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Come un blitz militare. Tutto sul colpo al magazzino Dhl nel Piacentino

Una pianificazione meticolosa che ricorda le strategie delle forze speciali. Con un gruppo di ladri tra i 15 e i 20 membri, l’assalto ha previsto il blocco delle vie d’accesso mediante auto in fiamme e chiodi, permettendo alla banda di entrare nel deposito senza ostacoli. Fantasioso, ma non troppo, pensare che l’attacco segua gli altri, probabilmente orchestra da Mosca, contro la logistica in Europa

Una vera e propria operazione militare. Prima l’individuazione dell’obiettivo, con tanto di analisi dei flussi e delle procedure interne relativamente alle merci per individuare il momento migliore nel rapporto tra valore e vulnerabilità. Poi l’analisi dell’obiettivo, magari con una serie di ricognizioni e qualche complice all’interno della struttura. Infine, la pianificazione dell’operazione con l’assegnazione di un compito specifico a ciascun nucleare. Roba da forze speciali, che richiede settimane, se non mesi di preparazione.

Così potrebbe essere stato preparato il colpo, andato a segno nella notte tra sabato e domenica, in un magazzino della logistica della multinazionale Dhl a Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza. Rubato materiale elettronico e hi-tech, per un valore non ancora stimato ma che potrebbe raggiungere il milione di euro. Secondo gli investigatori, la banda di ladri era composta da 15-20 persone. Per guadagnare tempo e rallentare l’intervento dei carabinieri, i banditi hanno bloccato tutte le vie di accesso al polo logistico piazzando auto e furgoni in fiamme e gettando anche chiodi a tre punte sull’asfalto per forare gli pneumatici delle pattuglie.

All’ora x la banda ha bloccato almeno tre strade della Bassa piacentina nei dintorni del magazzino logistico Dhl di Monticelli d’Ongina, tra Piacenza e Cremona. L’asfalto è stato dissaminato di chiodi. Diverse auto e furgoni rubate nelle ore precedenti sono state date alle fiamme e piazzati di traverso in mezzo alla strada per creare una barriera di ferro e fiamme. È a quel punto che un nucleo ha puntato dritto verso l’ingresso del comparto logistico, sfondando le sbarre poste all’ingresso e tenendo sotto il tiro delle armi le guardie giurate poste a vigilanza notturna della struttura. Una volta all’interno sembra siano andati a colpo sicuro verso i mezzi e gli scaffali con la merce più preziosa: telefonini nuovi di ultima generazione, tablet e computer. Tutta roba che probabilmente – e qui c’è un elemento cruciale nella pianificazione – era già destinata a rifornire i grossi centri commerciali del Nord in vista del Natale.

Anche ciò che è accaduto, con i vigili del fuoco intervenuti con i carabinieri per spegnere i mezzi in fiamme sulle strade mentre i ladri caricavano la merce sui loro mezzi pronti alla fuga, era stato previsto. Così, la banda ha scelto una via di fuga sicura, probabilmente attraverso piccole strade di campagna nella zona. Potrebbe aver raggiunto un posto sicuro, forse nemmeno troppo distante, dove tenere stoccata tutta la refurtiva in attesa di trasportarla poi con calma altrove.

Non è il primo attacco contro Dhl, società che fa parte del gruppo Deutsche Post e che lavora molto anche per clienti governativi. A luglio erano divampate le fiamme in un deposito di pacchi nella periferia della città britannica di Birmingham: nessun ferito, solo danni materiali e forti sospetti di un nuovo episodio della minaccia ibrida russa, appoggiandosi sulla criminalità organizzata, contro l’Europa. Per questo e per via delle caratteristiche dal colpo di due giorni fa, l’ipotesi di un attacco che segue gli altri, ma stavolta con l’aggiunta di un bel sacco di soldi, sembra fantasiosa, ma non troppo.



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