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La Cina non può distorcere la storia. Strasburgo a difesa di Taiwan

A 53 anni dall’adozione della risoluzione Onu 2758, il Parlamento europeo ha ribadito la necessità di evitare qualsiasi cambiamento unilaterale dello status nello Stretto. Testo passato a larga maggioranza: tra gli italiani, no dei M5S, di Salis e Lucano

Domani saranno 53 anni che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione numero 2758, che definisce la Repubblica popolare cinese quale “unico legittimo rappresentante della Cina presso le Nazioni Unite” e rimosse dal Palazzo di Vetro “i rappresentanti di Chiang Kai-shek”, ovvero del governo ritiratosi a Taiwan dopo aver perso il controllo della Cina continentale in seguito alla Guerra civile cinese. Da allora, e con sempre maggior forza negli ultimi anni, la Repubblica popolare cinese sta cercando di distorcere la risoluzione, sostenendo che con essa la comunità internazionale abbia deciso per sempre che la Repubblica di Cina (Taiwan) è parte della Cina e non può rappresentare se stessa né alle Nazioni Unite, né in altre entità e non dovrebbe essere considerata uno Stato.

Oggi il Parlamento europeo ha condannato “le continue provocazioni militari della Cina contro Taiwan” e respinto “fermamente qualsiasi modifica unilaterale dello status dello Stretto”. La risoluzione è stata adottata con 432 voti a favore, 60 contrari e 71 astensioni (contrari gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle e i due di Alleanza verdi e sinistra che militano nel gruppo della Sinistra, Ilaria Salis e Mimmo Lucano).

Nel testo, il Parlamento europeo ribadisce il suo impegno a favore della politica “una sola Cina” ma condanna le dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping, secondo cui la Repubblica Popolare Cinese non rinuncerà mai al diritto di usare la forza nei confronti di Taiwan. Per questo, respinge fermamente i tentativi della Cina di distorcere la storia e le norme internazionali e ricorda che la risoluzione 2758 non prende posizione su Taiwan (la parola “Taiwan” non compare). Inoltre, si oppone ai costanti sforzi della Cina volti a bloccare la partecipazione di Taiwan alle organizzazioni multilaterali e invita l’Unione europea e i suoi Stati membri a sostenere la partecipazione significativa di Taiwan alle organizzazioni internazionali (Oms, Icao, Interpol e Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici).

Questa risoluzione, come altre adottate in Australia e nei Paesi Bassi, fa parte di uno sforzo della Inter-Parliamentary Alliance on China per ribadire l’opposizione alla lettura cinese secondo il cosiddetto “One China principle” (diverso dalla “One China policy” statunitense).

Nel corso della plenaria è intervenuto Nicolas Schmit, commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione, che ha parlato a nome dell’Alto rappresentante Josep Borrell affermando che l’Unione europea e Taiwan sono “simili” e che la Commissione europea si oppone a “qualsiasi azione unilaterale che cambi lo status quo con la forza o la coercizione”. Il commissario europeo ha inoltre ribadito la posizione dell’Unione europea secondo cui il mantenimento della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan sono di “importanza strategica per la sicurezza e la prosperità regionale e globale”.

“Accogliamo con favore” l’approvazione della risoluzione, un “messaggio forte e chiaro degli eurodeputati al Partito comunista cinese”, ha dichiarato il ministero degli Esteri taiwanese.


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