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Priorità Ucraina. Chi ha incontrato a Roma il vicesegretario aggiunto Usa

Chris Smith, capo dell’ufficio Europa orientale al dipartimento di Stato, ha incontrato stamattina i deputati della commissione Esteri di Montecitorio. La guerra in Ucraina al centro dell’audizione informale

Questa mattina Chris Smith, vice segretario aggiunto per l’Europa orientale del dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ha incontrato i deputati della commissione Esteri della Camera. Al centro dell’audizione informale, che racconta la volontà di Italia e Stati Uniti di rafforzare gli scambi anche sul piano diplomatico-parlamentare: la situazione in Ucraina.

Proprio ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato al parlamento di Kyiv, la Verchovna Rada, alcuni punti del suo “Piano per la vittoria” già illustrato ai leader occidentali, primo tra tutti il presidente statunitense Joe Biden: “Dipende dai nostri partner”, ha spiegato Zelensky ribadendo la sua richiesta di sostegno all’Occidente e il suo no alla possibilità di cedere territori alla Russia per porre fine alla guerra.

Sembra essere proprio il sostegno occidentale la variabile più importante nelle prossime settimane, anche pensando alle prossime elezioni presidenziali statunitensi e al possibile ritorno alla Casa Bianca del repubblicano Donald Trump nel caso in cui dovesse sconfiggere nelle urne l’attuale vicepresidente Kamala Harris, candidata dem.

Stamattina Smith, diplomatico di carriera e già vice capo missione a Kyiv nei mesi nell’inizio dell’invasione russa, si è trovato davanti partiti compatti, almeno a voce, sul sostegno all’Ucraina ma con posizioni molto diverse.

Martedì Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha ribadito la posizione del governo nelle comunicazioni prima del Consiglio europeo al via oggi e che vedrà anche la presenza di Zelensky: “Non possiamo non ribadire il nostro sostegno all’Ucraina perché una sua sconfitta avrebbe delle ricadute pesanti su tutta l’Unione europea”, ha dichiarato in Aula. Sono note le posizioni “pacifiste” della Lega, che ieri non ha votato in commissione Politiche europee del Senato la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo che prevede un contributo di 35 miliardi a Kyiv. Così come quelle di Forza Italia, condivise dall’intera maggioranza, contro l’autorizzazione a Kyiv a utilizzare le armi fornite per colpire su suolo russo.

Dall’opposizione Elly Schlein, leader del Partito democratico, ha ribadito il sostegno all’Ucraina “contro questa invasione criminale” ma, ha aggiunto, “chiediamo all’Italia e all’Unione europea lo sforzo diplomatico e politico che fin qui è mancato”. Il senatore dem Alessandro Alfieri che invitato il governo a “intervenire” sul veto posto dal premier ungherese Viktor Orbán agli aiuti all’Ucraina. “Nessuna iniziativa diplomatica della Ue, solo escalation delle armi”, ha detto Nicola Fratoianni di Alleanza verdi e sinistra. Le dichiarazioni più lontane dal sostegno all’Ucraina sono state quelle di Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio e presidente del Movimento 5 Stelle ha invitato Meloni a smettere di “scommettere” sulla vittoria dell’Ucraina – che però si sta difendendo da un’aggressione – “perché questa guerra a oltranza sta producendo morti, distruzione, una vertiginosa corsa al riarmo, sta producendo difficoltà per la nostra filiera, le nostre imprese, un aumento quasi fino al 40% dei costi energetici comparati alle altre imprese europee”.

Deputati italiani interessati a capire se e come cambierà il sostegno americano all’Ucraina in caso di vittoria di Trump. Questione su cui però i funzionari non entrano. E che rimane uno dei grandi punti interrogativi sugli Stati Uniti post voto.

(Foto: State.gov)



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