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Verso una riforma del Golden Power. Il dibattito a Mediobanca

Il convegno “Golden Power tra mercato, diritto e politica industriale” a Milano ha messo in luce la necessità di bilanciare sicurezza nazionale e attrattività economica. Ecco cos’hanno detto Nagel (Mediobanca), il ministro Urso, Savona (Consob), il giurista Cassese e il sottosegretario Mantovano

Il Golden Power “impone la ricerca di un equilibrio tra tutela della sicurezza nazionale e crescita economica” al fine di non generare incertezza e costi, “e quindi ritrosia, da parte degli investitori stranieri”, ha spiegato Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, introducendo i lavori del convegno “Golden Power tra mercato, diritto e politica industriale”, organizzato oggi a Milano in memoria del giurista Ariberto Mignoli. Il numero uno di Piazzetta Cuccia ha invitato la politica a mettere a fuoco alcune priorità in un periodo complesso sul piano geopolitico: “Su tutte, quella di garantire prevedibilità e trasparenza nell’applicazione dei poteri speciali”.

I numeri del 2023

I numeri della Relazione in materia di poteri speciali per l’anno 2023 parlano chiaro: 727 operazioni, di cui 577 notifiche e 150 prenotifiche, con 30 occasioni di utilizzo dei poteri speciali, di questi due procedimenti si sono conclusi con l’opposizione. Dati che raccontano una tendenza delle notifiche e prenotifiche ai sensi della normativa Golden Power che è “crescente”, recita il documento.

Urso: non solo uno strumento di difesa

Ogg il Golden Power ha “un ruolo indiretto nella politica industriale”, ha spiegato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Lungi dall’essere un mero strumento di difesa, esso connota una politica industriale volta a proteggere l’indipendenza tecnologica e a favorire lo sviluppo dell’innovazione”, ha aggiunto citando le telecomunicazioni, la robotica, la cybersecurity, l’intelligenza artificiale e l’energia. Parlano della correlazione tra l’esercizio dei poteri speciali e la politica industriale, Urso ha sostenuto che “ma non si può chiedere di certo alla normativa di risolvere i problemi sistemici dell’industria italiana”. A proposito, il suo ministero ha avviato una pubblica consultazione “per una nuova strategia di politica industriale per l’Italia”.

Savona: conciliare Golden Power e Tuf

Secondo il professor Paolo Savona, presidente della Consob, è urgente conciliare il Golden Power con il dettato del Testo unico sulla finanza anche alla luce di un protezione “sempre latente”. “Nel caso specifico della governance societaria occorre conciliare le norme ordinarie di sicurezza delle imprese e dei risparmiatori e quelle speciali per la sicurezza dello Stato”, ha spiegato. “Un esempio valga su tutti”, ha proseguito facendo riferimento probabilmente alla vicenda Pirelli: “In occasione di una vicenda che ha scisso il controllo societario dal governo dell’impresa è emersa una inconciliabilità tra il dettato del Tuf e quello del Golden Power, da cui deriva l’urgenza di un’iniziativa che conduca a una trattazione congiunta del problema”.

Cassese: verso poteri meno speciali?

Tanti gli interrogativi posti dal professor Sabino Cassese: “Possono le due finalità, quella di sicurezza e di ordine pubblico, essere raggiunte in altro modo, meno invasivo? Si possono ottenere i benefici della concorrenza, che comportano l’apertura dei mercati e l’attrazione di capitali stranieri, salvaguardando la sicurezza e l’ordine pubblico con strumenti meno invasivi? Dove fermarsi per assicurare sicurezza e ordine pubblico senza fermare il progresso economico, che si vale anche della libertà dei capitali e delle industrie? È coerente con l’ordinamento complessivo dei poteri pubblici l’attribuzione all’organo di gestione dei poteri speciali – la Presidenza del Consiglio dei ministri – della stessa latitudine di competenze e poteri che è attribuita, a partire dal 1990, alle autorità amministrative indipendenti?”. Domande “importanti” in quanto l’ordinamento del Golden Power è “in contraddizione” con le autorità amministrative indipendenti (in particolare la Consob) e altri strumenti dello Stato. Per questo, è necessario che i poteri speciali diventino “meno speciali per “ritornare nell’alveo del diritto pubblico”, ha spiegato ancora Cassese. Il giurista ha poi citato le modifiche proposte da Assonime, che includono la determinazione di linee guida e orientative, la delimitazione delle attività strategiche, la limitazione delle operazioni infragruppo sottoposte a controllo, la definizione dei presupposti degli obblighi di notifica, la limitazione dell’apposizione di prescrizioni, condizioni e raccomandazioni e la semplificazione delle procedure.

Mantovano: serve una strategia di sicurezza nazionale economica

Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ha spiegato che i numeri del 2024 sono in linea con quelli del 2023: al 31 ottobre di quest’anno 661 operazioni notificate, 27 casi di esercizio dei poteri speciali, di cui 25 con prescrizioni (soprattutto nei settori sicurezza e difesa) e 2 con veto. Numeri in linea con quelli dell’anno scorso, dice. L’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica ha citato Edward Luttwak e la logica del conflitto armato attraverso le metodologie del commercio. “Il Golden Power può recitare una parte, in quanto permette di valutare implicazioni strategiche”, ha continuato. Lo strumento “può essere ulteriormente affinato”, ha concluso il sottosegretario, spiegando che il governo è aperto al confronto ma che un aggiornamento può funzionare “soltanto se inserito in una strategia di sicurezza nazionale economica” che coinvolga “ogni articolazione del team Italia”.



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