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Minacce ibride. I leader Ue verso la condanna delle attività russe

Durante l’incontro della prossima settimana i capi di Stato e di governo dovrebbero esprimere una ferma condanna dell’intensificarsi della campagna di Mosca. Nei giorni scorsi è stato adottato il quadro per nuove sanzioni dedicato proprio a queste sfide

C’è anche un capitolo sulle minacce ibride nelle bozze di conclusioni del prossimo Consiglio europeo che il presidente uscente Charles Michel ha convocato la prossima settimana, giovedì 17 e venerdì 18 ottobre. I leader dei 27 Stati membri dell’Unione europea dovrebbero esprimere una ferma condanna dell’intensificarsi della campagna di attività ibrida della Russia e accogliere con l’adozione il nuovo quadro sanzionatorio concordato questa settimana dedicato proprio alle minacce ibride, inclusa la disinformazione.

L’Unione europea si è voluta dotare di questo nuovo strumento per affrontare una serie di minacce ibride, quali: l’indebolimento dei processi elettorali e del funzionamento delle istituzioni democratiche; le minacce e il sabotaggio delle attività economiche, dei servizi di interesse pubblico o delle infrastrutture critiche; l’uso coordinato della disinformazione, la “foreign information manipulation and interference”; i cyber-attacchi, la strumentalizzazione dei migranti e altre attività destabilizzanti. Attività che “dimostrano ancora una volta il comportamento sconsiderato e irresponsabile della Russia e il suo disprezzo per l’ordine internazionale basato sulle regole e il diritto internazionale”, ha commentato Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Un’efficace – anche se non completa – definizione delle minacce ibride è presente nella dichiarazione finale dei ministri dell’Interno del G7, riuniti la scorsa settimana a Mirabella Eclano (Avellino). “Le minacce ibride, tra cui la ‘foreign information manipulation and interference’ (Fimi), continuano a rappresentare una sfida sempre più importante per la sicurezza delle società democratiche. Esse puntano a seminare divisioni nelle nostre società, spesso sostengono attività estremiste violente e sono alimentate da attori stranieri malintenzionati o dai loro proxy”.

Disinformazione ma non soltanto. Anche attacchi incendiari, cyber-attacchi ed episodi di sabotaggio in Europa sono in aumento da parte dei servizi segreti russi, con la sponda della criminalità organizzata che rende più facile, economica e negabile (per i committenti) l’attività.

Ken McCallum, direttore generale di MI5, ne ha parlato nei giorni scorsi. La Russia sta cercando di creare “il caos” nelle strade del Paese e dell’Europa. E, come l’Iran, sta assoldando criminali per realizzare atti di terrorismo nel Regno Unito, anche alla luce delle restrizioni imposte sui funzionari (spie sotto copertura diplomatiche) accreditati. È un fenomeno a cui stiamo assistendo sempre più spesso: le reti criminali, anche quelle transnazionali, rappresentano un moltiplicatore di forze, per giunta a basso costo, per gli Stati che cercano di nascondere attività come sabotaggi stile Guerra Fredda, attacchi incendiari o anche cyber-attacchi studiati per alimentare tensioni in tempi di crisi.


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