Un recente rapporto del centro britannico evidenzia come le elezioni statunitensi del 2024 siano state colpite da un aumento di disinformazione generata dall’intelligenza artificiale. Sebbene non abbia influenzato i risultati, la minaccia rimane alta per le future elezioni in Canada, Australia e altrove. Condividere conoscenze tra le nazioni diventa fondamentale per proteggere la sicurezza elettorale
Il processo di attribuzione delle campagne ibride è qualcosa di particolarmente complesso, sia per la natura degli attacchi (asimmetrici, sotto la soglia del conflitto e con diversi strati che permettono all’attaccante di celare la propria responsabilità fino spesso a negarla) sia per i risvolti, politici e non solo. Una sfida anche per giornalisti e ricercatori: come informare e studiare senza ingigantire casi minori? Questo è particolarmente vero per quanto riguarda la disinformazione. Ancor di più oggi che l’intelligenza artificiale l’ha resa una minaccia più grave per chi la subisce e allo stesso tempo più economica per chi attacca.
Questo elemento emerge con forza dal rapporto “AI-Enabled Influence Operations: Safeguarding Future Elections” pubblicato ieri da The Alan Turing Institute, il centro nazionale britannica per scienza dei dati e intelligenza artificiale.
La tornata americana, spiegano, ha visto livelli di disinformazione alimentata dall’intelligenza artificiale più alti all’inizio dell’anno per diversi fattori, tra cui: i “livelli elevati di polarizzazione e divisione politica negli Stati Uniti”; le differenze marginali nei sondaggi tra i principali candidati politici che incoraggiano chi cerca di influenzare i risultati elettorali a diffondere volumi maggiori di disinformazione; le posizioni contrastanti dei principali partiti politici su temi chiave della campagna – come la guerra della Russia in Ucraina e le relazioni degli Stati Uniti con la Nato – che attirano interferenze straniere; un ciclo elettorale “molto più lungo rispetto alle elezioni anticipate nel Regno Unito e in Francia, che consente più tempo per pianificare e implementare operazioni di influenza ostile da parte di attori malevoli”.
L’intelligenza artificiale “potrebbe non aver modificato o alterato in modo significativo i risultati delle principali elezioni del 2024”, si legge. “Ma questo non è un motivo per abbassare la guardia”. “Coloro che si occupano della sicurezza elettorale dovrebbero apprendere dalla crescente mole di prove sull’uso dell’intelligenza artificiale mentre lavorano per proteggere le elezioni future. Le imminenti elezioni nazionali in Canada e Australia potrebbero diventare bersagli di un uso improprio dell’intelligenza artificiale, così come le elezioni locali e regionali in tutto il mondo. È quindi fondamentale sviluppare iniziative per condividere conoscenze tra le nazioni in questo settore”, suggeriscono gli esperti.