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L’impatto psicologico e le conseguenze del 7 ottobre. Il convegno in Fondazione Einaudi

Di Marco Cruciani

Questa mattina il convegno “Dal 7 ottobre 2023 a oggi. La civiltà violata – Trauma e guarigione” organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi. L’incontro ha visto medici, psichiatri, personalità del mondo accademico, della difesa e della politica dibattere sull’impatto psicologico che il 7 ottobre ha avuto sulla popolazione in Israele. I partecipanti hanno anche analizzato come cambiano gli scenari in Medio Oriente, le modalità con cui il conflitto, riaccesosi dopo il pogrom di Hamas, è stato trattato dai media occidentali e l’aumento dei casi di antisemitismo nel mondo

“Gli attacchi brutali del 7 ottobre hanno gettato la società israeliana in un vortice di paura e incertezza. Oggi è come se fossimo tutti sulla stessa barca. Siamo chiamati a organizzare azioni di risposta a sostegno delle tante persone la cui salute mentale è messa dura prova e che corrono il rischio di sviluppare un disturbo da stress post traumatico”. Lo ha detto la psicologa Iris Elyakim-Maroz durante il convegno “Dal 7 ottobre 2023 a oggi. La civiltà violata – Trauma e guarigione”, promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi e dallo psicologo David Gerbi a dodici mesi dall’attacco terroristico di Hamas che ha avuto un impatto enorme sullo Stato di Israele e sull’opinione pubblica occidentale.

“Nell’ultimo anno – ha aggiunto la psicologa israeliana – ho praticato il visual journaling, un potente strumento di consapevolezza. Camminavo con gruppi di donne e, parlando con loro, vedevo la loro incapacità di raccontare l’esperienza vissuta e il loro dolore. Ora lavoriamo per mantenere spazi nei quali affrontare questo tipo di conversazioni difficili, fatte di sofferenza e di empatia”.

Il convegno ha visto medici, psichiatri, personalità del mondo accademico, della difesa e della politica dibattere sull’impatto psicologico che il 7 ottobre ha avuto sulla popolazione in Israele. I partecipanti hanno anche analizzato come cambiano gli scenari in Medio Oriente, le modalità con cui il conflitto, riaccesosi dopo il pogrom di Hamas, è stato trattato dai media occidentali e l’aumento dei casi di antisemitismo nel mondo.

“Lo Stato di Israele è con tutta evidenza vittima di un pregiudizio, per lo più fondato su un antisemitismo che esisteva da prima della reazione israeliana al pogrom del 7 ottobre”, ha osservato il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini. “Trentaquattro associazioni studentesche di Harvard hanno condannato Israele all’indomani del 7 ottobre, quando Israele non aveva ancora reagito” mentre sul versante italiano, ha detto, “da una ricerca dell’Istituto Cattaneo risulta che il 46% degli studenti di Bologna, Padova e Milano era convinto degli intenti genocidari di Israele prima del 7 ottobre e il pogrom di Hamas non ha modificato la loro opinione”.

I media occidentali, ha poi sottolineato Cangini, “raccontano con grande costanza ed empatia il dramma degli sfollati libanesi bombardati da Israele, ma non hanno fatto lo stesso con i 70mila israeliani bombardati da Hezbollah e costretti ad abbandonare le loro case nel nord di Israele”.

Claudio Pagliara, inviato Rai negli Stati Uniti, ha parlato dell’aumento dei casi di antisemitismo che si è verificato negli USA nell’ultimo anno. “Dal 7 ottobre a oggi – ha detto – ci sono stati 10mila casi di antisemitismo negli Stati Uniti. Di questi, 8mila molestie verbali o scritte, 1800 atti vandalici nei confronti delle istituzioni ebraiche e 150 aggressioni fisiche. Si tratta di un aumento dei casi del 200% rispetto all’anno precedente. Dati che dimostrano come l’antisemitismo purtroppo stia risorgendo in maniera colossale anche negli Stati Uniti”.

Il colonnello Richard Kemp, ex comandante dell’esercito britannico, si è invece detto certo del fatto che “Israele uscirà da questo conflitto più forte di prima. In Libano l’Idf sta portando avanti una campagna molto efficace per decapitare i terroristi di Hezbollah. C’è una generazione di giovani che sta combattendo sul campo a protezione del proprio Paese e nell’ultimo anno abbiamo visto come ormai Israele faccia affidamento solo su se stessa senza dipendere dall’estero”.

Per il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata “non ci poteva essere luogo più appropriato della Fondazione Einaudi per parlare di 7 ottobre, una data che è e continuerà a essere nella memoria, nelle azioni, nelle sfide con le quali dobbiamo confrontarci, sentita all’interno delle nostre coscienze. Tutto questo emerge dalle testimonianze degli psicologi e dei tanti partecipanti che oggi hanno voluto elaborare e far capire a un pubblico più vasto la grandezza del dolore che ha provocato quell’eccidio. Ci sono forze diaboliche che ruotano attorno a quell’Iran fondamentalista che agisce con Hamas, Hezbollah e altre formazioni per la distruzione di Israele e per la nostra distruzione. Perché qui si vuole distruggere l’occidente”.

“Il 7 ottobre 2023 Hamas non ha aggredito solo lo Stato di Israele, ma anche tutto ciò che Israele rappresenta, ovvero i principi e i valori delle nostre democrazie”, ha detto il presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto. “L’attentato terroristico, arrivato in una fase caratterizzata da un rinnovato impulso alla normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni paesi arabi, sancito principalmente dagli Accordi di Abramo, ha avuto come obiettivo proprio quello di ostacolare il processo di stabilizzazione in Medio Oriente. Ora più che mai è fondamentale ritornare allo spirito di quegli Accordi”.


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