Nel Vertice che si apre oggi a Rio, fra i vari elementi in discussione, vi è l’Intelligenza Artificiale, il cui potenziale trasformativo è anche fonte di dilemmi etici e regolamentari. Non è la prima volta che il G20 si occupa di cooperazione digitale. Nel Vertice di Hangzhou nel 2016 è stata introdotta l’iniziativa “G20 Digital Economy Development and Cooperation”, tesa a rafforzare l’infrastruttura digitale, colmare il divario digitale e stabilire principi per la cybersicurezza e la privacy dei dati. L’intervento di Leonardo Maria Lombardi
La recente visita di Stato del Presidente Sergio Mattarella in Cina ha reiterato il bisogno di dialogo e cooperazione fra le principali economie del mondo. Il superamento della logica dei “blocchi contrapposti” e la promozione della convivenza armoniosa sono stati riconosciuti come elementi fondativi sia per la stabilità globale che per la costruzione di un rapporto armonioso e di mutuo beneficio tra Italia e Cina.
Questi stessi elementi rispecchiano gli obiettivi che il G20 si dà come forum per la mediazione e la cooperazione tra le principali economie mondiali. Tali obiettivi saranno ribaditi nel summit di Rio de Janeiro, in programma oggi e domani sotto la presidenza – anche simbolica – del Brasile.
Rappresentando l’85% del Pil globale, il 75% del commercio e due terzi della popolazione mondiale, il G20 oggi rappresenta un elemento centrale nella governance globale.
Fondato nel 1999 come forum per la prevenzione delle crisi, il G20 inizialmente mirava a integrare le economie sistemiche, avanzate ed emergenti, all’interno del sistema di Bretton Woods. Gli incontri regolari tra ministri delle finanze e governatori delle banche centrali erano finalizzati a favorire il dialogo e stabilizzare l’economia globale.
In seguito, la crisi finanziaria del 2008 ha elevato il G20 a “forum principale per la cooperazione economica internazionale”, riunendo i capi di Stato e di governo per facilitare un approccio comune alle emergenze globali. Tra i principali risultati vi sono stati la stabilizzazione dell’economia mondiale in seguito alla crisi finanziaria, il rafforzamento del Fmi, e l’istituzione del Financial Stability Board.
Nel tempo, il G20 ha ampliato il proprio focus, affrontando questioni come lo sviluppo sostenibile, il cambiamento climatico e, da ultimo, la trasformazione digitale. Questa evoluzione riflette il riconoscimento delle sfide interconnesse dell’economia globale e la necessità di una piattaforma che comprenda prospettive diverse.
Nell’attuale contesto di un’economia mondiale frammentata e conflittuale, il G20, data la sua struttura inclusiva, ricopre una posizione centrale per favorire il dialogo e la cooperazione su questioni globali particolarmente complesse. Tale cooperazione, in particolare, richiede la ricomposizione del crescente divario tra due blocchi sistemici: il G7, che rappresenta le economie avanzate, e i Brics, una coalizione di Paesi emergenti con una massa critica in termini di Pil ben superiore allo stesso G7 e un ruolo, nei suoi confronti, sempre più antagonistico.
In tale contesto, il G20 consente ai Brics e al G7 di discutere di preoccupazioni comuni. Il suo approccio potenzialmente inclusivo offre un modello di governance globale più rappresentativo rispetto al G7 o al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, promuovendo la cooperazione su commercio, innovazione e sostenibilità. Coinvolgendo i Brics nella definizione delle norme globali, il G20 potrebbe mitigare la frammentazione dell’economia.
In particolare, proprio grazie alla sua tradizione di promuovere il dialogo e l’impegno responsabile, il G20 è ben posizionato per alimentare convergenze su standard regolamentari che bilancino inclusività e progresso tecnologico.
Nel Vertice che si apre oggi a Rio fra i vari elementi in discussione vi è l’Intelligenza Artificiale (IA), il cui potenziale trasformativo è anche fonte di dilemmi etici e regolamentari.
Non è la prima volta che il G20 si occupa di cooperazione digitale. Nel Vertice di Hangzhou nel 2016 è stata introdotta l’iniziativa “G20 Digital Economy Development and Cooperation”, tesa a rafforzare l’infrastruttura digitale, colmare il divario digitale e stabilire principi per la cybersicurezza e la privacy dei dati.
Nei suoi incontri successivi il G20 ha sottolineato sempre più la duplice natura dell’IA: da un lato, quella di offrire opportunità economiche e sociali particolarmente rilevanti ma, dall’altro, anche di presentare sfide regolamentari ed etiche significative.
Non è un caso che il Vertice di Osaka del 2019 ha promosso un approccio “umano centrico”, sottolineando trasparenza e responsabilità. I successivi summit, tra cui quelli di Bali nel 2022 e Nuova Delhi nel 2023, hanno riconosciuto il ruolo dell’IA non solo nella crescita economica, ma anche nell’inclusione digitale e nello sviluppo sostenibile.
In tal senso, i leader del mondo hanno evidenziato la necessità di distribuire equamente i benefici dell’IA, in particolare ai gruppi vulnerabili, sostenendo al contempo quadri normativi che proteggano la privacy e i diritti umani.
Guardando al futuro, il G20 – grazie al suo approccio collaborativo e inclusivo – è in una posizione ideale per affrontare la complessità della trasformazione digitale globale e facilitare lo sviluppo di standard, sia pur minimi, condivisi sull’IA.
Il suo impegno per bilanciare crescita economica e sicurezza ne sottolinea il potenziale come “mediatore” unico per contribuire a costruire un’economia digitale innovativa, responsabile ed equa.