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Intelligenza “Bio-Artificiale”, ecco il motore che rivoluziona la PA. Scrive Caridi

Di Vincenzo Caridi

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione rappresenta un motore di trasformazione che potenzia le capacità umane, valorizza le competenze e offre servizi di maggiore qualità. L’integrazione tra intelligenza umana e artificiale condurrà al concetto di intelligenza “Bio-Artificiale”. L’intervento di Vincenzo Caridi, capo dipartimento per le politiche del lavoro, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali

Le possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale (Ia) generativa nei processi cognitivi della Pubblica amministrazione (Pa) sono non solo innumerevoli, pervasive e dirompenti, ma soprattutto capaci di trasformare radicalmente il modo in cui eroghiamo servizi pubblici.

Secondo un report di Gartner, entro il 2027, il 50% delle attività amministrative globali potrebbe essere automatizzato, grazie all’Ia.

Tuttavia, invece di temere la sostituzione dei dipendenti, preferisco focalizzarmi su come l’Ia possa esaltare le potenzialità umane, portando a un rinascimento delle competenze individuali.

Per descrivere questa potente sinergia tra intelligenza umana e artificiale—una collaborazione che non solo amplifica, ma rivoluziona le capacità umane attraverso l’integrazione con tecnologie avanzate—propongo di introdurre un neologismo: Intelligenza “Bio-Artificiale” – Iba, una relazione che potenzia e non sostituisce.
Come un artigiano che utilizza nuovi strumenti per perfezionare le proprie creazioni, i dipendenti pubblici possono sfruttare l’Ia per potenziare le proprie abilità. Secondo recenti studi, oltre il 70% delle amministrazioni pubbliche europee sta investendo in tecnologie di Ia per migliorare l’efficienza operativa.

Gli esempi d’uso sono numerosi. Uno già realtà è rappresentato dalla digitalizzazione delle pratiche: l’Inpe, nel 2023, ha processato oltre 10 milioni di richieste tramite chatbot avanzati, riducendo i tempi medi di risposta di oltre il 30%. Come Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel campo dell’informazione, ad esempio, stiamo potenziando l’Urp online, con chatbot dotati di Ia generativa, migliorando significativamente l’assistenza all’utenza. Vogliamo implementare sistemi di Ia per contrastare il fenomeno del caporalato, analizzando dati e identificando pattern sospetti.

Stiamo valutando l’uso del “metaverso” e della realtà virtuale per rendere più efficace la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con simulazioni immersive che aumentano la comprensione e la memoria dei partecipanti.

Inoltre, l’Ia sarà fondamentale per orientare i cittadini riguardo alle opportunità della previdenza complementare, fornendo simulazioni e consulenze personalizzate basate sulle esigenze individuali.
Attualmente, l’esempio più significativo di tecnologia che rende più efficace l’attività dei dipendenti è il sistema di intelligenza artificiale introdotto nella piattaforma Siisl, dedicata all’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

L’Ia potenzia il lavoro dei centri per l’impiego: infatti, gli operatori, già dal mese prossimo, avranno a disposizione un indice di affinità che consente di individuare per ciascun utente le posizioni vacanti più adatte al suo percorso formativo, professionale e alle aspirazioni personali.

Nel caso in cui l’utente non possieda le competenze adeguate per rispondere alle offerte di interesse, il sistema suggerirà corsi formativi utili a colmare il divario tra le competenze individuali e quelle richieste dal mercato.
Questo approccio permetterà, ad esempio, ai beneficiari del programma Gol o a chi manifesta una disponibilità al lavoro, di stipulare patti personalizzati di servizio molto più efficaci in termini di ricaduta occupazionale.

Ma c’è di più: il Siisl aprirà alla possibilità di stipulare patti personalizzati di servizio online, basati su assesment qualitativi e quantitativi semplificati. Ciò significa rispondere più velocemente alle esigenze degli utenti che possono facilmente reinserirsi nel mondo del lavoro, dedicando più tempo a coloro che si trovano in situazioni complesse e necessitano di supporto nell’individuazione dei percorsi di inserimento sociale e lavorativo più idonei.

L’intelligenza artificiale renderà quindi il lavoro dei centri per l’impiego significativamente più efficace.

Anche a livello generale, in fase di progettazione delle politiche attive del lavoro, l’Ia offre un importante supporto. Stiamo sviluppando indicatori che, partendo dai dati presenti in Siisl sulle posizioni vacanti e sui curriculum di chi cerca lavoro, integrati da altre fonti, possano restituire una fedele ricostruzione della dinamica del mercato del lavoro.

Con tali strumenti, si potranno promuovere politiche più mirate, differenziate per target e accompagnate da un monitoraggio costante che consenta tempestivamente azioni correttive o di rinforzo. In particolare, con l’ausilio di modelli e algoritmi previsionali evoluti, saranno individuate in ottica predittiva le competenze richieste per colmare il mismatch oggi esistente e promuovere l’accesso al lavoro o la permanenza nel mercato.

L’utilizzo di modelli predittivi sta già evidenziando come, nei prossimi tre anni, le competenze digitali avanzate saranno richieste in oltre il 60% delle offerte di lavoro.

