriminazione geografica.

La promozione dell’uso del biometano, che va impiegato nei processi più efficienti come la cogenerazione, tramite una release ad hoc. Poi connettere la manutenzione del territorio e del bosco (che copre il 30% del territorio e per il quale è stata varata un paio di anni una apposita Strategia Forestale) con il recupero delle biomasse. Ancora chiudere il ciclo del riciclo, recuperando energia dagli scarti.

E poi coniugare (sempre) la decarbonizzazione delle fonti e con quelli consumi: l’idroelettrico e il geotermico devono essere in parte destinati all’industria energivora. Poli ha, poi, evidenziato che occorre rimanere competitivi. In linea con dl Ambiente approvato la scorsa settimana in materia di idrocarburi va data attuazione alla gas release e vanno “depurate” le bollette da costi impropri come quello del Ttf applicato a tutte le forniture di gas”. Arrigoni, ha fatto il punto sulle possibilità dell’elettrificazione mediante rinnovabili e sulla modulazione degli incentivi al biometano per l’impiego nell’industria che renderebbe più compiute le strategie energetiche del settore.

Nella strategia di un adeguato mix energetico del settore va inserito l’accordo di collaborazione di maggio 2024 sottoscritto con il Gse. A questo va aggiunto quello con il Cib Consorzio italiano biogas del 9 ottobre sul biometano agricolo. Il settore cartario potrebbe utilizzare quello ottenuto dai rifiuti urbani e anche dagli scarti del processo di produzione cartario, come avviene negli altri stati europei. Un tema, quest’ultimo, strettamente collegato alla bioeconomia circolare che vede nel cartario un campione europeo con un tasso di riciclo che nell’imballaggio supera l’85%, mentre l’uso di fibre secondarie è circa il 70% del totale, sostenuto da un tasso di raccolta pari al 75%.

Ronchi ha invece insistito sull’importanza avere una strategia supportata da numeri, con costi e relativi contributi agli obiettivi di decarbonizzazione. Quindi si al biometano, al recupero termico dei rifiuti e all’energy release. Durante l’incontro si è discuso anche di nucleare, un’area su cui investire, ha sottolineato il ministro Fratin nelle sue conclusioni, “per non rimanere indietro rispetto alle altre economie e una tecnologia eccessivamente costosa secondo Ronchi

* La produzione nazionale di cartone e cartone mostra una ripresa del 7% nei primi 7 mesi del 2024 sul 2023, a fronte di un parziale recupero della domanda interna (5,4% 6 mesi 2024/2023). Ma crescono del 10,3% anche le importazioni mentre il fatturato si riduce dell’1,8% (6 mesi 2024/2023). La carta da riciclare vede un tasso di raccolta che, nel 2023, giunge al massimo storico del 75,4% ma aumenta del 48,3% anche il suo export.


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