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Il primo incontro Five Eyes in Giappone fa arrabbiare la Cina

L’incontro di Tokyo rappresenta un passo significativo nella condivisione di informazioni nell’Indo-Pacifico. Resta da vedere se il Giappone riuscirà a superare le barriere politiche e culturali per unirsi al club. Intanto, Pechino…

Per la prima volta, il Giappone ha ospitato un incontro dei Five Eyes, l’alleanza di intelligence che include Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda. L’evento si è svolto a Tokyo mercoledì scorso ed è stato parte di una conferenza più ampia che ha coinvolto alti rappresentanti delle Forze di autodifesa giapponesi.

Secondo Osamu Kai, consigliere del capo di stato maggiore che ha guidato la delegazione giapponese, l’incontro ha rappresentato un’opportunità per approfondire la comprensione reciproca delle sfide globali e promuovere la visione di Tokyo di un Indo-Pacifico libero e aperto, come riportato dal Japan Times. Da tempo il Giappone ambisce a diventare il sesto membro del gruppo, una mossa giustificata dal suo ruolo di prima linea nelle sfide strategiche della regione e dalle minacce condivise: Cina in primis ma anche Corea del Nord. Il Chief Warrant Officer canadese Robert McCann ha sottolineato che tali incontri migliorano la condivisione delle informazioni e rafforzano l’interoperabilità tra forze armate alleate e partner.

L’adesione formale del Giappone, però, richiederebbe significativi adeguamenti agli standard di sicurezza e classificazione dei Five Eyes. John Hemmings, esperto del Center for Strategic and International Studies, ha evidenziato in un’analisi del 2023 che l’ascesa della Cina come potenza assertiva nell’Indo-Pacifico offre una forte motivazione per l’integrazione del Giappone nei Five Eyes. Tuttavia, Hemmings ha sottolineato che per entrare nell’alleanza, il Giappone dovrebbe implementare standard rigorosi in tre aree chiave: sistemi di autorizzazione del personale, gerarchie di classificazione delle informazioni e procedure operative per la condivisione dei dati. Nonostante i progressi, come il potenziamento della sicurezza cibernetica e la proposta di un sistema di security clearance, il percorso di Tokyo verso un’eventuale adesione resta lungo e complesso.

Non si è fatta attendere la reazione cinese. Il Global Times, megafono in lingua inglese della propaganda del Partito comunista cinese, ha criticato l’iniziativa, descrivendo il Giappone come un “outsider” nell’alleanza, composta esclusivamente da Paesi di origine anglosassone. Il giornale cita Zhou Yongsheng, accademico della China Foreign Affairs University, secondo cui il Giappone sarebbe sfruttato dai Five Eyes per servire scopi egemonici, contribuendo a un confronto tra blocchi. Inoltre, le ambizioni di Tokyo non sarebbero in linea con i suoi interessi nazionali, soprattutto considerando l’impegno del primo ministro Shigeru Ishiba verso una maggiore collaborazione con la Cina.


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