Inoltre, il Ministero sta lavorando a definire una strategia per favorire l’introduzione dell’Ia nel mondo del lavoro, al fine di incrementare la competitività delle imprese. In questa direzione, le risorse del Fondo nuove competenze, nel decreto di prossima pubblicazione, sono state indirizzate a sostenere la formazione dei lavoratori necessaria a integrare le più moderne tecnologie, rendendo possibile in tempi celeri la transizione digitale e green.

La Pa deve sostenere questa doppia transizione, facilitando il percorso delle imprese nell’adottare le migliori tecnologie, per consentire al Paese di rimanere competitivo a livello globale.

Nel mondo in continua evoluzione, dove l’Ia sarà progressivamente in grado di svolgere anche attività intellettuali, non basta semplicemente utilizzare strumenti tecnologici.

Per un salto di qualità, occorre partire dalla comprensione delle ragioni per cui la Pa esercita la propria azione amministrativa (il “perché”) e ridisegnare i processi di lavoro sfruttando il digitale per arrivare a risultati di qualità decisamente superiore (il “come”). Questo implica una formazione profonda, orientata alla comprensione delle motivazioni delle nostre azioni, all’acquisizione di competenze specifiche nei singoli campi di attività e alla padronanza delle abilità per governare la tecnologia. Inoltre, considerata la velocità di sviluppo della tecnologia, questo processo formativo non può esaurirsi nel conseguimento di un particolare titolo di studio o nel seguire un singolo corso.

Comporta invece una formazione continua, permanente e di alta qualità. Abbiamo bisogno di introdurre l’attività di coaching permanente. Questo riguarda i dipendenti della Pubblica Amministrazione ma, in generale, tutti i lavoratori. E grazie all’Ia, oggi è possibile. In altri termini, è necessaria un’assistenza professionale che permetta a ciascuno di capire dove è posizionato rispetto al mercato del lavoro, quali sono le competenze che possiede e quali deve acquisire per continuare a svolgere al meglio il proprio lavoro o per riposizionarsi.

Il coach deve sostenere ciascuno a porsi delle domande, a comprendere le proprie reali aspirazioni e quale percorso formativo o professionale può seguire per realizzarle, informandolo delle opportunità concrete presenti sul territorio.

Il Ministero del Lavoro sta lavorando in questo senso. Sta progettando di sfruttare l’intelligenza artificiale per creare un coach virtuale che, grazie all’interazione con l’utente e alla conoscenza delle opportunità formative e lavorative disponibili, possa personalizzare il servizio di orientamento individuale. Ovviamente, nessuna Ia intesa come sistema unico è ancora in grado di raggiungere questo risultato.

L’obiettivo può essere conseguito facendo lavorare contemporaneamente più “agenti” intelligenti specializzati.
Immaginiamo questi agenti come membri di un’orchestra, ognuno con il proprio strumento, che insieme creano un’armoniosa sinfonia di servizi personalizzati. Il primo agente è dedicato a comprendere le competenze dell’utente e a costruire un curriculum adeguato.

Un altro si occupa di comprendere le aspirazioni della persona. Un altro ancora analizza le dinamiche del mercato. Per svolgere questo compito, potrà utilizzare informazioni tratte dalla piattaforma Siisl, che riunirà tutte le posizioni vacanti presenti sul mercato del lavoro a livello nazionale ed europeo e i corsi formativi disponibili.

L’integrazione di queste informazioni consentirà di supportare l’utente nelle scelte personali di percorsi formativi adeguati, per esercitare al meglio il proprio lavoro o per cambiarlo. Anche i corsi di formazione non potranno svolgersi solo nelle modalità tradizionali, ma dovranno personalizzare il percorso, organizzandolo secondo un ritmo adeguato alle esigenze di un lavoratore adulto.
Sfruttare la capacità degli agenti è l’ultima frontiera.

Ma già oggi il Ministero del Lavoro utilizza l’intelligenza artificiale per orientare l’utente nell’ambito della piattaforma Siisl, luogo di incontro tra domanda e offerta di lavoro che a dicembre sarà aperta a tutti i cittadini. Sulla piattaforma, l’utente potrà trovare opportunità lavorative, avere contezza del proprio divario rispetto alle occasioni di lavoro e ricevere suggerimenti sui percorsi formativi che può seguire per colmarlo.

Infine, tramite il Siisl sarà possibile l’accesso facilitato a corsi di formazione dedicati. Con la collaborazione del dipartimento per la trasformazione digitale, stiamo lavorando per costruire percorsi formativi atti ad aumentare le competenze digitali di chi ha perso il lavoro, con corsi online differenziati in base al livello di partenza e corredati da certificazione delle competenze acquisite.

La formazione, quindi, sta già cambiando pelle, la immagino come un sistema “vivente” che evolve per adattarsi a un ecosistema in continua mutazione.

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nella Pubblica amministrazione non è solo un avanzamento tecnologico, ma rappresenta un autentico motore di trasformazione che potenzia le capacità umane, valorizza le competenze e offre servizi di maggiore qualità ai cittadini e alle imprese.

Questa integrazione profonda tra intelligenza umana e artificiale ci condurrà, in modo naturale, al concetto di intelligenza “Bio-Artificiale”, una sinergia win-win che amplifica le nostre potenzialità attraverso il governo e l’interazione con tecnologie avanzate. È un viaggio verso un futuro dove tecnologia e umanità camminano fianco a fianco, ognuna potenziando l’altra per creare un mondo migliore.



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