Skip to main content

Cosa ho visto nella casa di Trump a Mar-a-lago. Il racconto di Neiman

Conversazione con il musicista italiano, radicato a Los Angeles, Tony Neiman, autore della colonna sonora del documentario su Trump -elogiato da Elon Musk – “The Man You Don’t Know”

 

Quando Tony Neiman è arrivato negli Stati Uniti aveva in tasca il permesso artistico e una valigetta piena di progetti. Era il 2015 e la forza che l’ha spinto a montare su un aereo e volare dall’altra parte dell’Oceano era la voglia di crescere come musicista nel mondo del cinema.

La destinazione era la Mecca per chi vuole dedicare la vita professionale al grande schermo: Los Angeles. A quasi 10 anni Neiman ha avverato il suo sogno. Sebbene in patria abbia lavorato come pianista e compositore, anche per l’emittente statale Rai, in America il suo curriculum ha continuano ad arricchirsi. L’ultimo lavoro di successo? È sua la musica dell’attesissimo documentario sul presidente eletto, Donald Trump “The Man You Don’t Know”, già elogiato e diffuso sui social dall’amico Elon Musk.

In una conversazione con Formiche.net, Neiman spiega che il sogno americano esiste per coloro che vogliono competere e rinunciare a quello che hanno nel proprio Paese: “Non sono più gli anni ‘70 e ‘80 però ancora si ha l’idea, pur se frammentata, di avere maggiori opportunità se hai talento. La competizione qui è ai massimi livelli”. Tra i lavori più recenti ci sono “MK Ultra” diretto da Joseph Sorrentino, “Cosmoball” di Dzhanik Fayziev e in tv una collaborazione con “The Gifted” e “People Magazine Investigates”

Neiman è laureato in Pianoforte Classico all’Accademia L. Perosi di Campobasso e al Conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila in Composizione e Jazz. Quando è arrivato negli Stati Uniti, il musicista ha capito che per imparare a scrivere musica da film come i grandi avrebbe dovuto approfondire e adottare un linguaggio musicale che in Italia faceva fatica ad apprendere: “Fermo restando che ringrazio ogni giorno di essere nato e cresciuto a Roma, dove si respira cultura anche fuori dalle aule del conservatorio. Quando sono arrivato non conoscevo nessuno e non avevo un soldo. Sapevo che sarebbe stata un’avventura lunga e dolorosa che continua ancora oggi. Ma pur sempre una grande avventura che ho la fortuna di vivere”.

Con la pandemia il mondo musicale ha vissuto un cambiamento non indifferente, spiega Neiman: “C’è stata un’evoluzione molto accelerata. Ci sono sempre meno eventi live ed è sempre più difficile trovare la propria nicchia. C’è un’omologazione dei generi. Si comincia a parlare di Intelligenza artificiale musicale per le immagini. Si vedono già i primi esperimenti. Per noi compositori un po’ preoccupante …”

Sulla sua partecipazione nel documentario su Trump, Neiman racconta che è stata una vera corsa contro il tempo: “Sono stato chiamato la prima settimana di settembre per dare la mia disponibilità. E l’11 ottobre ho consegnato 90 minuti di musica. Non c’era molto tempo però devo dire che sono soddisfatto in generale e soprattutto per l’opening song in particolare. Comincia con una cellula melodica che ricorda Bach e lo sviluppo in chiave moderna con un quintetto di archi e pianoforte”.

Il documentario ha diversi momenti emotivi che racchiudono la vita dell’ex presidente americano, non come politico ma come uomo, e questi momenti hanno dato a Neiman la possibilità di esprimere tutta la sua creatività musicale: “Una bella esperienza che racchiude un po’ il sogno americano che portiamo dall’Italia, quello di poter partecipare e fare arte su un progetto che poi viene distribuito a livello globale”.

In “The Man You Don’t Know” vengono intervistati amici e parenti di Trump, che parlano della loro amicizia con lui e di storie e aneddoti di vita privata. Un racconto interessante, che include anche personaggi dello spettacolo come Frank Stallone (fratello di Sylvester), Dana White e tanti altri.

“Non mi aspettavo di poter andare a casa di Trump a presentare il lavoro – confessa Neiman -. Quando Global Ascension, la società che ha prodotto il documentario, mi ha invitato per la presentazione a Mar-a-Lago ero timoroso di veder valutato il mio lavoro senza filtri dall’ex Presidente degli Stati Uniti di nuovo in corsa per la Casa Bianca. Martedì 22 ottobre mi sono ritrovato nella sua residenza a parlare con Hulk Hogan e altri personaggi dello spettacolo che vedevo da bambino in tv. Ho trovato la cosa piuttosto strana”.

E com’è la casa di Trump a Mar-a-lago, ormai epicentro dell’interesse geopolitico internazionale? (Molti leader sono rientrati dal G20 a Rio de Janeiro facendo scalo in Florida per incontrare il presidente eletto). “La residenza è gigantesca. Il salotto per la premiere era enorme e accoglieva con comodità i 500 invitati. Il presidente a fine ricevimento è salito sul palco e ha ringraziato tutti per la loro presenza e dedizione – racconta Neiman -. La ciliegina sulla torta è stata la pubblicazione del documentario su X  da parte di Elon Musk: 50 milioni di views. Questa è l’America”.

Una definizione sul nuovo presidente americano? “Ho scritto una rapsodia che mi fa pensare molto a lui. Se un giorno la pubblicherò te la farò ascoltare”.

 



×

Iscriviti alla newsletter