Il ministro degli Esteri britannico Lammy è atteso a Pechino. Ma poco prima della partenza, il Guardian rivela: niente tappa inglese per Tsai Ing-wen per il timore di creare tensioni con Xi
David Lammy, che da luglio è il segretario agli Affari esteri del Regno Unito, è attesa questo settimana in Cina. Londra punta a un rapporto meno conflittuale con Pechino: il nuovo governo laburista di Keir Starmer ha definito la ricalibrazione delle relazioni con la Cina, la seconda economia mondiale, una “sfida epocale” e ha espresso la volontà di riprendere i colloqui sugli investimenti cinesi per aiutare a rilanciare l’economia britannica in difficoltà, pur rimanendo critico sul tema delle violazioni dei diritti umani.
La visita arriva in un momento delicato, considerate le tensioni tra Cina e Unione europea sui dazi alle automobili elettriche. In risposta al recente voto europeo per l’imposizioe di tariffe fino al 45% sui veicoli elettrici di produzione cinese, la Cina ha minacciato misure di ritorsione sui prodotti europei, tra cui latticini, brandy, carne di maiale e parti di automobili. Secondo gli analisti, tuttavia, la capacità della Cina di contrattaccare ha un limite: è, infatti, improbabile che i beni di lusso provenienti dall’Europa siano soggetti a dazi, poiché generano un gettito fiscale più elevato, e tutto ciò che potrebbe scoraggiare i consumatori cinesi, sempre più parsimoniosi, dallo spendere denaro potrebbe essere l’opposto di ciò che il regime vuole.
Il viaggio di Lammy, che dovrebbe preparare quello dell cancelliere Rachel Reeves l’anno prossimo, è stato anticipato da una notizia del Guardian che ha riacceso il dibattito interno al Regno Unito sui rapporti da tenere con la Cina di Xi Jinping. Il ministro ha chiesto di rinviare la visita a Londra dell’ex presidente taiwanese Tsai Ing-wen, che oggi si trova a Praga, per non creare tensioni con Pechino in vista della sua missione. Il gruppo parlamentare misto britannico-taiwanese era in trattative per ospitare Tsai in Parlamento. Ma ha dovuto cambiare i piani alla luce dei timori del Foreign Office. “Abbiamo ricevuto una nota dall’Fcdo (il ministero degli Esteri, ndr) tramite il rappresentante di Taiwan nel Regno Unito”, ha detto una fonte del giornale coinvolta nella preparazione della visita dell’ex presidente taiwanese. “Diceva: ‘Per favore, potete rimandare la cosa per un po’ perché il ministro degli Esteri sta per fare una ‘visita di buona volontà’ in Cina e questo la metterebbe assolutamente in crisi”.
La visita di Tsai, attesa dopo Praga anche a Bruxelles e forse a Parigi, è stata rinviata alla prossima primavera. Il Parlamento britannico non ha bisogno dell’autorizzazione del governo per organizzarla ma il gruppo sperava che Whitehall avrebbe facilitato il viaggio, anche fornendo la sicurezza. Frances D’Souza, membro del gruppo, ex Lord Speaker della Camera dei Lord e ospite all’insediamento del nuovo presidente taiwanese Lai Ching-te a maggio, ha dichiarato: “Speriamo vivamente di poter ospitare l’ex presidente Tsai Ing-wen in Parlamento nel prossimo futuro. Pur comprendendo le sensibilità politiche, il Parlamento è un forum democratico aperto a molte voci e punti di vista diversi”.
C’è un precedente. Ad aprile una delegazione di parlamentari laburisti, allora all’opposizone, guidata dal deputato Sonny Leong si è recata in Taiwan per incontrare Tsai poco prima che lasciasse la carica di presidente. La visita era stata fortemente condannata dall’ambasciata cinese a Londra, che aveva accusato i parlamentari di “grave interferenza negli affari interni della Cina” alla luce del fatto che Pechino considera l’isola come una provincia ribelle da annettere anche a costo dell’esercizio della forza.